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1 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Dipartimento di ...

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molti aspetti è assimilabile alla particella 70 <strong>di</strong> Feudozzo. Infatti, Pennataro e Feudozzo, oltre ad<br />

essere contigue, hanno fatto parte <strong>di</strong> un unico complesso <strong>di</strong> foreste demaniali fino al 1969 (Cap.<br />

2). La cerreta <strong>di</strong> Pennataro non viene gestita da più <strong>di</strong> 50 anni e la necromassa totale è <strong>di</strong> 15.1 m 3<br />

ha -1 simile alla 70 con 12.8 m 3 ha -1 . A Pennataro gli alberi morti a terra corrispondono a più dei<br />

2/3 del totale con limitati quantitativi <strong>di</strong> alberi morti in pie<strong>di</strong> e rami fini, mentre le altre<br />

componenti sono del tutto trascurabili (Marchetti e Lombar<strong>di</strong>, 2006). Nelle particelle tagliate <strong>di</strong><br />

Feudozzo, invece, non sono presenti alberi morti in pie<strong>di</strong> dal momento che vengono rimossi<br />

durante il taglio mentre questa componente costituisce nella 70 il 25% dello stock totale <strong>di</strong><br />

necromassa anche se, a <strong>di</strong>fferenza delle ceppaie morte, <strong>di</strong> derivazione relativamente recente vista<br />

la bassa classe <strong>di</strong> decomposizione. In ogni caso, l’aumento <strong>di</strong> mortalità, sia delle ceppaie che<br />

<strong>degli</strong> alberi è da considerarsi in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> assenza prolungata <strong>di</strong> gestione. In uno stu<strong>di</strong>o in cedui non<br />

gestiti da circa 55 anni <strong>di</strong> Quercus ilex, è stato calcolato un volume <strong>di</strong> necromassa in pie<strong>di</strong> pari a<br />

19.4 m 3 ha -1 e <strong>di</strong> necromassa totale in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 12.62 tC ha -1 così come La Fauci e Mercurio<br />

(2008) riportano valori <strong>di</strong> 21 m 3 ha -1 per cedui <strong>di</strong> castagno <strong>di</strong> 40 anni e valori <strong>di</strong> 50 m 3 ha -1 per<br />

cedui <strong>di</strong> 45 anni. In generale comunque, i valori <strong>di</strong> legno morto si mantengono su livelli più<br />

bassi, per pinete <strong>di</strong> pino laricio, ad esempio, sono stati misurati 11.03 m 3 ha -1 per la necromassa<br />

in pie<strong>di</strong> che era invece completamente assente nelle particelle trattate con il taglio a scelta,<br />

mentre per la necromassa a terra è stato stimato valori me<strong>di</strong> simili alla 06 e alla 08 sia per il<br />

tagliato (9.4 m 3 ha -1 ) che per il non tagliato (9.2 m 3 ha -1 ) (La Fauci et al., 2006). Morelli et al.<br />

(2007) riportano, per le peccete, quantità <strong>di</strong> carbonio <strong>della</strong> necromassa totale in me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 3.3 tC<br />

ha -1 (0.3 - 8.1). Nonostante i cambiamenti sulla struttura delle cerreta con la <strong>di</strong>minuzione <strong>della</strong><br />

biomassa e l’incremento, seppure temporaneo, <strong>della</strong> necromassa, non sono state rilevate<br />

variazioni <strong>della</strong> SOM così come riportato anche da Mund (2004) per i tagli successivi e per i tagli<br />

saltuari sul faggio. In altri casi invece si può verificare un incremento temporaneo <strong>di</strong> C e N del<br />

suolo nei primi anni in seguito al taglio dovuto all’apporto <strong>di</strong> necromassa rilasciata con il taglio.<br />

Nel caso del ceduo gli effetti positivi sul suolo ad opera <strong>della</strong> necromassa rilasciata tendono però<br />

a <strong>di</strong>minuire gradualmente fino ai 15 anni dopo lo scadere del turno. Gli autori in questo caso<br />

suggerivano la posticipazione <strong>di</strong> cinque anni dell’utilizzazione per minimizzare le per<strong>di</strong>te<br />

(Tedeschi et al., 2006). La risposta a questi andamenti sta nel fatto che i tagli successivi e i tagli<br />

saltuari sono da ritenersi meno invasivi e più sostenibili per il bosco <strong>di</strong> quanto non lo siano<br />

invece il taglio raso e il governo a ceduo; basti considerare che, nel caso del taglio raso, il<br />

periodo <strong>di</strong> recupero <strong>della</strong> foresta può durare anche fino a 14-20 anni dopo il taglio (Cohen et al.,<br />

1996; Schulze et al., 1999). Per quanto riguarda il contenuto <strong>di</strong> azoto del suolo, la particella a 11<br />

anni dal taglio ha mostrato il valore più basso <strong>della</strong> cronosequenza con 1.0 mg g -1 rispetto ai 2.3<br />

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