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1 Università degli Studi della Tuscia di Viterbo Dipartimento di ...

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5.1.1 Modelli <strong>di</strong> respirazione de suolo<br />

Vista la molteplicità dei fattori che determinano la variabilità <strong>della</strong> respirazione del suolo, in<br />

letteratura sono stati proposti numerosi modelli per la stima e la ricostruzione dei dati <strong>di</strong> flusso<br />

campionati. In particolare lo sforzo comune tende a voler <strong>di</strong>scriminare gli effetti climatici da<br />

quelli biologici (Reichstein et al., 2003). In numerosi stu<strong>di</strong> è stato riconosciuto che la<br />

temperatura e il contenuto idrico del suolo (SWC) sono le variabili principali in grado <strong>di</strong> spiegare<br />

la RS. Non sempre però questi fattori sono preminenti nello spiegare la variabilità del dato <strong>di</strong> RS<br />

in un dato sito, in particolare per gli ecosistemi gestiti.<br />

L’equazione più utilizzata è quella <strong>di</strong> Van’t Hoff (1885) successivamente sviluppata da Lloyd e<br />

Taylor (1994) per modellizzare la respirazione del suolo (RS) in base alla temperatura. Poiché la<br />

respirazione è fondamentalmente un processo cellulare, per la sua modellizzazione sono stati<br />

usati principi <strong>di</strong> cinetica enzimatica come il rapporto tra attività enzimatica e temperatura (Van't<br />

Hoff, 1885; Arrhenius, 1889) ed è stato sviluppato il modello del Q10 secondo la seguente<br />

equazione:<br />

dove R0 è la respirazione basale a 10° C, t è la temperatura del suolo ad una determinata<br />

profon<strong>di</strong>tà nel suolo (in genere 5 cm) ed il fattore Q10 rappresenta l’aumento <strong>della</strong> respirazione<br />

per una variazione <strong>di</strong> 10 ° C <strong>di</strong> temperatura del suolo.<br />

Considerando anche la variabile del contenuto idrico, una delle equazioni riportata in letteratura è<br />

la seguente:<br />

dove è il contenuto idrico del suolo, T è la temperatura del suolo a 5 cm <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà e B, e <br />

sono parametri (Gulledge e Schimel, 2000). In un lavoro più recente è stato evidenziato come<br />

non sempre un’equazione esponenziale sia in grado <strong>di</strong> descrivere l’andamento dei dati <strong>di</strong><br />

respirazione rispetto a quelli <strong>di</strong> temperatura (Khomik et al., 2009). Molto spesso, infatti, la curva<br />

<strong>di</strong> respirazione raggiunge un livello massimo oltre il quale la curva si piega e il flusso resta<br />

costante nonostante l’incremento <strong>della</strong> temperatura. Tale fenomeno <strong>di</strong>pende dal fatto che ad alte<br />

temperature la capacità enzimatica dei batteri, come per ogni organismo biologico, può essere<br />

inibita dallo stress dovuto al calore e a questo si aggiunge anche la concomitante <strong>di</strong>minuzione<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>sponibilità idrica del suolo (Atkin e Tjoelker, 2003; Davidson et al., 2006). In tali casi,<br />

quin<strong>di</strong>, i dati possono essere spiegati meglio con un modello <strong>di</strong> tipo logistico che permette alla RS<br />

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