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Pe 8-2009 - Agesci

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SETTORE EPC<br />

consideriamo che la nostra non<br />

è un’associazione che opera<br />

esclusivamente nel campo della<br />

Protezione civile. Se rapportiamo<br />

però il numero degli intervenuti<br />

(e dei capi resisi disponibili<br />

ad intervenire) al numero dei capi<br />

censiti, scopriamo che ha prestato<br />

servizio in Abruzzo con il livello<br />

nazionale solo il 5,7% dei<br />

capi censiti.E se anche decidessimo<br />

di sommare i capi intervenuti<br />

con le quattro colonne mobili<br />

regionali, pari all’1%, il risultato<br />

non cambierebbe molto. In Associazione<br />

si sente spesso affermare<br />

che in caso di necessità la<br />

scelta di servizio fatta dai capi li<br />

spingerà a rendersi disponibili<br />

anche ad un intervento di Protezione<br />

civile. E si sente pure affermare<br />

che gli scout riescono a intervenire<br />

anche nei tempi lunghi,<br />

anche quando si spengono i<br />

riflettori e anche quando il grosso<br />

dei soccorsi va via.Ma i numeri<br />

non confermano le comuni dichiarazioni.<br />

O perlomeno non lo<br />

confermano i numeri di questa<br />

emergenza. Considerato che il<br />

nostro fare servizio è fondato su<br />

tre scelte forti e consapevoli,<br />

penso che più alta poteva essere<br />

la percentuale dei capi resisi disponibili<br />

per le operazioni di soccorso<br />

ed assistenza della popolazione.<br />

Un servizio verso coloro<br />

che in pochi istanti sono diventati<br />

ultimi, senzatetto e spesso<br />

nullatenenti. Bisogna anche dire,<br />

però, che i capi che hanno raccolto<br />

la sfida hanno svolto il servizio<br />

con piena disponibilità, in<br />

modo lodevole. E la conferma di<br />

ciò ci è stata data anche dal Dipartimento<br />

di Protezione civile<br />

nazionale.<br />

Un grazie di cuore quindi a tutti<br />

gli associati (capi, rover, scolte,<br />

Resp. regionali, incaricati regionali<br />

EPC,Pattuglia nazionale EPC,<br />

Comitato nazionale, ecc.) che a<br />

vario titolo hanno dato il loro<br />

contributo personale per questo<br />

nostro servizio svolto nel territorio<br />

abruzzese colpito dal sisma».<br />

Alcuni capi si sono lamentati di<br />

aver dato la disponibilità ma di<br />

non essere stati contattati. Ci<br />

sono state difficoltà di comunicazione<br />

tra i livelli?<br />

«Una “leggenda metropolitana”<br />

dice che in questa emergenza la<br />

38 Proposta educativa 08-<strong>2009</strong><br />

Capi effettivamente partecipanti (senza conteggio delle presenze ripetute)<br />

segreteria nazionale ha “lasciato<br />

a casa”molti capi che si erano resi<br />

disponibili. Anche per questo<br />

argomento i dati parlano chiaro:<br />

ciò è potuto succedere per un<br />

esubero di disponibilità avuto<br />

nei primi due mesi d’intervento,<br />

poi, per i restanti cinque mesi, in<br />

genere, si sono avute grosse difficoltà<br />

a completare le turnazioni<br />

con il numero di volontari necessario<br />

per ricoprire i servizi a<br />

noi assegnati. Nel raccogliere le<br />

disponibilità per svolgere servizio<br />

nelle aree interessate dall’evento<br />

sismico si è utilizzata la<br />

struttura “piramidale” dell’Associazione,<br />

chiedendo quindi agli<br />

Incaricati regionali al Settore EPC<br />

di fare da tramite tra i capi della<br />

propria Regione e il livello nazionale<br />

che ha coordinato l’invio<br />

dei soccorsi richiesti (come da<br />

Protocollo operativo).<br />

In realtà non sempre tutto è filato<br />

liscio ed è più volte inspiegabilmente<br />

successo che mentre il<br />

nazionale cercava ulteriori volontari<br />

da inviare nel territorio<br />

abruzzese, contemporaneamente,<br />

alcuni livelli regionali “tenevano<br />

per sé”molti nominativi di ca-<br />

pi disponibili.Sovente ciò non ha<br />

permesso di mettere a frutto le<br />

disponibilità dei capi di svolgere<br />

un servizio alla popolazione terremotata<br />

e di poter pareggiare<br />

le richieste di volontari.<br />

In realtà è pure successo che alcuni<br />

volontari, dopo essersi dichiarati<br />

disponibili a svolgere un<br />

servizio di protezione civile in<br />

Abruzzo e dopo essere stati chiamati<br />

a partire, hanno deciso di<br />

non recarsi più in Abruzzo senza<br />

darne congruo preavviso, o addirittura<br />

senza preavviso alcuno.<br />

Ciò ha creato non pochi problemi<br />

per il proseguimento di quei<br />

servizi che ci eravamo impegnati<br />

a svolgere con continuità. Può<br />

sembrare forse strano,ma l’esperienza<br />

ci dice che non è affatto<br />

inopportuno, dover ricordare ai<br />

capi che in situazioni d’emergenza,<br />

più che nelle situazioni<br />

ordinarie, è necessario agire<br />

con responsabilità, per evitare<br />

figuracce con le istituzioni e, ancor<br />

di più, per non interrompere<br />

importanti servizi svolti in favore<br />

di quella popolazione che<br />

vive estremi disagi conseguenti<br />

all’evento sismico».<br />

Le presenze delle squadre EPC (dati percentuali) sotto il coordinamento EPC nazionale e con colonne mobili regionali

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