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Pe 8-2009 - Agesci

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SETTORE EPC<br />

Disponibili<br />

ma non troppo<br />

Un primo bilancio<br />

dell’intervento in<br />

Abruzzo<br />

6 aprile – 31 ottobre <strong>2009</strong>: è questa<br />

la durata ufficiale dell’intervento<br />

della nostra Associazione<br />

in Abruzzo,con il coordinamento<br />

del Settore emergenze e protezione<br />

civile.<br />

Un intervento che è stato possibile<br />

grazie alla disponibilità delle<br />

persone,ma anche grazie alla capacità<br />

di coordinarle. In questi<br />

mesi, abbiamo seguito passo<br />

passo la situazione dalle pagine<br />

di PE con il contributo di riflessione<br />

di tanti capi abruzzesi e di altri<br />

che si sono recati in Abruzzo e<br />

che hanno raccontato la loro<br />

esperienza.<br />

Nel numero 3/<strong>2009</strong>, a pagina 41,<br />

avevamo chiesto a Carlo Maci,Incaricato<br />

nazionale al Settore<br />

emergenze e protezione civile di<br />

raccontarci come ci si stava organizzando.<br />

Lo ritroviamo oggi, a<br />

intervento concluso, per cercare<br />

insieme a lui di trarre delle conclusioni,con<br />

lo spirito della verifica<br />

costruttiva.<br />

Il Protocollo operativo del Settore<br />

EPC dell’<strong>Agesci</strong> è di recente<br />

approvazione e quella del terremoto<br />

in Abruzzo è stata la prima<br />

occasione per metterlo in<br />

pratica: che valutazioni si pos-<br />

a cura di Luciana Brentegani<br />

sono fare al termine dell’evento?<br />

Ci sono punti da modificare?<br />

È un protocollo adeguato?<br />

«Il Protocollo operativo recentemente<br />

approvato dall’Associazione<br />

è il frutto della cinquantennale<br />

esperienza dello scautismo<br />

cattolico italiano nell’ambito della<br />

Protezione civile, esplicitazione<br />

dei principi di servizio al prossimo<br />

e impegno civico più volte<br />

espressi da B.-P.<br />

Infatti in tale documento si è fatta<br />

sintesi di quanto sperimentato<br />

in occasione dei vari interventi<br />

di soccorso, recependo, nel<br />

contempo, le prescrizioni normative<br />

vigenti in materia di Protezione<br />

civile e definendo in modo<br />

più chiaro le potenzialità<br />

/competenze dell’<strong>Agesci</strong> e i ruoli<br />

dei vari livelli associativi chiamati<br />

a prestare il proprio servizio all’interno<br />

del “sistema protezione<br />

civile”.<br />

Il tempo trascorso dall’approvazione<br />

del P.O. fino al verificarsi<br />

del sisma in Abruzzo,non ha per-<br />

36 Proposta educativa 08-<strong>2009</strong><br />

messo ai Comitati regionali di<br />

mettere in atto tutti i processi<br />

necessari per poter poi far funzionare<br />

al meglio la “macchina<br />

dei soccorsi”post sisma. In molte<br />

Regioni, infatti, in quest’arco di<br />

tempo, non è stata intrapresa<br />

nessuna iniziativa per una migliore<br />

conoscenza del documento<br />

tra i capi,non sono state avviate<br />

le procedure per raccogliere le<br />

disponibilità necessarie a costituire<br />

le “prime squadre”,non sono<br />

stati organizzati eventi di informazione<br />

e formazione per i capi/volontari,addirittura<br />

in alcune<br />

Regioni (e in molte Zone) non si<br />

è proceduto a nominare un Incaricato<br />

al Settore Emergenze e<br />

Protezione Civile.<br />

Nonostante tutto ciò, abbiamo<br />

cercato in tutti i modi di applicare<br />

le regole e le procedure stabilite<br />

all’interno del Protocollo, anche<br />

se con non poche difficoltà.<br />

Se mi chiedete oggi di valutare<br />

quanto contenuto nel Protocollo,<br />

non posso che confermare la<br />

Capi disponibili e capi intervenuti con l’EPC nazionale<br />

validità di tale allegato al regolamento<br />

associativo che disegna<br />

un buon modello organizzativo<br />

dell’intervento, al passo con i<br />

tempi, adeguato sia alle capacità<br />

dell’Associazione che al modello<br />

d’intervento della Protezione civile<br />

italiana. Bisogna però fare di<br />

più per la sua diffusione, conoscenza<br />

ed applicazione.<br />

In Associazione, in molti pensano<br />

che bastino le normali conoscenze<br />

di un capo per poter svolgere<br />

un servizio di protezione civile,<br />

molti altri pensano invece<br />

che bisogna avere una conoscenza<br />

da professionisti, ma come<br />

sempre veritas in media stat:<br />

la formazione di capo ci permette<br />

di avere una buona conoscenza<br />

ed esperienza pedagogica,<br />

buon punto di partenza per ciò<br />

che andiamo a fare anche in un<br />

intervento di Protezione civile,<br />

ma a ciò deve essere opportunamente<br />

affiancata una discreta<br />

conoscenza delle strutture/modelli<br />

di protezione civile e delle

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