La TV “autentica” in classe - For.Indire.It
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5 – Documentazione<br />
Alcu<strong>in</strong>o: Chi era costui?<br />
Chi era Alcu<strong>in</strong>o (735 – 804)? Non solo un professore, ma un organizzatore della scuola.<br />
Durante il regno di Carlo Magno (VIII – IX secolo), egli, che <strong>in</strong>segnava a York, fu <strong>in</strong>vitato nel<br />
781 alla corte dell’imperatore, dove tracciò una impostazione del curriculum degli studi che<br />
doveva poi rimanere basilare per secoli. È <strong>in</strong>teressante, per comprendere il suo punto di vista,<br />
leggere una sua frase divenuta famosa:<br />
Fodere quam vites melius est scribere libros.<br />
(È meglio scrivere libri che piantare viti).<br />
(http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_10_0735-0804-<br />
_Alcu<strong>in</strong>us,_Flaccus_Alb<strong>in</strong>us.html)<br />
Va tenuto presente che questa frase non può essere <strong>in</strong>terpretata secondo il modo di vedere di<br />
oggi. Quando Alcu<strong>in</strong>o parla di scribere libros non si riferisce agli autori dei testi (come<br />
<strong>in</strong>tendiamo oggi), ma agli amanuensi che rendevano possibile, col loro preciso lavoro<br />
artigianale, la conservazione e la diffusione dei testi stessi. L’atto manuale dello scrivere, cioè<br />
di tracciare segni con un loro preciso significato su una superficie liscia, (che oggi sta<br />
rapidamente andando <strong>in</strong> desuetud<strong>in</strong>e), poteva essere considerato una vera e propria conquista<br />
del sapere umano ai tempi di Alcu<strong>in</strong>o. Questo gesto è paragonato al “piantar viti”, o per meglio<br />
dire “impiantare un vigneto”, attività <strong>in</strong>dicata col verbo fodere, che significa “scavare”; <strong>in</strong>fatti<br />
per impiantare un vigneto bisogna scavare delle profonde tr<strong>in</strong>cee (nella l<strong>in</strong>gua tecnica di un<br />
tempo si chiamavano “formoni”) che devono essere poi riempite di terra soffice e fertile.<br />
Questa operazione era sentita come assai importante nelle fredde terre del Nord, dove la vite<br />
doveva essere importata, perché non può attecchire <strong>in</strong> una terra e <strong>in</strong> clima poco adatti se non<br />
a prezzo di molte cure. Il prodotto che si ricaverà dai suoi frutti sarà dunque doppiamente<br />
pregiato e gradito. Il confronto tra lo “scrivere libri” e “impiantare vigne” non era dunque privo<br />
di spessore per un uomo come Alcu<strong>in</strong>o, che voleva richiamare agli uom<strong>in</strong>i del suo tempo la<br />
preziosità e la fecondità della scrittura.<br />
Non dimentichiamo d’altra parte che, come asserisce Eg<strong>in</strong>ardo (Vita Karoli, 26), nemmeno<br />
Carlo Magno, come l’ultimo dei suoi sudditi, sapeva scrivere, anche se lo desiderava<br />
vivamente. Egli comunque impose sia una nuova forma di lettere (la scriptura carol<strong>in</strong>a), sia<br />
una revisione accurata delle trascrizioni dei testi sacri. In questo contesto va collocata tutta<br />
l’opera del saggio e sapiente Alcu<strong>in</strong>o, al quale stava a cuore la trasmissione di quel sapere di<br />
cui, <strong>in</strong> una zona periferica dell’antico impero romano, egli era depositario.<br />
Alcu<strong>in</strong>o <strong>in</strong>contra Carlo Magno<br />
Agenzia Scuola © 2010 19