La TV “autentica” in classe - For.Indire.It

La TV “autentica” in classe - For.Indire.It La TV “autentica” in classe - For.Indire.It

for.indire.it
from for.indire.it More from this publisher
20.06.2013 Views

Non ne mancano alcuni scherzosi: Semper in aeternum faciat haec clocula tantum Carmina, sed resonet nobis bona clocea cocorum (CV 2, p. 232 Dümmler) (Questa campana diffonda sempre solo nobili concenti, però risuoni benigna per noi i rintocchi dei cuochi. Trad. Carena) Scrivere è come arare o andare per mare: Nauta rudis pelagi saevis ereptus ab undis In portum veniens pectora laeta tenet : Sic scriptor fessus calamum sub calce laboris Deponens abeat pectoral laeta satis. Ille Deo dicat grates pro sospite vita, Proque laboris agat iste sui requie (LXV 4, p. 284 Dümmler). (Come il navigante arruffato uscendo dai flutti rabbiosi del mare allarga il cuore all’entrata del porto, così il copista posando la penna stanca alla fine della sua fatica ampiamente rallegri il suo cuore. E come quello dirà grazie a Dio per la vita scampata, questi ringrazi alla fine della sua fatica. Trad. Carena). Verifica Quale di queste poesie ti interessa di più? Prova a descrivere i tuoi momenti di stanchezza dopo aver svolto un compito difficile. Il pensiero di Alcuino sull’educazione e la conoscenza È noto che Carlo Magno non sapeva scrivere, nonostante il suo grande amore per la cultura ed il grande influsso che il suo regno ha avuto sui secoli seguenti anche da questo punto di vista. Dice di Lui Eginardo (Vita Karoli, 26): Temptabat et scribere tabulasque et codicellos ad hoc in lecto sub ervicali bus circumferre solebat, ut, cum vacuum tempus esset, manum litteris effigiendis adsuesceret, sed parum successit labor praeposterus ac sero inchoatus. (Cercava anche di scrivere ed era solito portarsi dietro a letto sotto i cuscini tavolette e libretti a questo fine, per abituare la mano a tracciare lettere quando aveva tempo, ma questa fatica ebbe piccoli risultati, dal momento che aveva cominciato solo in un secondo tempo e tardi). L’imperatore era molto desideroso però di apprendere, e diede grande rilievo e diffusione alle teorie di Alcuino. Può essere singolare per noi sapere che il più grande studioso e intellettuale dell’epoca di Carlo Magno proveniva da una terra “di frontiera” come la città di York. In realtà il papa aveva mandato in Inghilterra nel 699 due inviati, Teodoro e Adriano, che avevano portato in quelle lontane regioni la cultura di Roma. Dall’Irlanda veniva poi l’influsso della scuola del venerabile Beda, un altro grande uomo di religione e di studio. Il patrimonio culturale di cui poteva disporre Alcuino era dunque assai Agenzia Scuola © 2010 10

icco. Egli tuttavia non si limitò a viaggiare molto, per trovare testi da copiare e diffondere, ma organizzò anche le scuole dividendole in classi, seguite dai vari insegnanti. Questi principi di organizzazione portò nella schola palatina della corte di Aquisgrana. Verifica 1. Anche tu provi le difficoltà di Carlo Magno nello scrivere a mano? Preferisci il computer? (5 righe) 2. In che cosa ti aiuta lo stare in una classe e poter frequentare i tuoi compagni? (15 righe) Lettura di frasi significative Tra i materiali che abbiamo riportato sono annoverate frasi interessanti, ma sicuramente non intuitivamente comprensibili da parte di uno studente di 11 – 12 anni. Proponiamo tuttavia a proporre l’esempio di un breve brano che può essere letto e commentato in classe (le parti in grassetto possono essere seguite dai ragazzi anche nella lingua latina): Alcuini Grammatica (La Grammatica di Alcuino) SAXO, FRANCO, DISCIPULI; MAGISTER (Personaggi. Saxo e Franco, alunni; il Maestro) MAGISTER: [ … ] Grammatica est litteralis scientia, et est custos recte loquendi et scribendi [ … ] (La grammatica è la scienza che si riferisce alle lettere, ed è custode del ben parlare e del ben scrivere) Fuerunt in schola Albini magistri duo pueri, unus Franco, alter Saxo, qui nuperrime spineta grammaticae densitatis irruperunt. Quapropter placuit illis paucas litteralis scientiae regulas memoriae causa per interrogationes et responsiones excerpere. (Vi sono stati nella scuola del maestro Albino due fanciulli, uno Francone, l’altro Sassone – Franco e Saxo – che da poco tempo si erano dedicati alle sottigliezze della profondità grammaticale. Perciò piacque ad essi di raccogliere poche regole della scienza che si occupa delle lettere sotto forma di domande e di risposte per facilitare la memoria). Prima di tutto vogliamo dare qualche spiegazione sulla traduzione: la frase “qui nuperrime spineta grammaticae densitatis irruperunt” è stata interpretata nella traduzione in modo metaforico; ma dal momento che spineta significa letteralmente “roveto, ginepraio”, potrebbe anche essere tradotta: “che da poco di sono cacciati nel ginepraio della profondità della grammatica”, oppure “che da poco si sono cacciati nel fitto ginepraio della grammatica”. Inoltre “fuerunt” è un perfetto; non sembra corretto tradurlo con “c’erano”, e non tanto per uno scrupolo grammaticale, quanto per il fatto che l’imperfetto in latino è il tempo delle favole: è famoso l’incipit: Erant in quadam civitate rex et regina …(C’erano in una città un re e una regina …). Alcune parole si ripetono nel breve brano, ma con terminazioni diverse: grammatica, grammaticae; scientia, scientiae. Siamo infatti di fronte a due usi diversi della stessa “voce” o parola, che nella prima forma ha valore di soggetto, nella seconda di complemento di specificazione. Queste terminazioni diverse in latino si chiamano “casi”, o “cadute” della parola. grammatica – la grammatica scientia – la scienza grammaticae – della grammatica scientiae – della scienza Agenzia Scuola © 2010 11

Non ne mancano alcuni scherzosi:<br />

Semper <strong>in</strong> aeternum faciat haec clocula tantum<br />

Carm<strong>in</strong>a, sed resonet nobis bona clocea cocorum (CV 2, p. 232 Dümmler)<br />

(Questa campana diffonda sempre solo nobili concenti,<br />

però risuoni benigna per noi i r<strong>in</strong>tocchi dei cuochi. Trad. Carena)<br />

Scrivere è come arare o andare per mare:<br />

Nauta rudis pelagi saevis ereptus ab undis<br />

In portum veniens pectora laeta tenet :<br />

Sic scriptor fessus calamum sub calce laboris<br />

Deponens abeat pectoral laeta satis.<br />

Ille Deo dicat grates pro sospite vita,<br />

Proque laboris agat iste sui requie (LXV 4, p. 284 Dümmler).<br />

(Come il navigante arruffato uscendo dai flutti rabbiosi del mare<br />

allarga il cuore all’entrata del porto,<br />

così il copista posando la penna stanca alla f<strong>in</strong>e<br />

della sua fatica ampiamente rallegri il suo cuore.<br />

E come quello dirà grazie a Dio per la vita scampata,<br />

questi r<strong>in</strong>grazi alla f<strong>in</strong>e della sua fatica. Trad. Carena).<br />

Verifica<br />

Quale di queste poesie ti <strong>in</strong>teressa di più?<br />

Prova a descrivere i tuoi momenti di stanchezza dopo aver svolto un compito<br />

difficile.<br />

Il pensiero di Alcu<strong>in</strong>o sull’educazione e la conoscenza<br />

È noto che Carlo Magno non sapeva scrivere, nonostante il suo grande amore per la cultura ed<br />

il grande <strong>in</strong>flusso che il suo regno ha avuto sui secoli seguenti anche da questo punto di vista.<br />

Dice di Lui Eg<strong>in</strong>ardo (Vita Karoli, 26):<br />

Temptabat et scribere tabulasque et codicellos ad hoc <strong>in</strong> lecto sub ervicali bus<br />

circumferre solebat, ut, cum vacuum tempus esset, manum litteris effigiendis<br />

adsuesceret, sed parum successit labor praeposterus ac sero <strong>in</strong>choatus.<br />

(Cercava anche di scrivere ed era solito portarsi dietro a letto sotto i cusc<strong>in</strong>i tavolette e<br />

libretti a questo f<strong>in</strong>e, per abituare la mano a tracciare lettere quando aveva tempo, ma<br />

questa fatica ebbe piccoli risultati, dal momento che aveva com<strong>in</strong>ciato solo <strong>in</strong> un<br />

secondo tempo e tardi).<br />

L’imperatore era molto desideroso però di apprendere, e diede grande rilievo e diffusione alle<br />

teorie di Alcu<strong>in</strong>o. Può essere s<strong>in</strong>golare per noi sapere che il più grande studioso e <strong>in</strong>tellettuale<br />

dell’epoca di Carlo Magno proveniva da una terra “di frontiera” come la città di York. In realtà il<br />

papa aveva mandato <strong>in</strong> Inghilterra nel 699 due <strong>in</strong>viati, Teodoro e Adriano, che avevano portato<br />

<strong>in</strong> quelle lontane regioni la cultura di Roma.<br />

Dall’Irlanda veniva poi l’<strong>in</strong>flusso della scuola del venerabile Beda, un altro grande uomo di<br />

religione e di studio. Il patrimonio culturale di cui poteva disporre Alcu<strong>in</strong>o era dunque assai<br />

Agenzia Scuola © 2010 10

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!