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Dalla Tabula alimentaria al sito di Veleia: due secoli e ... - ager veleias

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latino "veleiate" e <strong>al</strong>la <strong>di</strong>stinzione degli elementi latini da quelli <strong>di</strong> substrato ligure/celtico –<br />

presentava un quadro atten<strong>di</strong>bile, se pur parzi<strong>al</strong>e <strong>di</strong> necessità, dell'antica toponomastica,<br />

<strong>di</strong>scussa e raffrontata con quella moderna.<br />

È questa, in effetti, una linea <strong>di</strong> ricerca perseguita tenacemente d<strong>al</strong>la stu<strong>di</strong>osa<br />

genovese: che tuttavia attende sempre una più completa e organica verifica sul terreno,<br />

per ricondurre correttamente e plausibilmente i toponimi attu<strong>al</strong>i anche <strong>al</strong>le <strong>al</strong>tre<br />

denominazioni pre<strong>di</strong><strong>al</strong>i testimoniate nella TAV. Campo <strong>di</strong> indagine assai complesso e<br />

variamente ripreso in tempi molto recenti, in particolare da archeologi e topografi (Pier<br />

Luigi D<strong>al</strong>l'Aglio,…).<br />

A monumenti ed e<strong>di</strong>fici pubblici, soprattutto veleiati, sono da riferire <strong>di</strong>versi manufatti<br />

bronzei stu<strong>di</strong>ati da Maria Pia Rossignani e presentati proprio nel Convegno del 1967. Si<br />

tratta in prev<strong>al</strong>enza <strong>di</strong> lastre <strong>di</strong> rivestimento, <strong>di</strong> cornici e <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> zoccolature per<br />

e<strong>di</strong>fici, <strong>al</strong>tari e porte che testimoniano l'ampia <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> decorazione<br />

met<strong>al</strong>lica, attestata in particolare in It<strong>al</strong>ia settentrion<strong>al</strong>e. La stu<strong>di</strong>osa ipotizzò <strong>al</strong> riguardo<br />

che la consistente presenza <strong>di</strong> cornici bronzee provenienti d<strong>al</strong>l'It<strong>al</strong>ia settentrion<strong>al</strong>e potesse<br />

<strong>di</strong>pendere da un'antica tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> officine bronzistiche loc<strong>al</strong>i e da una certa lontananza<br />

dai centri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei marmi pregiati <strong>al</strong>trove utilizzati in maggiori quantità per<br />

decorare e<strong>di</strong>fici pubblici e privati.<br />

L'archeologa milanese ha evidenziato che, su circa una trentina <strong>di</strong> pezzi, <strong>al</strong>cuni si<br />

<strong>di</strong>stinguono per uno spessore maggiore della lamina, per una tecnica più accurata e per<br />

un <strong>al</strong>torilievo più accentuato: in effetti, vista la natura dei manufatti, che per essere montati<br />

necessitano <strong>di</strong> adattamenti <strong>al</strong>la struttura architettonica sottostante, è più plausibile ritenere<br />

che fossero fabbricati in loco oppure importati anche da lontano, ma solo in gran<strong>di</strong><br />

quantità, dato per<strong>al</strong>tro non accertabile per il municipio veleiate. In ogni caso, <strong>al</strong>lo stato<br />

attu<strong>al</strong>e degli stu<strong>di</strong>, è plausibile pensare ad una compresenza <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>e d'importazione e<br />

<strong>di</strong> prodotti loc<strong>al</strong>i.<br />

Alla vivace ripresa <strong>di</strong> interesse per questi manufatti met<strong>al</strong>lici <strong>di</strong> ricollegò negli stessi<br />

anni anche Francesco D'Andria, che in un suo stu<strong>di</strong>o sulla piccola bronzistica nord-it<strong>al</strong>ica<br />

(I bronzi romani <strong>di</strong> <strong>Veleia</strong>, Parma e del territorio parmense, del 1970: testo tuttora<br />

fondament<strong>al</strong>e, ancorché datato) ha fornito un'an<strong>al</strong>isi dettagliata delle statuette ènee<br />

veleiati. L'archeologo pugliese nel suo cat<strong>al</strong>ogo citava come provenienti da <strong>Veleia</strong> una<br />

quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> frammenti, tra cui braccia, pie<strong>di</strong>, panneggi e elementi <strong>di</strong> sculture anche<br />

equestri: una così massiccia presenza <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>e gli suggerì l'idea <strong>di</strong> officine se non <strong>di</strong><br />

stanza a <strong>Veleia</strong>, per lo meno itineranti <strong>al</strong>l'interno dei territori dell'Emilia occident<strong>al</strong>e.<br />

Lo stu<strong>di</strong>oso, del resto, concordava nel ritenere i bronzetti veleiati eterogenei quanto<br />

a produzione e quin<strong>di</strong> risultato <strong>di</strong> una re<strong>al</strong>tà <strong>di</strong> scambi con mercati lontani, ma anche frutto<br />

del lavoro <strong>di</strong> artigiani loc<strong>al</strong>i (come del resto si ipotizza per la fattura materi<strong>al</strong>e della TAV).<br />

Non credeva, tuttavia, che fosse <strong>Veleia</strong> stessa il centro manifatturiero d'irra<strong>di</strong>azione in<br />

quanto lontana da gran<strong>di</strong> vie <strong>di</strong> comunicazione.<br />

[18] La riapertura degli scavi nel 1966 ad opera <strong>di</strong> Antonio Frova <strong>di</strong>ede poi avvio a una<br />

nuova, se pur breve, èra <strong>di</strong> <strong>di</strong>samine e ricerche sull'<strong>ager</strong> <strong>Veleia</strong>s, opportunamente inserito<br />

nella storia cis<strong>al</strong>pina. Le opere condotte fra gli anni sessanta/settanta del secolo scorso<br />

nel <strong>sito</strong> archeologico dovettero fare i conti con lo stato già segn<strong>al</strong>ato <strong>di</strong> tot<strong>al</strong>e abbandono<br />

in cui versava l'area, anche per motivi economici. In t<strong>al</strong>e fase furono rinvenute ed<br />

esplorate tre aree necropolari a incinerazione, le cui modeste suppellettili sono esposte<br />

nell'Antiquarium. Nel 1962 era venuta <strong>al</strong>la luce, in loc<strong>al</strong>ità "Acqua S<strong>al</strong>ata", a monte <strong>di</strong> Villa,<br />

una sepoltura a nord dell'abitato.<br />

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