Dalla Tabula alimentaria al sito di Veleia: due secoli e ... - ager veleias
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stesso 1820, de<strong>di</strong>cata <strong>al</strong>l'ampio frammento della Lex Rubria de G<strong>al</strong>lia Cis<strong>al</strong>pina [CIL XI,<br />
1146 = I², 592 Add.], pur tuttavia testo <strong>di</strong> riferimento per un trentennio, <strong>al</strong>meno fino a<br />
Friedrich Wilhelm Ritschl (Legis Rubriae pars superstes, Berolini 1851). Offriva una<br />
corretta e<strong>di</strong>zione p<strong>al</strong>eografica, una tuttora utile raccolta dei reperti «scritti sul rame ... che<br />
furono scavati a Veleja ..., le Figuline, ed i Vetri sigillati» (quelli che oggi, purtroppo, non<br />
sono esposti <strong>al</strong> Museo Archeologico <strong>di</strong> Parma) e la pubblicazione delle ine<strong>di</strong>te e assai<br />
me<strong>di</strong>ocri Osservazioni e annotazioni <strong>di</strong> <strong>due</strong> celebri Giureconsulti Parmigiani del tardo<br />
Settecento, Luigi Bolla e Giambattista Comaschi (1769), <strong>di</strong> scarso spessore e <strong>di</strong> fatto<br />
inconsistenti quasi quanto il suo faticato commento storico-giuri<strong>di</strong>co.<br />
La lamina legislativa tardo-repubblicana – che pure aveva trovato in Gustav Hugo<br />
un ottimo esegeta e interprete (in Neuaufgefundene Processordung für das Cis<strong>al</strong>pinische<br />
G<strong>al</strong>lien, "Civilistiches Magazin", 2.4 [1797], pp. 431-496) – dopo la recente scoperta a<br />
Verona del p<strong>al</strong>insesto delle Institutiones <strong>di</strong> Gaio nel 1816 ad opera <strong>di</strong> Barthold Georg<br />
Niebuhr era, del resto, destinata ormai a percorrere le vie più speci<strong>al</strong>istiche dello ius<br />
romano, occupando legittimamente un posto <strong>di</strong> rilievo in tutte le opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto gener<strong>al</strong>i,<br />
nei più minuti contributi scientifici e nelle raccolte font<strong>al</strong>i (non in quelle epigrafiche, s<strong>al</strong>vo il<br />
Corpus Inscriptionum Latinarum: CIL I, 205 [Theodor Mommsen, 1866] = XI, 1146 [Eugen<br />
Bormann, 1888] = I², 592 Add. [Ernst Lommatzsch, 1918]), con numerose e<strong>di</strong>zioni e<br />
continue proposte <strong>di</strong> revisione.<br />
Bisognerà però attendere il XX secolo per avere contributi scientifici adeguati<br />
sull'amministrazione e sulle competenze dei magistrati municip<strong>al</strong>i e sull'andamento<br />
processu<strong>al</strong>e romano negli ultimi anni della repubblica: con storici come Ernest George<br />
Hardy (1911), Umberto Laffi (1986 e ss.), Michael Crawford (nuova e<strong>di</strong>zione e traduzione<br />
inglese annotate in Roman Statutes, 1996), ...; e con giuristi come Otto Gradenwitz<br />
(1915), Moriz Wlassak (1934), Giovanni Negri (1969 e ss.), Franciscus Joseph Bruna (Lex<br />
Rubria [Leiden 1972], amplissimo commentario storico-giuri<strong>di</strong>co-amministrativo a corollario<br />
<strong>di</strong> un testo, con traduzione tedesca, in più casi <strong>di</strong>scutibile), ...<br />
Ma tutto questo trav<strong>al</strong>ica i peculiari obiettivi veleiati del presente intervento e viene<br />
quin<strong>di</strong> rimandato ad <strong>al</strong>tra sede (per il Sette/Ottocento <strong>al</strong> recente, pregevole stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Jean-<br />
Louis Ferrary).<br />
Michele Lopez, <strong>di</strong> cui si è già fatta menzione qu<strong>al</strong>e aiutante del De Lama durante gli scavi<br />
veleiati, fu suo successore nella <strong>di</strong>rezione del Museo d'Antichità (1825-1867) e riprese la<br />
responsabilità del <strong>sito</strong> veleiate (tra il 1817 e il 1825 affidata, per motivi contingenti,<br />
<strong>al</strong>l'inesperto capitano Casapini).<br />
È il periodo in cui nel Museo parmense si <strong>di</strong>ede una organica struttura ai reperti<br />
archeologici e si arricchirono le raccolte numismatiche, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> una maggiore<br />
attenzione e apertura <strong>al</strong>la cultura europea. I gran<strong>di</strong> documenti bronzei della città romana<br />
vennero spostati nel 1825 nella II s<strong>al</strong>a, dove rimarranno fino <strong>al</strong> 1964, per essere poi<br />
trasferiti d<strong>al</strong> nuovo <strong>di</strong>rettore Antonio Frova nella VI s<strong>al</strong>a "veleiate". Furono inoltre costituite<br />
le raccolte egizie e quelle <strong>di</strong> vasi greci <strong>di</strong>pinti, ma, soprattutto, nel 1866 passarono<br />
d<strong>al</strong>l'Accademia delle Belle Arti, dove erano state fino ad <strong>al</strong>lora copiate dagli <strong>al</strong>lievi, le<br />
do<strong>di</strong>ci statue veleiati dei Giulio-Clau<strong>di</strong>.<br />
Durante il suo incarico il Lopez, forse più interessato <strong>al</strong>la storia dell'arte, ma anche<br />
più attento del De Lama <strong>al</strong> lavoro <strong>di</strong> conservazione muse<strong>al</strong>e e sul campo, mantenne una<br />
vivace collaborazione e una vasta corrispondenza "veleiate" con gli stu<strong>di</strong>osi del tempo. Il<br />
consistente numero <strong>di</strong> contatti, a volte non solo epistolari, con Girolamo Asquini,<br />
Bartolomeo Borghesi, Francesco Nicolli, Ernest Desjar<strong>di</strong>ns, per citarne <strong>al</strong>cuni, fornì forse<br />
un ulteriore stimolo <strong>al</strong>lo stu<strong>di</strong>oso, che progettò un'accurata, se pur tar<strong>di</strong>va, investigazione<br />
della topografia del territorio veliate.<br />
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