Dalla Tabula alimentaria al sito di Veleia: due secoli e ... - ager veleias
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Reipublicae <strong>Veleia</strong>tum in It<strong>al</strong>ia institutis liber<strong>al</strong>itate optimi principis Imp. Caes. Traiani<br />
Augusti ex ipso archetipo Placentiae adservato … –, contenente l'e<strong>di</strong>zione critica, si apriva<br />
con un'epistola del curatore e con lo specimen dei caratteri, a cui faceva seguito la<br />
trascrizione latina del Costa/Muratori.<br />
I suddetti lavori vennero poi pubblicati in formato ridotto nel quinto tomo delle<br />
"Symbolae Litterariae" anziché nel secondo delle "Memorie" della Società Colombaria: il<br />
Gori si preoccupò <strong>di</strong> rivedere e correggere la sua dotta epistola, mentre lasciò parecchie<br />
scorrettezze tipografiche che procurarono non poche critiche <strong>al</strong> Muratori.<br />
[5] La questione della TAV aveva contrapposto, t<strong>al</strong>volta anche con parole aspre, i <strong>due</strong><br />
autorevoli stu<strong>di</strong>osi settecenteschi: le ultime testimonianze epistolari riconfermano tuttavia<br />
la stima reciproca che li aveva uniti in tante battaglie scientifiche e cultur<strong>al</strong>i nel corso degli<br />
anni. Del Maffei, il Muratori aveva espresso un commento lusinghiero in una lettera <strong>al</strong><br />
Gori, nell'agosto 1748: «ha buon polso in queste faccende», aspettandosi anche, non<br />
senza qu<strong>al</strong>che timore, sulla sua pubblicazione fiorentina un giu<strong>di</strong>zio che non si fece<br />
attendere: il veronese nell'aprile 1749 <strong>di</strong>chiarava <strong>al</strong>l'Olivieri che «il forte <strong>di</strong> questo<br />
monumento non debba esser da lui compreso». Pur tuttavia il 15 gennaio 1750 scriveva <strong>al</strong><br />
vignolese, ormai cieco e gravemente amm<strong>al</strong>ato (morì <strong>di</strong> lì a poco, il 23 gennaio), parole<br />
commosse a cui ricevette risposta il 20, s<strong>al</strong>utato per l'ultima volta d<strong>al</strong> Muratori come<br />
«campione più vigoroso e coraggioso della Letteratura in It<strong>al</strong>ia».<br />
D<strong>al</strong> 1749 le <strong>due</strong> e<strong>di</strong>zioni Roncovieri / Maffei e Costa / Muratori furono considerate<br />
un car<strong>di</strong>ne nella ricerca storico-epigrafica e un confronto obbligato per gli stu<strong>di</strong>osi europei,<br />
<strong>al</strong>meno per mezzo secolo: l'e<strong>di</strong>zione muratoriana, in particolare, ebbe maggiori riscontri<br />
pubblici e scientifici, e fortuna e<strong>di</strong>tori<strong>al</strong>e, fino a quella del De Lama (1820).<br />
Nel campo del <strong>di</strong>ritto romano, in particolare, <strong>due</strong> contributi giuri<strong>di</strong>ci testimoniano la<br />
precoce <strong>di</strong>ffusione che le e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Maffei / Muratori del 1749 ebbero nell'ambito della<br />
ricerca antichistica. Antoine Terrasson – giurista e docente <strong>al</strong> Collège de France – sulla<br />
base della trascrizione del Roncovieri/Maffei presentava una e<strong>di</strong>zione p<strong>al</strong>eografica<br />
"ine<strong>di</strong>ta" della <strong>Tabula</strong> (nella sua fortunatissima Histoire de la Jurisprudence romaine, Paris<br />
MDCCL); Joseph Conrad Stigliz – professore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto ad Altdorf e amico del Gori, nonché<br />
membro della Società Colombaria fiorentina – an<strong>al</strong>izzava la questione delle <strong>di</strong>fferenti<br />
sud<strong>di</strong>visioni agrarie e degli <strong>al</strong>imenta sulla base dell'e<strong>di</strong>zione del Muratori (De usu ac<br />
praestantia tabulae Traianae in jure Romano, Altorfii [1757]), an<strong>al</strong>isi presa in<br />
considerazione anche qu<strong>al</strong>che anno dopo, nel 1764, da Edward Gibbon per sviluppare<br />
<strong>al</strong>cune ricerche, che non concluse, sugli aspetti economici-finanziari della TAV.<br />
Per tutto il Settecento il reperto traianeo e il suo v<strong>al</strong>ore storiografico furono oggetto <strong>di</strong><br />
stu<strong>di</strong>o da parte <strong>di</strong> ricercatori autoctoni e non: massiccia risulta la presenza della <strong>Tabula</strong><br />
nelle opere a stampa (ha già una sua "collocazione" nella prima opera manu<strong>al</strong>istica<br />
sull'epigrafia latina, la "maffeiana" Istituzione antiquario-lapidaria [1770], del dotto gesuita<br />
Francesco Antonio Zaccaria) e nei contributi manoscritti che furono a volte <strong>di</strong>spersi, a volte<br />
invece raccolti e poi conservati nelle Biblioteche e negli Archivi <strong>di</strong> Parma e Piacenza. Ad<br />
exemplum, le belle sillogi parmensi tardo-settecentesche ms 56 (<strong>al</strong> Museo Archeologico<br />
Nazion<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Parma) e Antichit(à) Velleiat(i) (del giurista parmigiano Antonio Bertioli, con<br />
lavori suoi e <strong>di</strong> <strong>al</strong>tri, anche a stampa: <strong>al</strong>la Biblioteca P<strong>al</strong>atina <strong>di</strong> Parma), ricche <strong>di</strong><br />
documenti e <strong>di</strong> materi<strong>al</strong>i per l'<strong>ager</strong> <strong>Veleia</strong>s.<br />
Oltre ai lavori manoscritti del Costa (cfr. infra), Della Torre <strong>di</strong> Rezzonico, "Citta<strong>di</strong>no<br />
piacentino" (cui si deve la prima, e fino a tempi recenti unica, traduzione it<strong>al</strong>iana completa<br />
della TAV), e l'interessante, quanto pedante serie <strong>di</strong> Memorie, scritti, eru<strong>di</strong>zioni e<br />
interpretazioni Celto-Liguri […] per l'illustrazione della parte geografica antica della famosa<br />
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