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TESTIMONIANZE<br />
Quando la malattia entra d’improvviso nella nostra vita<br />
NON MI FANNO SENTIRE UN NUMERO<br />
Salve, mi chiamo Nicola Gioia<br />
e sono, sfortunatamente, un<br />
paziente del reparto di ematologia<br />
di Tricase dell'ospedale "Cardinale<br />
Giovanni <strong>Panico</strong>"; ...ho un<br />
linfoma...<br />
Fiducia e speranza... Fiducia nei<br />
dottori? A Tricase, personalmente,<br />
ho trovato dei dottori straordinari,<br />
persone umane che ti danno retta, ti<br />
ascoltano, ti fanno un sorriso quando<br />
serve, ti aiutano in condizioni alquanto<br />
difficili e, soprattutto, loro<br />
non ti fanno sentire un numero.<br />
Altra cosa per me straordinaria è<br />
che, quando sono a casa e non sto<br />
bene, chiamo in qualsiasi momento<br />
per delucidazioni su quello che succede<br />
al mio corpo e tutti sono di una<br />
disponibilità assoluta. Fantastico<br />
vero?!<br />
Speranza di farcela? La speranza<br />
dal mio punto di vista è un concetto<br />
molto astratto; a me piace riporla<br />
in una persona fisica e non solo<br />
in una entità spirituale...la mia<br />
speranza sono il dottor Pavone, Primario<br />
del reparto di ematologia dell'Ospedale<br />
di Tricase, ed i suoi collaboratori.<br />
Ho passato un periodo<br />
travagliato a pensare e a ripensare<br />
se le decisioni che avevo preso erano<br />
giuste o sbagliate, ho sentito che<br />
molti inviano le cartelle cliniche in<br />
vari ospedali per avere più pareri.<br />
Dal mio punto di vista, tutto ciò<br />
non è stato necessario, penso "da<br />
vero ignorante in materia"che le cure<br />
sono le stesse dappertutto; il fattore<br />
più importante per un malato è<br />
quello psicologico ...la "fiducia e la<br />
speranza"che io ripongo nei dottori<br />
di Tricase mi permette di pensare<br />
che guarirò nel più breve tempo<br />
possibile. Non so come abbia fatto<br />
il dottor Pavone a trasmettere agli<br />
infermieri e ai suoi collaboratori la<br />
sensibilità necessaria per lavorare<br />
in un reparto di ematologia?! Fatto<br />
sta che ci è riuscito dato che sono<br />
perfetti sia dal punto di vista umano<br />
sia qualificati dal lato professionale.<br />
Dal punto di vista tecnico e funzionale<br />
si nota, anche guardandosi<br />
un po' intorno, il regime ecclesiastico<br />
della struttura, gestita interamente<br />
dalle Suore Marcelline; la Direttrice<br />
Generale Suor Margherita<br />
Bramato con l'aiuto costante della<br />
coordinatrice infermieristica Suor<br />
Maria Rosaria Bene sono fisicamente<br />
sempre presenti nel reparto<br />
di ematologia, cercando di accontentarci<br />
in tutte le nostre richieste,<br />
ma, soprattutto sono presenti per<br />
rimpiazzare le possibili mancanze<br />
di medicinali o le richieste degli infermieri...<br />
un paziente attento queste<br />
cose le nota! Io, da paziente attento,<br />
considero il reparto di ematologia<br />
di Tricase un' eccezione che<br />
conferma la regola sulla malasanità<br />
degli ospedali in Italia. Mi posso<br />
definire un paziente coraggioso, ma<br />
ho paura di morire, ho paura di non<br />
poter rivedere la mia famiglia, di<br />
non poter realizzare i progetti di vita<br />
insieme alla mia ragazza...la paura<br />
e' un mostro che ti logora dentro..<br />
.ma come disse un vecchio saggio<br />
"vivi la vita come se dovessi morire<br />
domani, pensa come se non dovessi<br />
morire mai".<br />
lo vivo oggi. ..ma ho FIDUCIA<br />
per il mio domani...e<br />
SPERO!...SPEROI<br />
Nicola Gioia<br />
Dott. Vincenzo Pavone, Direttore<br />
di Ematologia e Centro Trapianti<br />
C'è da qualche parte qualcuno che<br />
sia capace di vedere al posto di un<br />
altro?<br />
Penso proprio di si, ma a una condizione:<br />
che gli voglia bene davvero!<br />
Sapessi quante volte mio padre e<br />
mia madre vedevano lì dove io non<br />
riuscivo a distinguere il bianco dal<br />
nero! E non era mai un problema di<br />
lenti….. ma di amore vero.<br />
Da non credere: eppure tra i tanti<br />
che mi hanno onorato della loro<br />
amicizia , solamente qualcuno è riuscito<br />
a vedere il mio bene prima<br />
ancora del suo interesse!!!!!!!<br />
Mi amava davvero!So e sento che integra<br />
quel piccolo e scelto gruppo<br />
che ha costituito, negli anni, il mio<br />
vero tesoro. La prova del nove comunque<br />
la ebbi con Martìn, laggiù<br />
per i sentieri infiniti delle immense<br />
praterie della Pampa latinoamericana.<br />
E' una storia che desidero raccontarvi.<br />
Martìn, un vecchio gaucho: tutta<br />
una vita nel campo; sul suo cavallo<br />
si sentiva un generale che passa in<br />
rivista il suo esercito fatto di… sterminate<br />
mandrie di buoi. Non aveva<br />
tempo per altre attività; il suo mondo<br />
era tutto lì: sei giorni nella prateria<br />
tra gli animali; la sera del sabato<br />
in osteria a sbaciucchiare una damigiana<br />
e la domenica.. a letto per digerire<br />
la sbornia e... tornare normale<br />
per il lunedì mattina. Per cinquanta<br />
anni si era promesso a una<br />
donna al punto che per tutti era conosciuto<br />
come "el novio de oro!" e,<br />
quando lo convinsi a sposarsi, me<br />
lo ritrovai vedovo dopo neanche un<br />
anno…... si diceva che la sposa fosse<br />
morta di commozione… ma cre-<br />
do proprio che morì di ..vecchiaia!<br />
Martìn, un brutto giorno, combinò<br />
una fesseria imperdonabile per<br />
un gaucho: smontò da cavallo e, di<br />
spalle ai tori, si mise a sostituire un<br />
palo rotto del recinto. Un giovane<br />
torello non si lasciò sfuggire l'occasione:<br />
ingranò la quarta e, con furia<br />
selvaggia, gli infilò le corna in<br />
quella parte del corpo che sono i cuscini<br />
regalatici dal buon Dio per sederci<br />
comodi! Povero Martìn! Lo<br />
ricoverammo all'Hospital de Clìnicas<br />
della Capitale…. furono centosessanta<br />
chilometri di "pancia in<br />
giù e cu...bo in su!" con un interminabile<br />
rosario di parolacce e maledizioni<br />
contro tutti i buoi e le corna<br />
del mondo! Ma che scalogna!<br />
Non gli sembrava vero!<br />
In cinquant'anni di onorato e dorato<br />
fidanzamento nessuno mai aveva<br />
osato incornarlo e, per la miseria!,<br />
doveva rimanere vedovo per<br />
subire tale affronto?!? ...e per giunta:<br />
da un toro! Nella disgrazia<br />
avemmo comunque un po' di fortuna:<br />
in una stanza a due letti ne trovammo<br />
uno vuoto; nell'altro giaceva<br />
un vecchietto, Carlos, con antichi<br />
problemi al suo "impianto idrico".<br />
Il lettino di Carlos era vicino<br />
all'unica piccola finestra della stanza<br />
mentre Martìn doveva restare<br />
sdraiato "pancia in giù e cu...bo in<br />
su!". Nulla di più avvilente per uno<br />
che proprio sul fondo schiena aveva<br />
costruito il suo "impero" di gaucho<br />
e che, dall'alto del suo cavallo, di<br />
giorno, si riempiva gli occhi di orizzonti<br />
infiniti e di immense praterie<br />
e, di notte, gli sembrava di riempirsi<br />
le mani di stelle.<br />
A Carlos era permesso mettersi<br />
SPIRITUALITÀ<br />
Miracoli di Ospedale<br />
QUANDO L’AMORE RIDONA LA VISTA<br />
"Coloro che amano sono come i sonnambuli: non vedono solamente con<br />
gli occhi!" (Proverbio Latinoamericano)<br />
seduto sul letto per un'ora al giorno<br />
per aiutare il drenaggio dei fluidi<br />
del suo corpo, ...per Martìn c'era solo<br />
un cuscino dove affondare i suoi<br />
occhi tristi e maledire i buoi e chi<br />
ebbe la "felice idea" di regalare loro<br />
le corna!<br />
Fecero conoscenza i due compari<br />
e cominciarono a parlare ... e parlare<br />
…del passato, della famiglia,<br />
della casa, del lavoro… delle bravate,<br />
delle avventure…<br />
Leggeva Carlos nella voce di<br />
Martìn una tristezza profonda e un<br />
pessimismo crescente… la mancanza<br />
di cielo in quella stanza gli stava<br />
annebbiando la vista e nei suoi occhi,<br />
vuoti di azzurro infinito, agonizzava<br />
la speranza e il desiderio di<br />
futuro. Intuì Carlos l'approssimarsi<br />
della tormenta e, seduto sul suo lettuccio,<br />
vicino alla finestra, cominciò<br />
a descrivere tutto quello che vedeva<br />
fuori. Allora Martìn, il volto<br />
schiacciato sul cuscino sempre umido<br />
di lacrime nascoste, guidato dalla<br />
voce soave di Carlos, vedeva tutte<br />
le cose e i colori del mondo esterno…..<br />
spesso gli sembrava quasi di<br />
sentire sotto di sé il passo ritmico<br />
del suo cavallo che lo portava a<br />
ubriacarsi di quell'immensità mista<br />
di cielo e praterie.<br />
"Ma che meraviglia questo cielo,<br />
oggi, caro Martìn! Laggiù una<br />
bimba gioca tran<strong>qui</strong>lla con i sassolini<br />
e il suo cagnolino di gomma nel<br />
greto del torrente. Accanto a lei sono<br />
sbocciati tanti fiorellini e l'acqua<br />
che le scorre vicina sembra<br />
quasi impaurita di farle una carezza.<br />
Che gioia nel suo volto! A guardarla<br />
da <strong>qui</strong> pare un fiore più grande<br />
tra i tanti piccoli fiori che le sor-<br />
56 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />
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