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mativo che non è ancora entrato nel<br />
tessuto sociale e produttivo come<br />
consolidato: laurea di I livello, laurea<br />
specialistica e il sistema dei crediti,<br />
master di I e II livello, ecc., insomma…spesso<br />
ci si perde!<br />
L'esperienza realizzata nella<br />
giornata trascorsa presso l'Istituto<br />
Professionale di Gallipoli è stata<br />
senza dubbio molto positiva.<br />
Per la prima volta gli studenti<br />
delle scuole medie superiori sono<br />
stati protagonisti di una riflessione<br />
che ha riguardato il loro status e le<br />
loro prospettive.<br />
Questo sembra il modo migliore<br />
per fornire utili riflessioni ai sog-<br />
getti coinvolti. Nell'attuale fase di<br />
transizione, nella quale viene ridisegnato<br />
il profilo degli studi scolastici<br />
ed universitari, è assolutamente<br />
indispensabile che gli studenti<br />
partecipino a giornate di informazione<br />
ed orientamento per esprimere<br />
i loro bisogni e contribuire ad individuare<br />
possibili soluzioni operative<br />
nonché verificare l'efficacia<br />
delle attività didattiche. Tutta la<br />
componente studentesca ha dimostrato<br />
notevole interesse, nella continuità<br />
dei percorsi di studio, le condizioni<br />
e gli aiuti per studiare bene,<br />
il rapporto con il mondo del lavoro.<br />
È stata sottolineata, inoltre, l'im-<br />
<strong>Fondazione</strong> Cardinale G. <strong>Panico</strong> - Tricase.<br />
Sede Polo Didattico Universitario<br />
portanza di corrette informazioni<br />
sul mondo universitario e sul mondo<br />
del lavoro, anche attraverso contatti<br />
diretti con tali ambienti.<br />
Dott.ssa Manuela Quattrocchi<br />
D.A.I. Sr. Graziella Zecca<br />
Allievi Infermieri e Fisioterapisti<br />
FORMAZIONE<br />
La sanità italiana ed europea ha bisogno<br />
non di “piccoli-medici” ma di “grandi-infermieri”<br />
DA PROFESSIONISTA SANITARIO<br />
“AUSILIARIO” A PROFESSIONISTA SANITARIO<br />
In un registro conservato presso<br />
l’Archivio di S. Maria della<br />
Pietà a Roma, riguardante il<br />
movimento dei malati, nel 1842<br />
compare per la prima volta in Italia<br />
il termine di infermiere, distinguendolo<br />
per la sua competenza professionale<br />
dagli inservienti e dai guardarobieri.<br />
Da quella data fino al 1999 e<br />
cioè per 157 anni l’infermiere italiano<br />
è stato considerato nella più<br />
benevole delle ipotesi un professionista<br />
sanitario “ausiliario” nei fatti<br />
però è stato un factotum, ovvero, se<br />
sulla carta veniva distinto da altri<br />
operatori generici, nella realtà è stato<br />
per un lunghissimo periodo anche<br />
un inserviente, un guardarobiere<br />
e tante altre cose messe assieme.<br />
La storia dell’infermieristica italiana<br />
deve passare attraverso la consapevolezza<br />
per le generazioni future,<br />
di ciò che è stato l’infermiere<br />
storicamente, solo dopo si potrà<br />
aspirare ad iscrivere nel novero delle<br />
professioni intellettuali la professione<br />
infermieristica, al contrario se<br />
non riconoscessimo le nostre umili<br />
origini tradiremmo l’autenticità<br />
della nostra essenza. Questo per dire<br />
che bisogna tornare alla radice<br />
epistemologica dell’essere infermiere.<br />
La sanità italiana ed europea<br />
ha bisogno non di “piccoli-medici”<br />
ma di “grandi-infermieri”. E’ avendo<br />
coscienza del passato che riusciamo<br />
a costruire il futuro. La fine<br />
della corsa emulativa da parte<br />
degli infermieri italiani, vittime per<br />
decenni di una sorta di “sindrome di<br />
inferiorità” culturale, scientifica e<br />
psicologica nei confronti dei medici<br />
si appresta a terminare.<br />
Non hanno più senso di esistere<br />
“professioni” e “professioni ausiliarie”<br />
ma occorrono che esistano professioni<br />
diverse, con responsabilità<br />
specifiche, integrate fra loro per<br />
fornire un prodotto sanitario rispondente<br />
alle domande di salute del<br />
singolo e della collettività. Questa<br />
filosofia ha ispirato l’istituzione di<br />
quattordici categorie professionali<br />
fra cui gli infermieri attraverso l’emanazione<br />
del Decreto Ministeriale<br />
n° 739 del 1994 (Istituzione del<br />
Profilo dell’infermiere) e anche riconoscendo<br />
che un D.M., non occupa<br />
tra le fonti del diritto una posizione<br />
primaria, in ogni caso è comunque<br />
una rivoluzione culturale.<br />
Il Profilo dell’Infermiere riconosce<br />
l’assistenza infermieristica, ne ammette<br />
l’esistenza in se e per se e –<br />
cosa molto importante – ne attribuisce<br />
la responsabilità all’infermiere.<br />
Essere infermieri significa saper individuare<br />
i problemi dei malati,<br />
identificarne le cause, ipotizzarne le<br />
soluzioni, scegliere le più adatte,<br />
applicarle ai soggetti, valutarne i risultati.<br />
Dunque il “to care”, ossia il<br />
prendersi cura del malato, che spetta<br />
all’infermiere, non entra in conflitto<br />
con il “to cure”, ovvero con<br />
l’attitudine di giungere ad una diagnosi<br />
medica attraverso il sintomo,<br />
di prescrivere la terapia e di guarire<br />
il malato, che spetta al medico.<br />
Quindi i bisogni dell’uomo e cioè il<br />
diritto a ricevere un intervento sanitario<br />
globale e individualizzato sono<br />
aspetti che contano e, per questo<br />
motivo, i due momenti devono perseguire<br />
una autonomia operativa<br />
concreta, non sovrapponibile e decisamente<br />
complementare.<br />
Ora che la Scienza<br />
Infermieristica è ben<br />
delineata, occorre<br />
mantenere e<br />
valorizzare il suo<br />
specifico<br />
professionale<br />
Ora che la Scienza Infermieristica<br />
è ben delineata, occorre mantenere<br />
e valorizzare il suo specifico<br />
professionale che può essere sintetizzabile:<br />
- nella formulazione della diagnosi<br />
infermieristica, necessaria per la<br />
determinazione dei bisogni del paziente;<br />
- nell’esercizio del management infermieristico,<br />
che richiede l’applicazione<br />
nello specifico di un metodo<br />
scientifico per la risoluzione dei<br />
problemi, ovvero il problem solving;<br />
- nella valutazione dei risultati, che<br />
investe la natura della professione<br />
per i risultati che offre, per l’incidenza<br />
dei costi e per il contributo<br />
offerto all’intero contesto sanitario;<br />
- nell’esercizio dell’auditing infermieristico,<br />
che riguarda il controllo<br />
su tutto quello che viene eseguito e<br />
rappresenta un processo essenziale<br />
nella gestione dell’ente perché contribuisce<br />
a sancirne o meno la funzionalità;<br />
- nell’assunzione di un’etica di servizio,<br />
che rende l’attività degli infermieri<br />
desiderabile e confortevole<br />
per il malato che riceve le prestazioni<br />
e per l’intero gruppo pro-<br />
50 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />
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