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deturpando preziosi riferimenti di<br />

perenne valore etico-sociale.<br />

Gaetano Renda, viene da una<br />

terra vulcanica, collocata e immersa<br />

nel mare di Sicilia. Da decenni vive,<br />

a pieno titolo, nella nostra Lecce.<br />

E' stato allievo del grande chirurgo,<br />

Prof. Stasi, presso l'Ospedale<br />

"Fazzi" per poi passare, come primario<br />

a Nardò e a Tricase.<br />

Proviene da severi studi e da<br />

grandi maestri delle Università di<br />

Roma e Napoli, sede quest'ultima<br />

che ha suo figlio Andrea, stimato<br />

cattedratico, e dove ha ac<strong>qui</strong>sito la<br />

specializzazione e la libera docenza<br />

in chirurgia generale.<br />

Gaetano è stato anche apprezzato<br />

uomo pubblico presso alcune<br />

Istituzioni e Presidente dell'Ordine<br />

dei Medici, che ancora lo vanta suo<br />

Presidente onorario.<br />

IL DOTTOR<br />

FRANCO LEO<br />

Franco Leo, è nato e cresciuto<br />

nella nostra terra. Cinquantatre anni<br />

fa si è laureato in medicina e chirurgia<br />

a Bari, si è specializzato in<br />

Cardiologia a Torino. Ha lavorato<br />

presso la Patologia medica dell'Università<br />

di Firenze per poi divenire<br />

primario medico nell'Ospedale di<br />

Gagliano del Capo e di un innovativo<br />

e futuristico Dipartimento di<br />

Medicina presso il "Cardinal <strong>Panico</strong>".<br />

Autore di pubblicazioni scientifiche.<br />

Per anni Presidente dell'Ordine<br />

dei Medici della Provincia di<br />

Lecce. Mi scuso con il Prof. Renda<br />

e il Dott. Leo se ho ridotto, in poche<br />

righe, la loro brillante carriera chirurgica<br />

e medica. Credo che anche<br />

loro, devoti della modestia e avversi<br />

ad esaltazioni altisonanti, mi siano<br />

grati per aver contenuto la mia,<br />

quasi superflua, presentazione.<br />

D'altronde, vi è l'unanime, meritato<br />

riconoscimento, proveniente da migliaia<br />

e migliaia di sofferenti, a far<br />

risaltare la loro perizia medica, la<br />

loro dedizione professionale, la loro<br />

distinta signorilità, il loro tormento,<br />

continuo e qualificato nel rendere<br />

salute e qualità alla vita.<br />

Ma Gaetano Renda e Franco<br />

Leo sono elevati ad Emeriti, soprattutto,<br />

per tutto quello che hanno dato<br />

alla <strong>Fondazione</strong> e alla evoluzione<br />

dell'Ospedale "Cardinal <strong>Panico</strong>".<br />

Non sono stati solo primari, a tutto<br />

tondo, nelle corsie, accanto ai letti<br />

dei malati, nelle sale operatorie, nel<br />

maneggio delle attrezzature diagnostiche.<br />

Sono stati e restano l'architrave<br />

fondativa del nosocomio, essendo<br />

stati, nel tempo, avveduti<br />

consiglieri, organizzatori, arditi<br />

preveggenti programmatori e pionieri<br />

insuperabili nel saper leggere,<br />

nel presente, il futuro, costruendo -<br />

assieme rinomanza - non solo<br />

scientifica - al complesso ospedaliero,<br />

che per lustri hanno servito.<br />

Sono stati, insomma, portatori e<br />

missionari di una chirurgia e di una<br />

medicina di avanguardia insegnando<br />

- tra l'altro - a tutti gli operatori<br />

medici e paramedici le regole della<br />

scienza ippocratica, che pone al<br />

centro dell'assistenza la persona<br />

malata in quanto tale, mettendo<br />

sempre in mente che "ogni corpo<br />

vivente costituisce una unità e non<br />

un aggregato di organi".<br />

Quindi, Renda e Leo si sono caricato<br />

sulle spalle, nel loro agire<br />

medico, lo sforzo, il compito, caparbio,<br />

zelante e costante, di sconfiggere,<br />

per quanto hanno potuto, le<br />

insufficienze, le superficialità, le<br />

noncuranze, le baldanze boriose e<br />

distratte, che, di sovente, circolano<br />

nelle corsie ospedaliere e che, spesso,<br />

sono fonte della cosiddetta malasanità.<br />

Certo, non sempre saranno stati<br />

perfetti. Sicuramente, però, nell'Ospedale<br />

"<strong>Panico</strong>" sono stati due insonni<br />

sentinelle a presidio di un<br />

modo di fare chirurgia e medicina,<br />

arricchite da rifinita assistenza, tecnica<br />

e morale. Traguardi e metodi<br />

che - ahinoi ! -negli ultimi tempi si<br />

sono un po' appannati tanto da richiamare<br />

il tema fissatomi: "eccellenza<br />

in sanità: ruolo della professionalità".<br />

L’ISTITUZIONE DEL<br />

SERVIZIO SANITARIO<br />

NAZIONALE<br />

Argomenti, per vero, già da me<br />

accennati, nel descrivere l'attività<br />

degli emeriti Prof. Renda e Dott.<br />

Leo, ma che impongono qualche<br />

approfondimento. Non posso, infatti,<br />

dimenticare di essere stato, per<br />

oltre venti anni membro, V. Presidente<br />

e Presidente della Commissione<br />

permanente Igiene e Sanità<br />

della Camera dei Deputati.<br />

Né posso scordare che ho seguito<br />

tutto il travaglio delle riforme sanitarie,<br />

varate dal Parlamento, dal<br />

1963 al 1983 e di aver presieduto la<br />

citata Commissione durante la discussione<br />

e il varo della legge istitutiva<br />

(n. 833/1978) del Servizio Sanitario<br />

Nazionale.<br />

Di tale "rivoluzione" del sistema<br />

sanitario mi sento quasi l'ultimo padre.<br />

Non solo perché molti riformatori<br />

sono passati a miglior vita, ma<br />

anche per la solita constatazione<br />

che le vittorie hanno molti padri<br />

mentre le sconfitte restano orfane.<br />

Con schiettezza, signore e signori<br />

<strong>qui</strong> presenti, vi devo dire che<br />

non ripudio lo spirito riformatore<br />

della legge 833.<br />

Ripudio, invece, le centinaia di<br />

modificazioni peggiorative che, dopo<br />

il 1983, si sono abbattute sul<br />

Servizio Sanitario Nazionale, che<br />

aveva bisogno di un lungo periodo<br />

di puntuale applicazione e non di<br />

revisioni a getto continuo, provocati,<br />

in ogni istante, dalla fantasia del<br />

Ministro di turno o del Presidente di<br />

Regione di turno<br />

Qualsiasi legislazione riformatrice<br />

se diviene ballerina, <strong>qui</strong>ndi instabile,<br />

lacera l' organicità del disegno<br />

tessuto e ne peggiora la sua<br />

qualità. Certo, molte colpevolezze<br />

sono da addebitare ai tentativi maldestri<br />

di politicizzazione, rovesciati<br />

su un settore che non si dovrebbe<br />

mai prestare a siffatta scorribanda,<br />

essendo la vita umana la maggior<br />

gloria di Dio e il più grande bene,<br />

posseduto da noi mortali.<br />

Detto questo, la pietra va battuta<br />

sul petto anche da molti operatori<br />

che sorreggono, con la loro essenzialità,<br />

l'apparato sanitario riformato,<br />

evitando almeno due posizioni<br />

connesse. La prima: si sbaglia,<br />

ancora, nel mettere da parte, nel disegno<br />

riformatore, un intenso concorso<br />

collaborativo delle categorie<br />

mediche e paramediche. La seconda:<br />

maggiormente sono in errore le<br />

categorie mediche e paramediche se<br />

continuano a credere che una riforma<br />

sanitaria possa essere conformata<br />

a convenienze privatistiche o a<br />

privilegi corporativi.<br />

Nel delicato settore sanitario -<br />

piaccia o no - deve essere prioritaria,<br />

solo e soltanto, l'esaltazione, regolata<br />

e perenne, di quanto conviene<br />

fare affinché la persona in sofferenza<br />

sia salvaguardata nei suoi mali<br />

e nei suoi bisogni, tenendo presente<br />

che si è chiamati non a curare<br />

malattie ma persone malate. Certo,<br />

è estremamente difficile corredare<br />

di eccellenza l'assistenza sanitaria ai<br />

suoi vari livelli.<br />

I PROBLEMI<br />

DEL MERIDIONE<br />

A tal fine - tra l'altro - necessitano<br />

imponenti risorse finanziarie, severi<br />

abbattimenti degli sprechi e una<br />

forte passione di servire il nostro<br />

prossimo. Problematiche scottanti,<br />

che investono tutti i Paesi del mondo,<br />

compresi quelli che si dicono all'avanguardia<br />

nel settore sanitario.<br />

Problematiche più aspre e irrisolte<br />

in questo nostro Sud, reso esule da<br />

chi comanda e da ataviche arretratezze.<br />

Non è una leggenda che, anche<br />

in tema di efficienza e di eccellenza<br />

sanitaria, vi sia un Centro-settentrione<br />

più funzionale e un Mezzogiorno<br />

più arretrato.<br />

E' pure vero che ciò che altrove<br />

luccica, non tutto è oro. Ma le deficienze<br />

nei territori meridionali sono<br />

reali e palpabili. Derivano anche dai<br />

nostri vizi di mentalità, che, per<br />

esempio, tardano a comprendere<br />

che il sofferente patisce di meno se<br />

l'ambiente, che lo circonda, lo considera<br />

di più. Se, accanto ad un bravo<br />

medico, allo strumento sofisticato,<br />

al medicinale ultimo grido si accoppia<br />

l'offerta rinfrancante di una<br />

incoraggiante parola e un visibile<br />

segno di immedesimazione. In più,<br />

risulta, infatti, oltremodo necessaria<br />

e benefica la constatazione che chi<br />

possiede sapienza medica deve, in<br />

ogni caso, praticare una verifica semeiotica<br />

su tutto il corpo da visitare,<br />

dando il dovuto valore alla potenza<br />

dell'occhio clinico, dell'audizione<br />

e della palpazione clinica, che<br />

non sono atti residuali di una medicina<br />

sorpassata ma esigenza primaria<br />

per ac<strong>qui</strong>sire una complessità di<br />

certezze o di indizi necessari.<br />

LA CONDIZIONE DI<br />

ECCELLENZA<br />

IN SANITÀ<br />

Mi stupiscono, cari ascoltatori,<br />

quei medici che, dopo un frettoloso<br />

collo<strong>qui</strong>o con il paziente, senza toccarlo<br />

nemmeno con un dito, sciorinano<br />

la prescrizione di una sequela<br />

infinita di accertamenti clinici strumentali.<br />

Ben vengano pure i "robot"<br />

a condizione che i manovratori delle<br />

molteplici inanimate macchine<br />

abbiano contezza che il mezzo usato<br />

fornisce il nulla, qualora dovesse<br />

mancare l'alta cognizione intellettiva<br />

di chi la usa. Tutto ciò ci mostra<br />

quanto sia accidentata e lontana una<br />

condizione di eccellenza del nostro<br />

sistema sanitario pubblico, anche se<br />

a me sembra temerario azzardare<br />

una possibile evoluzione di eccellenza<br />

in senso stretto.<br />

Basta, invece, costruire e disporre<br />

di una buona sanità. Basta, cioè,<br />

sconfiggere la malasanità senza avventurarsi<br />

in sogni fantasiosi, quasi<br />

impossibili. Questo è il problema<br />

più assillante del momento.<br />

Con<strong>qui</strong>stare ed essere, cioè, nel<br />

normale, sempre più rifinito. Questa<br />

è la fatica durissima che si può rag-<br />

giungere solo attraverso la parola -<br />

chiave, che si chiama professionalità,<br />

bisognevole di due re<strong>qui</strong>siti primari:<br />

onestà e eccellenza.<br />

Stasera abbiamo con noi due<br />

campioni di tali, indispensabili doti.<br />

Gaetano Renda e Franco Leo, che<br />

hanno fatto scuola, che hanno sparso<br />

il buon seme, che hanno saputo trasferire<br />

passione e deontologia, che<br />

mai si sono appagati del loro sapere<br />

e che umilmente si sono piegati sui<br />

libri, elaborando pubblicazioni e ricercando<br />

approfondimenti e nuove<br />

frontiere a favore della salute.<br />

A proposito di professionalità,<br />

sono numerose le insidie del momento.<br />

Per esempio, la globalizzazione,<br />

invadente, inevitabile, che<br />

può, degenerare in appiattimenti e<br />

disvalori di fondo.<br />

L'antidoto a tale rischio è l'arricchimento<br />

di una permanente sfida<br />

concorrenziale di qualità, animata<br />

dal rifinimento della professionalità.<br />

Soprattutto in campo medico,<br />

dove divengono insopportabili ed<br />

esiziali le eventuali carenze e dove<br />

perdura quel luogo comune che, per<br />

una buona politica della salute, basti<br />

la solitaria preparazione di bravi<br />

medici. Bisogna convincersi, invece,<br />

che la tutela della salute pretende<br />

un giuoco di squadra, per cui la<br />

professionalità deve divenire una<br />

virtù, avvolgente l'interezza del personale,<br />

addetto al settore.<br />

Ricordiamoci che il primo biglietto<br />

di presentazione di una struttura<br />

sanitaria è in mano al portiere.<br />

Poi passa, nelle varie mani, sino alla<br />

dirigenza. Perciò, chi torna dai<br />

cosiddetti viaggi della speranza, prima<br />

di lodare il valore dei sanitari<br />

curanti, elogia, spesso, l'accoglienza<br />

ricevuta e il rispetto ottenuto da parte<br />

di tutti gli addetti alle sue cure.<br />

Nulla, perciò, si toglie alla priorità<br />

medica se ci si convince che una<br />

struttura sanitaria è veramente funzionale<br />

ed eccellente quando riesce<br />

a disporre di un corpo paramedico,<br />

altamente formato e qualificato.<br />

40 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />

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