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tà italiana nel corso dei secoli.<br />

“Istituisco mio erede universale e<br />

particolare l’ospedale di Acquaviva,<br />

li poveri infermi….” così si apre<br />

il testamento del grande benefattore.<br />

Da pochi posti letto ai quasi 700<br />

dell’attuale <strong>Pia</strong>no ospedaliero, ha<br />

realizzato di recente una grande<br />

opera, la prima ispirata all’idea dell’Ospedale<br />

del futuro presentata dal<br />

prof. Veronesi. Il nuovo ospedale<br />

ospiterà i diversi plessi distribuiti<br />

sul territorio. Il più giovane, l’ultimo<br />

non certo per importanza…: l’Ospedale<br />

Cardinal <strong>Panico</strong> di Tricase.<br />

L’OSPEDALE G.PANICO<br />

DI TRICASE<br />

La sua erezione in Ospedale è<br />

stato un vero atto di coraggio e di<br />

lungimiranza giuridica, politica e<br />

strategica voluta dalla Rev.ma Madre<br />

Elisa Zanchi, l’allora Madre<br />

Generale dell’Istituto Marcelline,<br />

in un periodo in cui forti perplessità<br />

erano generate dalla nuova legge di<br />

riforma degli ospedali, la legge<br />

12.2.68 n.132 intorno alla quale si<br />

sviluppò un acceso dibattito per<br />

l’incertezza delle possibili sorti degli<br />

Ospedali Religiosi.<br />

Se ne ha conferma oltre che per<br />

testimonianza diretta per aver vissuto,<br />

cioè, personalmente quel periodo<br />

anche per un contributo originale<br />

dall’Epoca di Padre Pier Luigi<br />

Marchesi, priore dei Fatebenefratelli<br />

che ho ritrovato tra le mie vecchie<br />

carte: “E’ pacifico, anzitutto,<br />

che l’ente ecclesiastico a gestione<br />

autonoma possa conseguire, sul<br />

piano dell’assistenza ospedaliera,<br />

dei risultati migliori di quelli raggiungibili<br />

dall’ente pubblico: si allude,<br />

in particolare, alla possibilità<br />

di una più efficiente organizzazione<br />

delle risorse produttive, che consente<br />

di “bloccare” le rette di degenza<br />

a livelli inferiori a quelli accessibili<br />

agli enti pubblici; alla assenza<br />

di impacci burocratici e politici,<br />

che rende possibile il promuovimento<br />

di tutta una serie di iniziative<br />

scientifiche e sanitarie; alla in-<br />

discutibile capacità “propulsiva”<br />

nel terreno dell’assistenza ospedaliera<br />

in senso stretto.<br />

Ma, soprattutto, si vuole alludere<br />

alla caratteristica tipica degli enti<br />

ecclesiastici, che abbiamo visto<br />

consistere nella capacità di umanizzare<br />

l’ospedale.<br />

E’ stato, al riguardo, giustamente<br />

osservato: “si parla, in generale,<br />

della azienda ospedaliera, dell’impresa<br />

pubblica ospedaliera, dell’ospedale<br />

visto come una macchina<br />

che produce salute.<br />

E’ un punto di vista utile e giusto,<br />

ma non basta. Vorrei dire, se<br />

non fosse una frase abusata: torniamo<br />

alle origini, l’ospedale non è soltanto<br />

un’azienda, è ancora oggi una<br />

istituzione di beneficenza, nel senso<br />

più valido della espressione; è ancora<br />

oggi un’opera di assistenza, nel<br />

senso più valido dell’espressione.<br />

Non bisogna lasciarsi prendere<br />

dagli aspetti tecnici di questo mezzo:<br />

occorre ricordare che si tratta<br />

soltanto di un mezzo…oggi occorre<br />

sottolineare l’altro aspetto, quello<br />

che nella legge non trova posto…<br />

Esiste la persona, l’individuo, e<br />

l’ospedale deve prendere coscienza<br />

del fatto di essere una comunità e<br />

deve porsi il problema dei suoi rapporti<br />

con la comunità generale”<br />

(Benvenuti, L’Ospedale società nella<br />

società, in Gli ospedali, Milano,<br />

1970, p.429 ss.)”. A me sembra di<br />

individuare in queste parole la<br />

proiezione in chiave moderna di<br />

questo Ospedale, dei nostri ospedali.<br />

IL SUO SVILUPPO<br />

La storia dell’Ospedale di Tricase<br />

continua con l’istituzione nel ’68<br />

della Scuola infermieri professionali.<br />

Centinaia e centinaia gli infermieri<br />

formatisi a questa scuola,<br />

sparsi per tutta l’Italia si fanno apprezzare<br />

per la loro seria preparazione<br />

e per la carità cristiana con<br />

cui svolgono la loro attività sia nelle<br />

corsie di ospedale che nella attività<br />

assistenziale domiciliare .<br />

La ricettività dell’ospedale si va<br />

via via nel tempo dimostrando sempre<br />

più insufficiente a soddisfare le<br />

richieste dell’interland non solo per<br />

gli standard “alberghieri” che la<br />

moderna, confortevole ed efficiente<br />

struttura offre, ma perché l’ospedale<br />

di Tricase è ormai garante della<br />

buona sanità nel Salento ed oltre.<br />

Esso ha svolto, svolge ed è chiamato<br />

a svolgere come Ente Ecclesiastico<br />

una funzione insostituibile<br />

e preziosa nella Sanità pugliese soprattutto<br />

in quanto gli operatori credono<br />

nell’attività svolta e per essa<br />

si impegnano in modo totale ed assoluto<br />

in coerenza con la comunità<br />

consacrata che opera in questa comunità<br />

ospedaliera con quella autonomia<br />

che sconosciuta agli ospedali<br />

pubblici compete e deve competere<br />

agli Enti Ecclesiastici e rappresenta<br />

la migliore garanzia per un<br />

approccio autentico, costante, infaticabile<br />

ai problemi veri del malato.<br />

Tutto ciò lo impone lo spirito religioso<br />

che anima l’ospedale e lo<br />

conferma la scelta di civiltà del<br />

quotidiano operare in questa struttura.<br />

Dagli anni ’70 l’Ospedale di<br />

Tricase è cresciuto tanto, dai primi<br />

150 posti letto ad oltre i 400 attuali<br />

e si è radicato sempre più nel sociale.<br />

E’ difficile oggi pensare a<br />

questo territorio senza l’opera caritatevole<br />

delle Marcelline anche in<br />

un’epoca di aziendalizzazione esasperata<br />

ispirata ai concetti di efficienza,<br />

efficacia, mercato, ma l’Ospedale<br />

di Tricase li incarna come<br />

attenzione ai vincoli economici per<br />

l’eliminazione degli sprechi, per lo<br />

sviluppo di una missione comune,<br />

per una nuova cultura organizzativa<br />

che combini economia, etica, efficienza,<br />

qualità.La missione si combina<br />

con la cultura del razionale uso<br />

delle risorse sempre più scarse, il<br />

dovere di assistenza si combina con<br />

il diritto alla salute.<br />

Dr. Rocco Palmisano<br />

Segretario Generale<br />

Ospedale Miulli<br />

Acquaviva delle Fonti (Bari)<br />

AVoi tutti, signore, signori, il<br />

mio saluto, che diviene anche<br />

ringraziamento verso<br />

coloro - Eccellenza Reverendissima,<br />

Mons. Cassati, membri della<br />

<strong>Fondazione</strong>, Madre Superiora Suor<br />

Cosma e sorelle Marcelline, direttrice<br />

generale dell'Azienda Ospedaliera,<br />

Suor Margherita - che hanno<br />

voluto la mia presenza e chiesto la<br />

mia parola in questo magnifico incontro<br />

di amore, di rispetto, di riconoscenza<br />

e di valutazioni sulla sanità.<br />

Un evento, <strong>qui</strong>ndi, con particolari<br />

significati.<br />

LE MARCELLINE,<br />

ARTEFICI<br />

DELL’OSPEDALE<br />

DI TRICASE<br />

Innanzi tutto, vuole rendere ulteriore<br />

considerazione e dovuto onore<br />

all'Ordine delle Marcelline, che -<br />

ispirato dall'intuito, dal magistero e<br />

dalla generosità dell'eminente tricasino,<br />

Giovanni <strong>Panico</strong>, compianto<br />

Cardinale di Santa Romana Chiesa<br />

- ha accettato, con rischiosa arditezza<br />

e con inconsueta missione ospedaliera<br />

di edificare e gestire questa<br />

cattedrale della carità, dedicata alla<br />

salute, fisica e spirituale, di una<br />

umanità sofferente, abitante, per<br />

giunta, in un territorio, carico di voluta<br />

dimenticanza pubblica.<br />

Tali ricordi si tramutano in gratitudine<br />

verso quanti, a qualsiasi titolo,<br />

hanno contribuito alla realizzazione<br />

del nosocomio. In particolare,<br />

la sentita memoria, in questa serata,<br />

va a quanti non sono più con noi ma<br />

ci guardano dalla finestra del Cielo.<br />

Li abbiamo nel cuore e li<br />

avvertiamo, ancora vivi,<br />

al nostro fianco. In particolare,<br />

il Cardinal <strong>Panico</strong>,<br />

Madre Dina, Suor<br />

Giulietta, il sapiente avv.<br />

Costanza, il nucleo di<br />

medici - pionieri, che,<br />

nel lontano 1967, si riunirono<br />

a Napoli per redigere<br />

l'atto di nascita<br />

dell'Ospedale.<br />

Un affettuoso particolare<br />

riguardo spetta alle<br />

venerande Madri Suor<br />

Albertario e mitica Suor<br />

Zanchi, operaie instancabili<br />

del fare, che ancora<br />

donano, validamente,<br />

presenza, ingegno, lungimiranza,<br />

valori da me apprezzati<br />

nei frequenti collo<strong>qui</strong><br />

e incontri, avuti per<br />

rendere avanzamento alla<br />

struttura ospedaliera.<br />

Sono tutte rimembranze<br />

incancellabili, che mai<br />

possono essere scordate, che illuminano<br />

questo nostro stare assieme,<br />

<strong>qui</strong> a Tricase, e che si intrecciano<br />

con l'operosità di chi continua, nel<br />

presente, la missione dei fondatori,<br />

accettando le sfide del futuro. Tempo<br />

questo che sarà vincente se riuscirà<br />

a fermentare( con il meglio<br />

del passato e del presente, conservando<br />

la consapevolezza che nulla<br />

vi è di assoluto inedito nella nostra<br />

quotidianeità.<br />

IL PROF. G. RENDA<br />

In questo contesto di reminiscen-<br />

INCONTRI<br />

I medici Gaetano Renda e Franco Leo restano l’architrave<br />

fondativa del nosocomio tricasino<br />

ECCELLENZA IN SANITÀ:<br />

RUOLO DELLE PROFESSIONALITÀ<br />

On.le Giacinto Urso,<br />

Difensore Civico della Provincia di Lecce<br />

ze e di considerazioni, gioiosamente<br />

irrompe un tributo di devota, onorifica<br />

attenzione, verso due medici,<br />

che furono e restano protagonisti<br />

fondanti dell'Ospedale "<strong>Panico</strong>" e<br />

del suo itinerario di crescita. Sono:<br />

il Prof. Gaetano Renda, primario<br />

chirurgo e il dotto Franco Leo, che,<br />

per volontà dell'amministrazione<br />

del "<strong>Panico</strong>", sono elevati a emeriti.<br />

Con tale titolo, essi - pur non esercitando,<br />

causa l'età, il loro compito attivo<br />

vengono a conservare il grado e<br />

gli onori, cancellando quel brutto<br />

"ex", (anche se è meglio essere "ex"<br />

che "x"), che si applica - come nota<br />

stonata - alle professionalità cessate,<br />

38 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006 ORIZZONTI - Anno 5, n. 2, 2006<br />

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