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ATR-42_1987-10-15 - Ingegneria Aerospaziale - Politecnico di Milano

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<strong>Politecnico</strong> <strong>di</strong> <strong>Milano</strong><br />

Dipartimento <strong>di</strong> <strong>Ingegneria</strong> <strong>Aerospaziale</strong><br />

Sicurezza del trasporto aereo<br />

ANALISI RETROSPETTIVA<br />

METODO ISAAC:<br />

CONCA DI CREZZO <strong>1987</strong><br />

Andrea Mottin<br />

Valentina Onorato<br />

Pietro Pagani<br />

Giugno 2011<br />

1


In<strong>di</strong>ce<br />

Introduzione<br />

Ricostruzione dell'accaduto<br />

La sentenza<br />

Macro-eventi<br />

Event Time Line (ETL)<br />

Analisi dell'incidente (Metodo ISAAC)<br />

Tabella I. La “Sporca dozzina”<br />

Diagramma macro-evento 1<br />

Diagramma macro-evento 2<br />

Diagramma macro-evento 3<br />

Diagramma macro-evento 4<br />

Tabella riassuntiva errori e fattori umani<br />

Conclusione<br />

Bibliografia<br />

Introduzione<br />

Questa relazione si propone <strong>di</strong> effettuare un’analisi retrospettiva <strong>di</strong> un incedente aereo reale,<br />

esulando da voler dare giu<strong>di</strong>zi e commenti sull’accaduto, ma limitandosi a una semplice analisi dei<br />

fatti.<br />

L’incidente preso in analisi è avvenuto nella località Conca <strong>di</strong> Crezzo (provincia <strong>di</strong> Como,<br />

Italia) in data <strong>15</strong> ottobre <strong>1987</strong>, il velivolo interessato è un <strong>ATR</strong> <strong>42</strong> con a bordo 35 passeggeri<br />

decollato da <strong>Milano</strong> Linate e <strong>di</strong>retto a Colonia (Germania).<br />

La scelta <strong>di</strong> questo preciso evento è dovuta alla numerosa mole <strong>di</strong> dati e informazioni<br />

sull’argomento, che permettono un’analisi approfon<strong>di</strong>ta e dettagliata. Oltre alla semplice cronaca,<br />

infatti, si è potuto risalire alla sentenza avvenuta dopo il processo a danni dei piloti, della<br />

compagnia aerea e dell’incidente in questione.<br />

Il metodo scelto è il metodo ISAAC (Integrated Systemic Approach for Accident Causation)<br />

in quanto è stato ritenuto il più idoneo al caso considerato. Questo metodo, infatti, è adatto<br />

all’analisi <strong>di</strong> incidenti, nel quale compaiono Errori umani e Guasti tecnici, nonché permette<br />

l’identificazione <strong>di</strong> componenti nascoste e fattori personali che possono essere causa <strong>di</strong> eventi e<br />

decisioni determinanti. Infine, permette l’identificazione <strong>di</strong> comportamenti e attrezzature non idonei<br />

e una classificazione molto accurata dei fattori umani. Grazie al metodo ISAAC risulta più<br />

imme<strong>di</strong>ata e facile la lettura dell’analisi retrospettiva in quanto prevede l’uso <strong>di</strong> numerosi<br />

<strong>di</strong>agrammi nei quali vengono presentate le cause e gli eventi correlati.<br />

2<br />

3<br />

6<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

<strong>10</strong><br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

<strong>15</strong><br />

<strong>15</strong><br />

2


Ricostruzione dell'accaduto<br />

L’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> n.46 Città <strong>di</strong> Verona,<br />

progettato e fabbricato dalla società francese<br />

Aérospatiale in collaborazione con la società<br />

italiana Aeritalia e gestito dalla Spa ATI, la<br />

sera del <strong>15</strong> ottobre <strong>1987</strong> era a<strong>di</strong>bito al<br />

trasporto passeggeri sulla linea <strong>Milano</strong>-<br />

Colonia (Volo AZ 460) e doveva percorrere<br />

la rotta Trezzo, Trasa<strong>di</strong>ngen.<br />

Il decollo è avvenuto con notevole<br />

ritardo dall’aeroporto <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> Linate alle<br />

ore 18.13 circa del meri<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Greenwich.<br />

A bordo vi erano il Comandante Lamberto Figura 1. L'<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> della compagnia ATI<br />

Lainé, il Copilota Pierluigi Lampronti,<br />

l’assistente <strong>di</strong> volo Carla Corneliani e 34 passeggeri <strong>di</strong> varie nazionalità. L’aereo, su autorizzazione<br />

del Comandante, veniva sin dall’inizio pilotato da Lampronti.<br />

In base alle informazioni loro fornite prima della partenza, i piloti erano a conoscenza che i<br />

bollettini meteorologici prevedevano lungo la rotta la possibilità <strong>di</strong> formazioni <strong>di</strong> ghiaccio, sia pure<br />

moderate. La cognizione <strong>di</strong> tale previsione è confermata dal colloquio registrato dal CVR tra il<br />

Comandante e il copilota antecedente al decollo in or<strong>di</strong>ne a talune modalità del decollo in “ice<br />

con<strong>di</strong>tion” in caso <strong>di</strong> avaria <strong>di</strong> un motore.<br />

Al secondo 971 delle registrazioni FDR, il Lampronti inseriva l’autopilota: il volo strumentale<br />

proseguiva sino al secondo 1748.<br />

Al secondo <strong>10</strong>28 il copilota pronunciava la frase: “Non dovrebbe dare tutta questa eco”.<br />

Al secondo 1130 il Lampronti su <strong>di</strong>sposizione del comandante cambiava il modulo del<br />

funzionamento dell’autopilota da VS (Vertical Speed, velocità <strong>di</strong> salita costante e velocità in<strong>di</strong>cata<br />

variabile) a IAS hold (velocità in<strong>di</strong>cata costante e velocità <strong>di</strong> salita variabile). Fino al secondo 1740<br />

l’aereo viaggerà ad una velocità costante sui 130/133 no<strong>di</strong>.<br />

Il velivolo era entrato in nube (venivano spente le strobe light) e in tale con<strong>di</strong>zione procederà fino<br />

all’epilogo.<br />

Intorno al secondo 1289 il velivolo a turboelica King Air HB-GGU decollato alcuni minuti<br />

prima dell’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> e procedete sulla stessa rotta comunicata all’ATC (Torre <strong>di</strong> Controllo) <strong>di</strong> <strong>Milano</strong><br />

Linate l’incapacità <strong>di</strong> superare le Alpi per problemi <strong>di</strong> ghiaccio dopo aver sorvolato il punto<br />

NIKMO, corrispondete a Lecco, trovatosi a livello <strong>di</strong> volo 140. Lainé e Lampronti in quel momento<br />

erano collegati con detta ATC su una frequenza <strong>di</strong>versa e perciò non hanno u<strong>di</strong>to la conversazione.<br />

Al secondo 1314 l’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> veniva autorizzato al livello <strong>di</strong> volo <strong>di</strong> 16.000 pie<strong>di</strong>. Intorno al secondo<br />

1321 il King Air HB-GGU, sulla stessa frequenza alla quale era collegato l’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> n.46, ha<br />

ottenuto dall’ATC l’autorizzazione a tornare in<strong>di</strong>etro e ad atterrare in emergenza all’aeroporto <strong>di</strong><br />

<strong>Milano</strong> Malpensa, per riba<strong>di</strong>ta impossibilità <strong>di</strong> prosecuzione del volo a causa <strong>di</strong> formazioni <strong>di</strong><br />

ghiaccio. Il <strong>di</strong>alogo fra detto aereo e l’ATC non è stato oggetto <strong>di</strong> commenti da parte <strong>di</strong> Lainé e<br />

Lampronti.<br />

Intorno al secondo 1375 il velivolo Crossair 914 che procedeva nella stessa zona,<br />

comunicava sulla stessa frequenza cui era in quel momento collegato l’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> e l’altro aereo non<br />

identificato, <strong>di</strong> avere avuto problemi <strong>di</strong> ghiaccio fino alla quota <strong>di</strong> volo 170:sempre senza commenti<br />

da parte dei piloti dell’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong>.<br />

Tra il secondo 1<strong>42</strong>3 e il secondo 1492, mentre l’aereo procedeva a una velocità intorno ai 132 no<strong>di</strong><br />

3


(in “ice con<strong>di</strong>tion” l’AFM – Aicraft Flight Manual – del costruttore prevedeva una velocità minima<br />

<strong>di</strong> 135 no<strong>di</strong> e l’OM – Operating Manual – della compagnia ATI, una velocità minima <strong>di</strong> 133 no<strong>di</strong>,<br />

come il FCOM – Flight Control Operating Manual – del costruttore autorizzava l’assistente <strong>di</strong> volo<br />

a <strong>di</strong>stribuire la cena ai passeggeri, <strong>di</strong>chiarando: “Non c’è turbolenza” e poco dopo <strong>di</strong>ceva:<br />

“Riposiamoci <strong>di</strong>eci minuti”.<br />

Raggiunta la zona in cui il velivolo HB-GGU aveva trovato con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ghiaccio, le prestazioni <strong>di</strong><br />

salita del velivolo cominciavano a decadere; venivano più volte azionate le luci d’ala, come risulta<br />

dai rumori <strong>di</strong> interruttori registrati.<br />

Al secondo <strong>15</strong>77, l’ATC autorizzava al raggiungimento <strong>di</strong> 20.000 pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> quota.<br />

Nei secon<strong>di</strong> 1653/1667 la velocità <strong>di</strong> salita continuava a scendere, <strong>di</strong>scontinuamente, portandosi<br />

fino a 500 pie<strong>di</strong> al minuto contro un valore minimo normale <strong>di</strong> <strong>10</strong>00 pie<strong>di</strong>.<br />

Intorno al secondo 1668, dopo un’altra probabile accensione delle luci d’ala il copilota <strong>di</strong>ceva:<br />

“Sembra che si sia formato sulla parte posteriore vero?” e il comandante gli rispondeva: “Sopra…<br />

guarda.”<br />

Il tenore delle frasi e il contesto in cui sono state pronunciate… non consentono <strong>di</strong> dubitare che esse<br />

si riferiscono al ghiaccio e che i due piloti lo hanno avvistato sulle ali del velivolo. Su questo tutte le<br />

parti concordano.<br />

Nonostante l’avvistamento del ghiaccio il velivolo continuava a procedere alla velocità<br />

oraria <strong>di</strong> 132 no<strong>di</strong>, mentre l’AFM (Aircraft Flight Manual) del costruttore e l’OM della compagnia<br />

ATI per le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> “ice accretion observed” prescrivevano rispettivamente le velocità minime<br />

in<strong>di</strong>cate <strong>di</strong> 145 no<strong>di</strong> e <strong>di</strong> 143/148 no<strong>di</strong> a secondo dell’inclinazione <strong>di</strong> virata.<br />

Fra il secondo 1668 e il secondo 1740 il deca<strong>di</strong>mento delle prestazioni <strong>di</strong> salita <strong>di</strong>minuiva sempre<br />

più fino al valore <strong>di</strong> soli 200 pie<strong>di</strong> al minuto.<br />

Al secondo 1740 il comandante or<strong>di</strong>na al copilota: “Guadagna quegli altri 4 no<strong>di</strong> perché sennò non<br />

saliamo più”. Questo or<strong>di</strong>ne è stato poi inteso dai periti non come un aumento ma un’ulteriore<br />

<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> velocità, in quanto il FDR non ha registrato aumenti <strong>di</strong> velocità ma aumenti dei<br />

valori <strong>di</strong> incidenza dell’elevatore.<br />

D’altra parte le velocità consigliate per una buona salita risulta essere 130 no<strong>di</strong>. Al secondo 1748<br />

quando l’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong> si trovava alla quota <strong>di</strong> 16.<strong>42</strong>8 pie<strong>di</strong>, aveva inizio una caduta dell’ala destra per lo<br />

stallo ossia per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> portanza alla sua estremità che, nei secon<strong>di</strong> successivi, raggiungeva 41 gra<strong>di</strong>.<br />

Veniva registrato dal FDR l’avviso acustico del <strong>di</strong>stacco dell’autopilota. Per la brevità del suono e<br />

per il <strong>di</strong>alogo tra i due piloti nei successivi secon<strong>di</strong> 1754-1755 si ritiene che il <strong>di</strong>stacco<br />

dell’autopilota sia stato effettuato per opera del Lampronti (copilota).<br />

L’FDR, successivamente, registrava spostamenti dell’elevatore a cabrare, nonché rilevati movimenti<br />

<strong>di</strong> alettoni e del timone, comportanti amplificazioni delle oscillazioni alari.<br />

Intorno al secondo 1750 risuonava il preavviso acustico <strong>di</strong> stallo per il raggiungimento della soglia<br />

<strong>di</strong> incidenza alare <strong>di</strong> 12.5°, sonda programmata per la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> “ice accretation observed”; ciò<br />

implicava necessariamente che l’impianto “de ice” era inserito.<br />

Subito dopo l’aeroplano iniziava a perdere quota, mentre si accentuavano i movimenti<br />

dell’equilibratore a cabrare e le escursioni degli alettoni e del timone: intanto anche l’ala sinistra<br />

stalla fino al raggiungimento <strong>di</strong> <strong>10</strong>0°.<br />

Intorno al secondo 1755 al raggiungimento <strong>di</strong> 18° <strong>di</strong> incidenza (molto superiore alla soglia in<br />

con<strong>di</strong>zioni “ice accretation observed”), entrava in funzione lo stick pusher, congegno meccanico<br />

che spinge in avanti la barra <strong>di</strong> comando dell’elevatore con forza <strong>di</strong> 40 chilogrammi portando lì<br />

elevatore a picchiare ossia nella <strong>di</strong>rezione giusta per fronteggiare una situazione <strong>di</strong> stallo.<br />

Al secondo 1756, mentre l’elevatore si stava riportando a cabrare e stava <strong>di</strong>minuendo l’inclinazione<br />

dell’ala sinistra, il copilota Lampronti pronunciava: “Giù…giù…giù”.<br />

Subito dopo Lainé <strong>di</strong>ceva: “Fermo, fermo” e prendeva i coman<strong>di</strong>.<br />

4


Si verifica un altro stallo con caduta dell’ala destra fino a <strong>10</strong>5°.<br />

Al secondo 1758 interveniva nuovamente lo stick pusher che, spingendo la barra in avanti, portava<br />

l’elevatore in posizione a picchiare: subito dopo questa operazione, l’elevatore si riportava a<br />

cabrare. La velocità d’ora in poi sarà in continuo aumento mentre l’aeroplano perdeva<br />

continuamente quota.<br />

Al secondo 1760, mentre era in corso una nuova caduta d’ala destra con culmine a <strong>10</strong>5°, il<br />

comandante or<strong>di</strong>nava al secondo pilota: “Riduci il motore” e subito dopo il secondo <strong>di</strong>chiarava <strong>di</strong><br />

aver eseguito l’or<strong>di</strong>ne; si accentuava la posizione dell’elevatore a cabrare.<br />

Al secondo 1762 in <strong>di</strong>scordanza con la posizione dell’elevatore, il relativo trim che nei minuti<br />

precedenti era rimasto fermo nella posizione <strong>di</strong> 1.7° a cabrare, si muoveva a picchiare; nei secon<strong>di</strong><br />

successivi si portava ancor più a picchiare.<br />

Ai secon<strong>di</strong> 1764 e 1765 risuonava nuovamente l’avviso acustico <strong>di</strong> stallo; si verificava una seconda<br />

caduta d’ala sinistra fino a 135° e l’aereo assumeva, mentre continuava ad affondare a velocità<br />

crescente, una posizione semi rovesciata.<br />

Dopo un terzo intervento dello stick pusher, l’elevatore si portava a picchiare.<br />

Nei secon<strong>di</strong> 1766/1770 la velocità in<strong>di</strong>cata aumentava da 185 no<strong>di</strong> a 231 no<strong>di</strong>, l’inclinazione<br />

sinistra si riduceva progressivamente, gli stalli d’ali avevano termine; l’elevatore era posizionato a<br />

picchiare in concordanza con il trim; il fattore <strong>di</strong> carico aumentava con la punta massima <strong>di</strong> 1.9 g.<br />

Il migliorato assetto del velivolo consentiva <strong>di</strong> intraprendere una “dolce” azione <strong>di</strong> rimessa<br />

me<strong>di</strong>ante cabrata.<br />

Al secondo 1771 il secondo pilota esclamava: “Tiralo su, tira”, riferendosi con evidenza<br />

all’elevatore da portare in posizione a cabrare.<br />

Al secondo 1772 il comandante <strong>di</strong>ceva: “sto tirando”, mentre l’elevatore si muoveva <strong>di</strong> poco nel<br />

senso a cabrare: l’aeromobile superava la velocità <strong>di</strong> 250 no<strong>di</strong>, massima velocità operativa (VMO)<br />

consentita e certificata e cominciava a risuonare il relativo avviso acustico, <strong>di</strong> tipo prioritario.<br />

Al secondo 1775 si registrava il movimento del trim a picchiare, fino al valore <strong>di</strong> 3.<strong>15</strong>°; l’elevatore<br />

si muoveva anch’esso a picchiare fino al valere <strong>di</strong> 4.57°. Al secondo 1779 il comandante <strong>di</strong>ceva<br />

nuovamente: “sto tirando”. Al secondo 1780 il trim riprendeva ancora a muoversi nel senso a<br />

picchiare, portandosi nei secondo successivi fino a fondo corsa, mentre l’elevatore si spostava<br />

anch’esso sempre più a picchiare.<br />

Il comandante, mente l’aereo stava superando la velocità <strong>di</strong> 330 no<strong>di</strong>, rappresentante per<br />

ragioni strutturali il limite massimo per la sua manovrabilità, gridava: “ho i coman<strong>di</strong> bloccati”.<br />

Il medesimo al secondo 1787 gridava: “tira su” e al secondo successivo il copilota rispondeva “sto<br />

tirando”, mentre l’allarme VMO continuava a suonare.<br />

Al secondo 1789 il copilota Lampronti comunicava all’ATC <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> Linate: “Alitalia 460, siamo<br />

in emergenza”.<br />

Il comandante al secondo 1793 gridava: “stiamo precipitando” e al secondo 1797 ancora: “ho i<br />

coman<strong>di</strong> bloccati”.<br />

Il volo si concludeva alle 18:29 GMT con l’impatto dell’aeroplano contro il suolo a velocità stimata<br />

<strong>di</strong> <strong>42</strong>0 no<strong>di</strong>.<br />

5


La sentenza<br />

Cinque anni dopo l'incidente, la Corte <strong>di</strong>chiara Jean Rech, ingegnere capo progettista della<br />

<strong>di</strong>tta Aérospatiale, colpevole <strong>di</strong> carenze iniziali della manualistica del costruttore <strong>di</strong> cui era<br />

responsabile, carenze che hanno inciso in modo determinante, anche se non esclusivo, su quelle<br />

analoghe del manuale <strong>di</strong> impiego della Spa ATI, punto <strong>di</strong> riferimento dei piloti della compagnia.<br />

Inoltre, concesse le attenuanti generiche, lo condanna alla pena <strong>di</strong> anni uno e mesi <strong>di</strong>eci <strong>di</strong><br />

reclusione. Pena sospesa e non menzione.<br />

Escluso il concorso <strong>di</strong> colpa <strong>di</strong> Pierluigi Lampronti, condanna Jean Rech e i responsabili<br />

civili Spa Aérospatiale e G.I.E. <strong>ATR</strong>, in solido tra loro e con gli imputati Settimio Marselli, Adriano<br />

Paccarié, Ettore Grion e i responsabili civili Spa Alitalia e Spa ATI, già condannati in primo grado.<br />

Macro-eventi<br />

1. Avventata decisione <strong>di</strong> decollo:<br />

I piloti erano a conoscenza prima della partenza della possibilità <strong>di</strong> incorrere nella<br />

formazione <strong>di</strong> ghiaccio sull'ala, seppure il bollettino meteo non fosse spiccatamente critico.<br />

Sapevano anche entrambi <strong>di</strong> non aver mai volato né simulato voli in cui risultassero delle<br />

formazioni <strong>di</strong> ghiaccio eppure hanno chiesto autorizzazione al decollo.<br />

2. Continuazione del volo in con<strong>di</strong>zioni potenzialmente rischiose:<br />

I piloti non hanno considerato, o non hanno u<strong>di</strong>to, le conversazioni del King Air HB-<br />

GGU e del Crossair 914 che confermavano il potenziale rischio <strong>di</strong> formazione <strong>di</strong> ghiaccio e<br />

hanno così continuato il volo.<br />

3. Primo stallo ala destra:<br />

Per colpa del mancato avvistamento <strong>di</strong> ghiaccio sull'ala e della cattiva gestione del<br />

volo in ice con<strong>di</strong>tion, in particolare relativamente alla velocità in<strong>di</strong>cata (IAS) che veniva<br />

tenuta troppo bassa durante la fase <strong>di</strong> salita, si verifica un primo stallo dell'ala destra.<br />

4. Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo del velivolo e impatto con il terreno:<br />

Dopo il primo stallo ne seguono altri, uno successivo all'altro, per colpa della<br />

noncuranza della corretta procedura e per la mancata ottimizzazione nell'utilizzo dei<br />

coman<strong>di</strong> e dei controlli <strong>di</strong> volo. Ne deriva così una rapida per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quota dell'aeroplano e il<br />

successivo impatto al suolo.<br />

6


Event Time Line (ETL)<br />

• Sec 0 Inizio registrazioni<br />

• h 18:13 Decollo<br />

• Sec 971 Inserimento autopilota<br />

• Sec 1289 Comunicazione incapacità <strong>di</strong> superare le Alpi da King Air HB-GGU<br />

• Sec 1314 Autorizzazione al livello <strong>di</strong> volo 16000 pie<strong>di</strong><br />

• Sec 1321 Autorizzazione a King Air atterraggio d’emergenza a Malpensa<br />

• Sec 1375 Crossair 914 comunica problemi <strong>di</strong> ghiaccio a livello <strong>di</strong> volo 17000 pie<strong>di</strong><br />

• Sec <strong>15</strong>77 Autorizzazione al livello <strong>di</strong> volo 20000 pie<strong>di</strong><br />

• Erronea continuazione del volo<br />

• Sec 1653 Velocità <strong>di</strong> salita in drastico calo<br />

• Sec 1668 I piloti notano il ghiaccio<br />

• Sec 1748 Primo stallo ala destra<br />

• Sec 1751 Stallo 2 (ala sinistra)<br />

• Sec 1755 Stick pusher in funzione<br />

• Sec 1757 Stallo 3 (ala destra)<br />

• Sec 1758 Stick pusher in funzione<br />

• Sec 1760 Stallo 4 (ala destra)<br />

• Sec 1765 Stallo 5 (ala sinistra)<br />

• Sec 1772 Superamento VMO<br />

• Sec 1787 Superamento 330 no<strong>di</strong><br />

• Sec 1789 Chiamata d’emergenza all’ATC <strong>di</strong> <strong>Milano</strong> Linate<br />

• h 18:29 Impatto con il suolo<br />

7


Analisi dell'incidente (Metodo ISAAC)<br />

Seguiranno <strong>di</strong>agrammi per l'analisi dei fattori umani e guasti tecnici, tabelle riassuntive per<br />

la classificazione degli errori (Active e Latent Error) e un'ulteriore catalogazione attraverso lo<br />

schema della “Sporca Dozzina” (Fallible-Machine) e a tale proposito si riporta la struttura della<br />

tassonomia associata al modello Fallible-Machine e l'elenco delle categorie della Sporca Dozzina<br />

(Dirty Dozen).<br />

Legenda <strong>di</strong>agrammi<br />

A B<br />

A B<br />

Latent Errors<br />

Active Errors<br />

Figura 2. Struttura tassonomia associata al modello Fallible-Machine<br />

A è implicato da B<br />

A implica B<br />

Causa comune a più sottoeventi<br />

Macro-evento<br />

Evento / causa / conseguenza<br />

Slips<br />

Lapses<br />

Mistakes<br />

Violations<br />

8


Tabella I. La “Sporca Dozzina” e gli antidoti proposti per combatterla<br />

9


Poca esperienza piloti<br />

sul velivolo <strong>ATR</strong> <strong>42</strong><br />

○ Mistake<br />

Scarsa conoscenza del volo<br />

in ice con<strong>di</strong>tion su turboelica<br />

○ Mistake<br />

Macro-evento 1<br />

AVVENTATA DECISIONE DI DECOLLO<br />

Percorso Fattori Umani Percorso Guasti Tecnici<br />

Assegnazione dei<br />

piloti/velivolo della<br />

compagnia aerea<br />

Con<strong>di</strong>zioni meteo sfavorevoli<br />

Possibile ghiaccio<br />

Processo organizzativo:<br />

Preparazione pre-volo malgestita Aérospatiale e ATI<br />

Carenza <strong>di</strong> informazioni<br />

su precedenti inconvenienti<br />

in ice con<strong>di</strong>tion su <strong>ATR</strong> <strong>42</strong><br />

○ Mistake<br />

<strong>10</strong>


Percorso Fattori Umani Percorso Guasti Tecnici<br />

Decisione sbagliata<br />

○ Violation<br />

Cattiva valutazione<br />

delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> volo<br />

○ Mistake<br />

Sottovalutazione atterraggi<br />

<strong>di</strong> emergenza King Air e Crossair<br />

○ Mistake<br />

Macro-evento 2<br />

ERRONEA CONTINUAZIONE VOLO<br />

Autorizzati da ATC al<br />

volo a quota 16000 pie<strong>di</strong><br />

e poi a quota 20000 pie<strong>di</strong><br />

Processo organizzativo:<br />

Mancata preparazione dei piloti per il volo con rischio <strong>di</strong><br />

ghiaccio su velivoli turboelica<br />

Non sentita comunicazione<br />

King Air: ra<strong>di</strong>o su frequenza<br />

<strong>di</strong>versa<br />

○ Slip<br />

11


Percorso Fattori Umani Percorso Guasti Tecnici<br />

IAS troppo bassa: Mantenuti<br />

132 no<strong>di</strong> anzichè 145 prescritti<br />

○ Mistake<br />

Noncuranza della<br />

corretta procedura per con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> ice accretion observed<br />

○ Mistake<br />

Mancato avvistamento<br />

<strong>di</strong> ghiaccio sull'ala<br />

○ Slip<br />

Macro-evento 3<br />

PRIMO STALLO ALA DESTRA<br />

Bassa visibilità a<br />

causa del volo in nube<br />

Errore latente:<br />

Familiarità bassa o nulla dei piloti<br />

con la situazione <strong>di</strong> rischio in atto<br />

○ Mistake<br />

Processo organizzativo:<br />

Mancata preparazione dei piloti per il volo con rischio <strong>di</strong><br />

ghiaccio su velivoli turboelica;<br />

ignoranza <strong>di</strong> precedenti inconvenienti occorsi ad <strong>ATR</strong> <strong>42</strong><br />

nelle suddette con<strong>di</strong>zioni.<br />

12


Panico fra i<br />

piloti<br />

○ Slip<br />

Cattiva<br />

gestione stallo<br />

3<br />

○ Mistake<br />

Cattiva<br />

gestione stallo<br />

2<br />

○ Mistake<br />

Cattiva<br />

gestione stallo<br />

1<br />

○ Mistake<br />

Macro-evento 4<br />

IMPATTO AL SUOLO<br />

Percorso Fattori Umani Percorso Guasti Tecnici<br />

Per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> controllo<br />

○ Slip<br />

Inesperienza dei<br />

piloti<br />

Ghiaccio sull'ala<br />

Stallo 5<br />

○ Mistake<br />

Riduzione<br />

motore<br />

○ Violation<br />

Stallo 4<br />

○ Mistake<br />

Stallo 3<br />

○ Mistake<br />

Stick pusher in<br />

funzione<br />

○ Lapsus<br />

Stallo 2<br />

○ Mistake<br />

Stallo 1<br />

○ Mistake<br />

13


Tabella riassuntiva errori e fattori umani<br />

EVENTO<br />

ERROR HUMAN FACTOR<br />

Active (AC) / Latent (L) “Sporca Dozzina”<br />

Poca esperienza AC 1<br />

Scarsa conoscenza L 1<br />

Carenza informazioni L /<br />

Non sentita comunicazione L /<br />

Cattiva valutazione AC 3<br />

Sottovalutazione atterraggi AC 3<br />

Decisione sbagliata AC 3<br />

Mancato avvistamento AC 6<br />

Noncuranza procedure AC 12<br />

IAS troppo bassa AC 1<br />

Stallo 1-5 AC /<br />

Cattiva gestione stallo AC 6,8<br />

Stick pusher L /<br />

Riduzione motore AC 1<br />

Panico piloti L 8<br />

Per<strong>di</strong>ta controllo AC 1,8<br />

14


Conclusione<br />

Si è visto dall’analisi come una serie <strong>di</strong> eventi ha portato alla catastrofica fine della missione<br />

dell’<strong>ATR</strong> <strong>42</strong>. Il metodo ISAAC ha voluto mettere in risalto, oltre che alla sequenza logica temporale<br />

delle cause e degli eventi, la classificazione dei fattori umani.<br />

È stata applicata la tassonomia relativa al modello “Fallible-Machine” (Reason, 1990) e lo schema<br />

della “Sporca dozzina”, così da <strong>di</strong>stinguere i vari errori nel campo fattori umani.<br />

Si vuole ricordare che nell’analisi sono state usate espressioni come “Erronea”, “Avventato”,<br />

“Errore”. Queste non vogliono in nessun modo essere un giu<strong>di</strong>zio sulle procedure o i fatti accaduti,<br />

ma solo una semplice constatazione dell’accaduto in vista del fallimento finale, in quanto l’analisi<br />

proposta, come già detto, vuole essere spunto <strong>di</strong> riflessione e non un tentativo <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio.<br />

Bibliografia<br />

• Rivista Volare, data <strong>di</strong> pubblicazione non nota: dall'articolo tratto da tale rivista è stato e<br />

riportato fedelmente il resoconto dell'accaduto in quanto particolarmente dettagliato ed<br />

esaustivo<br />

• Sicurezza del trasporto aereo, P. Carlo Cacciabue, Springer Verlag Italia, 2009<br />

• La Repubblica, 16 aprile 1989<br />

• Internet: fonti varie<br />

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