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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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filtrato dalla attività morale <strong>del</strong>l’uomo, mito che può aver valore solo in opposizione<br />

ad un altro mito <strong>del</strong>la memoria, nei confronti <strong>del</strong> quale dovrà convertirsi e<br />

purificarsi 237.<br />

La memoria dunque, e il mito che ne deriva, possono essere intesi sia in<br />

senso positivo, sia in senso negativo. È quanto risulta anche da uno dei tanti<br />

confronti che Ungaretti istituisce tra la propria idea di arte e quella altrui,<br />

nelle righe successive a quelle che abbiamo appena citato: la pietra di<br />

paragone è Piran<strong>del</strong>lo. Rispetto al pessimismo piran<strong>del</strong>liano, il concetto<br />

ungarettiano <strong>del</strong>la memoria «oppone a se stesso, la fede ferma nella volontà<br />

<strong>del</strong>l’uomo», ossia una possibilità di riscatto che si appoggia alla fiducia che<br />

l’uomo possa sempre ritrovare una soluzione all’impasse momentaneo in cui si<br />

trova; Ungaretti oppone al pessimismo nichilista piran<strong>del</strong>liano la possibilità di<br />

riscatto <strong>del</strong>l’uomo, che può contare sulla propria memoria.<br />

Anche il concetto di innocenza, soprattutto negli scritti <strong>del</strong>la prima fase,<br />

quella che noi qui abbiamo compresa tra gli anni Venti e Trenta, oscilla sul<br />

piano positivo/negativo, specialmente se connessa alla condizione di<br />

primitività <strong>del</strong>l’uomo; in tale condizione emergono gl’istinti ferini e<br />

l’innocenza così riacquistata, cioè l’ignoranza <strong>del</strong>le più elementari norme di<br />

convivenza civile, può dare libero sfogo a quegli istinti. Ungaretti aveva<br />

evidenziato questa possibilità, per esempio, in Innocenza e memoria e negli<br />

scritti che con esso costituiscono un agglomerato abbastanza omogeneo, per<br />

argomenti e toni, cioè Barbe finte e Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo;<br />

gradualmente questa connotazione, che abbiamo definito nelle pagine<br />

precedenti sociologica, lascerà il posto a quella di derivazione estetica, di<br />

eleganza formale e di purezza <strong>del</strong>l’arte, e i connotati negativi spariranno ma,<br />

almeno nelle prime formulazioni, essi erano sicuramente presenti.<br />

Negli scritti degli anni Cinquanta o posteriori o che in quei decenni furono<br />

237 Ivi, p. 358.<br />

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