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insomma un’arte poetica: un manifesto e un messaggio, da poeta a poeti 234.<br />

Il manifesto e il messaggio «da poeta a poeti» Ungaretti lo coglie<br />

distintamente, dal momento che individuo e società sono termini sempre<br />

presenti nella sua riflessione sull’arte, come è facilmente rintracciabile in<br />

molti interventi <strong>del</strong> poeta maturo così come negli scritti degli anni ’20. Una<br />

oscillazione <strong>del</strong>lo stesso tipo è rintracciabile anche nella lezione manzoniana<br />

Su don Abbondio, in cui intende la memoria sia nel «senso individuale» sia nel<br />

«senso storico» 235, dove quest’ultimo aggettivo vale bene, in quel contesto, il<br />

collettivo che noi impieghiamo; oppure è rintracciabile nelle parole spese su<br />

Petrarca nella lezione intitolata Il mito <strong>del</strong>l’antico in Leopardi; anche nel<br />

Commento al canto primo <strong>del</strong>l’«Inferno» è rinvenibile questa valenza collettiva.<br />

Per quanto attiene all’oscillazione <strong>del</strong> concetto di memoria sul pendolo<br />

positivo/negativo osserviamo che, in generale, non è tanto la memoria in sé<br />

che di volta in volta assume connotazioni negative (anche se negli ultimi<br />

scritti sembra affiorare anche questa possibilità) quanto il suo riuso in sede<br />

artistica. Ciò è evidente nella critica cui il poeta sottopone l’approccio<br />

culturale ottocentesco oppure, per motivi diversi, l’operato di Alessandro<br />

Manzoni, dei movimenti cubista e futurista, come abbiamo già evidenziato;<br />

ma anche <strong>del</strong>l’«umanista», figura non meglio definita ma che non può<br />

corrispondere a Petrarca, che ha il torto di porre, senza alcun tentativo di<br />

riattualizzazione, «l’avvenire nel passato» 236. In particolare vogliamo<br />

recuperare, come esempio, un’affermazione contenuta in Influenza di Vico sulle<br />

teorie estetiche d’oggi, in cui Ungaretti riconosce al futurismo il merito di aver<br />

fatto nascere in lui il mito <strong>del</strong>la memoria,<br />

considerato anche nel suo senso cieco, inteso come opera umana ma non ancora<br />

234 Ibidem.<br />

235 GIUSEPPE UNGARETTI, Su don Abbondio, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp. 647.<br />

236 GIUSEPPE UNGARETTI, Influenza di Vico sulle teorie estetiche d’oggi, cit., p. 347.<br />

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