Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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dimensione storica è uomo considerato come specimen <strong>del</strong>l’umanità, a<br />
significare la specie intera ma, considerato nell’atto di ripensare i dettami<br />
degli autori che l’hanno preceduto, richiama la dimensione solipsistica e<br />
individuale <strong>del</strong>l’atto poetico. La frequentazione <strong>del</strong> pensiero bergsoniano,<br />
aggiunge la studiosa, induce però una ulteriore bivalenza: come il filosofo<br />
ammette due fondamentali aspetti <strong>del</strong>la memoria umana, intesa quale facoltà<br />
intellettiva, di cui uno spontaneo, inconsapevole, che è facile assimilare al<br />
‘ricordo’ e l’altro sistematico, abitudinario, più vicino all’idea comune di<br />
memoria, allo stesso modo Ungaretti distingue tra ricordo e memoria ma<br />
«inverte la connotazione dei due termini: predilige la parola “ricordo” per<br />
indicare il mezzo spontaneo, intermittente e rivelatore per cui il passato<br />
riaffiora, mentre usa la parola “memoria” per evocare l’accumularsi greve e la<br />
continuità oscura dei momenti trascorsi» 232. Montefoschi dunque nota, come<br />
Machiedo, pur senza esplicitarla, l’oscillazione tra i poli individuale/collettivo,<br />
di cui si diceva poco sopra ma, giustamente, segnala anche la novità<br />
<strong>del</strong>l’interpretazione ungarettiana <strong>del</strong> binomio memoria-ricordo ereditato da<br />
Bergson.<br />
Questa oscillazione tra due poli che possono essere individuale/collettivo<br />
oppure positivo/negativo, interessa prevalentemente la memoria, ma riguarda<br />
anche il concetto di innocenza, come abbiamo visto. Per il primo tipo di<br />
oscillazione si tenga presente quanto il poeta dice esponendo la teoria<br />
<strong>del</strong>l’assuefazione leopardiana collegandola alla «conoscenza poetica» 233:<br />
secondo Ungaretti Leopardi pone in atto una<br />
lunga polemica con se stesso dove l’individuo e la società sono considerati nei loro<br />
rapporti al lume <strong>del</strong>la grande esperienza storica [...] – possiamo dire che questa<br />
meditazione e polemica non è condotta se non per giustificare la sua poesia: è<br />
232 Ivi, p. 77.<br />
233 GIUSEPPE UNGARETTI, Il mito <strong>del</strong>l’antico in Leopardi, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni,<br />
cit., p. 673.<br />
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