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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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in modo piuttosto evidente, come si vedrà più avanti.<br />

Il concetto di memoria, nell’uso che Ungaretti ne fa in sede critica, assume<br />

numerose sfumature e viene connotato anche molto diversamente a seconda<br />

<strong>del</strong>le necessità e degli argomenti. L’interpretazione data non è mai rigida o<br />

monocorde, anzi: nelle teorizzazioni <strong>del</strong> poeta, sembra essere piuttosto uno<br />

strumento elastico, plasmabile, adattabile alle differenti occasioni. Diverso è il<br />

caso <strong>del</strong>l’innocenza, il cui valore appare più stabile anche se non<br />

perfettamente definito. La critica si è ovviamente esercitata sia sulla memoria<br />

sia sull’innocenza, analizzando il loro ruolo nella produzione poetica più che<br />

nell’attività di critico, cogliendo le diverse implicazioni, ma finora non si è<br />

andati oltre la constatazione <strong>del</strong>la bivalenza <strong>del</strong>le accezioni.<br />

Tra i contributi specifici dedicati al concetto di memoria in ambito critico,<br />

bisogna riconoscere a Machiedo di aver individuato la sua bivalenza,<br />

partendo da una indicazione di Ungaretti stesso, e di averla tradotta negli<br />

equivalenti «sistema letterario (si direbbe oggi) ed esperienza individuale» 229.<br />

L’equivalenza si accorda con i rilievi che anche noi abbiamo esposto e,<br />

nonostante sia un’osservazione en passant nell’àmbito di un discorso più<br />

ampio, coglie l’oscillazione <strong>del</strong>la pertinenza <strong>del</strong> concetto da un dominio<br />

personale/individuale ad uno comune/collettivo. Anche Montefoschi 230<br />

giunge ad esiti simili, pur partendo da presupposti differenti rispetto a<br />

Machiedo e conducendo un’analisi più minuziosa. Dopo aver convenuto che<br />

la memoria ungarettiana è tradizione letteraria con cui confrontarsi, sostiene<br />

che tale concetto di memoria è, appunto, bivalente 231, vale cioè sia come<br />

tormento <strong>del</strong>l’uomo irretito nella trama <strong>del</strong>la storia, sia come reminescenza<br />

necessaria alla poesia. L’autrice, dunque, recupera, seppure implicitamente, la<br />

connotazione collettiva e individuale <strong>del</strong> termine: l’uomo calato nella<br />

229 MLADEN MACHIEDO, Riflessioni sull’Ungaretti critico, in Atti <strong>del</strong> Convegno Internazionale su<br />

Giuseppe Ungaretti. Urbino 3-6 ottobre 1979, Urbino, 4Venti, 1981, I, p. 355-365 : 360)<br />

230 PAOLA MONTEFOSCHI, La memoria. Innesti bergsoniani, in EADEM, Ungaretti. Le eclissi <strong>del</strong>la<br />

memoria, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1989, pp. 61-87.<br />

231 Montefoschi parla di bivalenza semantica recuperando due espressioni usate da Ungaretti<br />

stesso: «“misura d’angoscia” e stato di “emancipazione”»; ivi, p. 73.<br />

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