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<strong>del</strong> rapporto che lega Ungaretti al secondo è già stato detto molto, l’influenza<br />

<strong>del</strong> primo non è stata ancora messa nella dovuta luce. L’accostamento di<br />

Ungaretti a Bergson, infatti, non rappresenta una novità, anzi: alcuni autori<br />

ne hanno fatto oggetto privilegiato di studio 7. Filosofi prediletti dal poeta,<br />

veri e propri maîtres à penser, furono anche Platone e Vico ma, tra i coevi,<br />

nessuno ebbe l’importanza di Bergson. È risaputo, <strong>del</strong> resto, che Ungaretti ne<br />

seguì personalmente le lezioni al Collège de France e che nutriva una solida<br />

stima verso la sua opera. Anche una conoscenza imperfetta di quelle teorie<br />

permette, leggendo gli scritti critici <strong>del</strong> poeta, di cogliere che l’uso di vocaboli<br />

come ‘memoria’ o ‘durata’ sono influenzati dalle speculazioni bergsoniane.<br />

Ungaretti stesso cita molte volte il filosofo e, nel 1924, dedica due articoli 8<br />

apparsi su «Lo Spettatore Italiano», ad una breve esposizione <strong>del</strong>l’estetica e<br />

allo stile <strong>del</strong> francese. Un altro filosofo che ebbe su Ungaretti un’influenza<br />

notevole, ma molto meno studiata, è Agostino di Ippona; il quale ha dedicato<br />

pagine molto importanti alla memoria, sia nelle Confessioni sia nel De civitate<br />

Dei e che appare, soprattutto nelle pagine <strong>del</strong>le lezioni brasiliane, un autore<br />

fondamentale nell’ispirare la critica e le lezioni stesse, così da diventare un<br />

punto fermo <strong>del</strong>la poetica, come confermano alcune frasi tratte dalle lettere<br />

di Ungaretti a Bigongiari. Agostino, inoltre, è un autore che risente <strong>del</strong>le<br />

teorie neoplatoniche e che, a sua volta, influenza Bergson; egli si pone cioè<br />

come punto medio di collegamento fra filosofo francese, appunto, e Platone,<br />

entrambi autori fondamentali per la formazione ungarettiana; la sua<br />

7 Tra i contributi più recenti si vedano: PAOLA MONTEFOSCHI, Bergson e la poetica di Ungaretti, in<br />

EADEM, Ungaretti. Le eclissi <strong>del</strong>la memoria, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1989; FAUSTO CURI,<br />

Durata reale e poesia. Sul rapporto fra il primo Ungaretti e Bergson, «Studi di Estetica», 1995, 11, pp. 189-<br />

222; ROSITA TORDI CASTRIA, Ungaretti e i suoi maîtres à penser, Roma, Bulzoni, 1997; ROSARIO<br />

GENNARO, Le patrie <strong>del</strong>la poesia. Ungaretti, Bergson e altri saggi, Fiesole, Cadmo, 2004; ERNESTO<br />

LIVORNI, «In sé da simulacro a fiamma vera / errando». La poesia di Ungaretti da Platone a Bergson, in<br />

Giuseppe Ungaretti. Identità e metamorfosi. Colloquio Internazionale, Lucca, 4-6 <strong>apri</strong>le 2002, a cura di Lia Fava<br />

Gazzetta, Rosario Gennaro, Maria Lusi e Franco Musarra, Lucca, maria pacini fazzi editore, 2005,<br />

pp. 211-246.<br />

8 GIUSEPPE UNGARETTI, L’estetica di Bergson e IDEM, Lo stile di Bergson, ora si possono leggere<br />

in GIUSEPPE UNGARETTI, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay,<br />

Milano, Mondadori, 1974, pp. 79-86 e 87-89.<br />

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