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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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nello stesso tempo, hanno acquisito il potere, a prezzo di sforzi laceranti, di liberarsi<br />

<strong>del</strong>la memoria e di permettere così all’uomo di abbagliarsi ancora di libertà. Gli<br />

artisti <strong>del</strong> XIX secolo e <strong>del</strong>la prima metà <strong>del</strong> XX secolo sono rimasti fe<strong>del</strong>i alla<br />

memoria che la sofferenza, la gioia e la fragilità carnali manterranno sempre viva<br />

nell’ispirazione unica di ciascuna persona. Essi hanno insegnato che libertà è<br />

poesia 222.<br />

L’idea di una poesia che ha una funzione pedagogico-formativa per<br />

l’individuo è un’idea che ritorna negli ultimi scritti con una certa frequenza;<br />

ciò che è importante rilevare è che, in un passaggio che, ancora una volta, ha<br />

anche valore autoesegetico, Ungaretti conferma l’importanza <strong>del</strong>la memoria<br />

come uno dei capisaldi <strong>del</strong>la sua poetica e, al tempo stesso ribadisce anche<br />

una possibile accezione negativa di questa componente <strong>del</strong>la poesia, quasi<br />

possa essere una gabbia di cui conviene liberarsi. Come si ricorderà, in alcuni<br />

dei primi interventi 223 questa concezione negativa <strong>del</strong>la memoria era già<br />

venuta alla luce, pur con sfumature differenti, e dovremo ritornarci.<br />

Negli scritti degli anni ultimi, dunque, la memoria, che negli studi per le<br />

lezioni brasiliane aveva subìto una trasformazione tale da renderla una<br />

nozione sempre più ampia, i cui confini erano stati dilatati enormemente, che<br />

era stata equiparata allo spirito <strong>del</strong>l’uomo, all’orma <strong>del</strong> divino che giace in<br />

ogni individuo; il concetto di memoria, dicevamo, negli ultimi scritti, assume<br />

«una curvatura religiosa» 224. Viene metaforizzata con la luce, elemento che<br />

rappresenta bene l’onnipervasività <strong>del</strong>la memoria intesa come dato che<br />

caratterizza ogni gesto umano, in special modo la poesia. In Il poeta <strong>del</strong>l’oblio è<br />

investita <strong>del</strong>la facoltà di trasformare le parole in «semplici e favolose» ma<br />

anche di far risalire l’individuo ad un’eperienza anteriore alla sua «stessa<br />

222 Ivi, p. 866.<br />

223 GIUSEPPE UNGARETTI, Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo, cit.<br />

224 PAOLA MONTEFOSCHI, Ungaretti. Le eclissi <strong>del</strong>la memoria, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,<br />

1988, p. 78.<br />

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