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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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libertà, <strong>del</strong>l’intatta libertà di prima <strong>del</strong>la caduta» 217. La memoria è quindi il<br />

mezzo principale per il recupero <strong>del</strong>l’innocenza umana, un mezzo che,<br />

contemporaneamente, può essere motivo di libertà ma anche di<br />

asservimento 218, l’unica possibilità di salvezza dalle ferine condizioni <strong>del</strong>la<br />

vita quotidiana. Tale possibilità può trasformarsi in esperienza concreta<br />

attraverso l’esercizio <strong>del</strong>la poesia, intesa come «quel mestiere perduto che<br />

ogni generazione ha da riimparare, frugando nella memoria di un<br />

lontanissimo Eden» 219; ecco così svelato, apertamente, il luogo<br />

<strong>del</strong>l’innocenza, il ruolo <strong>del</strong>la memoria, la funzione <strong>del</strong>la poesia.<br />

Sull’interazione di questi elementi, sulla possibilità di ottenere gli esiti artistici<br />

più alti, Ungaretti insisterà negli ultimi scritti, quelli redatti negli anni<br />

Sessanta, in cui il poeta è finalmente esplicito su alcune questioni<br />

fondamentali; come in questo passo:<br />

L’uscita dalla crisi, la liberazione avviene ogni giorno, anche oggi, quando, in<br />

inespressi modi o con arte, l’uomo, qualsiasi uomo, arrivi a tanto dominare<br />

moralmente il proprio tempo che [...] per quanto rotta ne apparisca la realtà e solo<br />

per rare schegge afferrabile, il suo canto si possa snodare tacitamente, negli slanci<br />

segreti <strong>del</strong> cuore, o con un essenziale vocabolario, con un ritmo individuale e dei<br />

propri tempi che possa, sia pure nella fulmineità d’un grido potuto udire e ridire,<br />

contenere negli innumeri suoi sviluppi storici, il tradizionale ritmo e ad esso commisurarsi. Così<br />

si risalgono in un grido, addietro le ere sino alla remotissima origine <strong>del</strong>l’umana voce, così<br />

si oltrepassa sino al segreto <strong>del</strong>l’essere nell’illuminazione d’un attimo la storia fattasi<br />

[...] presente nel suo nascere, nei suoi fini, nel suo cerchio sino al suo chiudersi 220.<br />

217 Ibidem.<br />

218 «I poeti e gli artisti dal Romanticismo in poi [...] hanno acquisito il potere di dare alla<br />

memoria la libertà di liberarsi di sè quanto più essa s’afferma», Ibidem.<br />

219 Ivi, p. 767. A questa affermazione se ne potrebbe associare una simile, forse venata di<br />

disillusione, ma altrettanto perspicua: «Bisognerebbe risalire con la memoria fino al punto <strong>del</strong>la<br />

prima innocenza: allora forse la poesia potrebbe riacquistare il suo prestigio emotivo»; GIUSEPPE<br />

UNGARETTI, Delle parole estranee e <strong>del</strong> sogno d’un universo di Michaux e forse anche mio (1966), in IDEM, Vita<br />

d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 842-844 : 843. L’articolo è <strong>del</strong> 1966.<br />

220 GIUSEPPE UNGARETTI, Difficoltà <strong>del</strong>la poesia (1952-1963), in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e<br />

interventi, cit., pp. 792-814 : 813-814 (corsivi nostri).<br />

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