Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
lezione [Temi leopardiani: la solitudine umana], aveva sostenuto che il tema<br />
poetico principale <strong>del</strong> poeta trecentesco è che il centro <strong>del</strong>l’universo è la<br />
memoria umana, e che «l’universo si tormenta solo nell’uomo» 192. Anche in<br />
Leopardi la memoria si trasforma in una sofferenza estensibile, nella lettura<br />
ungarettiana, a tutto l’universo; nel recanatese, infatti, l’accumulo di memoria<br />
si trasforma in consapevolezza <strong>del</strong>la sofferenza umana, poiché la sorgente <strong>del</strong><br />
suo canto è «il disperarsi per l’ignoranza inviolabile <strong>del</strong>la colpa che noi e<br />
l’universo espiamo; il sentirsi chiamato a soffrire [...] il perenne cosmico<br />
progredire <strong>del</strong>l’espiazione» 193. Memoria è, dunque, sofferenza universale sia<br />
in Petrarca, che si tormenta <strong>del</strong>la morte di Laura mitizzandola con toni<br />
misticheggianti, sia in Leopardi, che si sobbarca l’espiazione universale quasi<br />
nuova figura cristologica. Un ulteriore punto di contatto tra i due autori è<br />
nella idealizzazione memoriale <strong>del</strong>la figura <strong>del</strong>l’amata: come Laura è<br />
ossessione per Petrarca, così Silvia è «memoria: e Silvia nella memoria<br />
discorre, presente per sempre, corpo presente» 194. La memoria-ricordo<br />
conferma dunque il suo potere idealizzante e, allo stesso tempo, la sua<br />
capacità di tormento; ma poi si precisa con un’ulteriore connotato: «Silvia<br />
[rimane] distesa per sempre come nel giorno <strong>del</strong>la sua morte nell’infinito<br />
<strong>del</strong>la memoria» 195, Ungaretti ribadisce cioè che la memoria ha un’estensione<br />
infinita, come già avevamo visto. Questa caratteristica <strong>del</strong>la memoria sarà<br />
confermata in Secondo discorso su Leopardi, che è <strong>del</strong> 1944, ma riveduto e<br />
postillato nel 1950: «L’infinito era dunque per il Petrarca nel pensiero – un<br />
pensiero fatto di passato, di memoria» 196. Proprio nelle Postille Ungaretti<br />
sostiene che Leopardi, negli studi di Locke, trova<br />
teoricamente studiata l’esperienza psicologica che, partita dalla sensazione, si<br />
192 GIUSEPPE UNGARETTI, [Temi leopardiani: la solitudine umana], cit., p. 807.<br />
193 GIUSEPPE UNGARETTI, Immagini <strong>del</strong> Leopardi e nostre, cit., p. 439.<br />
194 Ivi, p. 443.<br />
195 Ivi, p. 444.<br />
196 GIUSEPPE UNGARETTI, Secondo discorso su Leopardi (1950), in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e<br />
interventi, cit., pp. 451-496 : 451.<br />
79