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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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tutto lo spazio disponibile, sia «in senso di misura orizzontale [sia] in senso di<br />

misura verticale», quasi avesse una possibilità di distensione infinita, come era<br />

stato detto per la memoria. La luce ha inoltre la capacità di superare grandi<br />

distanze ma, soprattutto, la coppia luce-memoria è qui opposta alla coppia<br />

buio-oblio («è la nostra interna notte» dirà <strong>del</strong>l’oblio in Il poeta <strong>del</strong>l’oblio):<br />

intendere la memoria come luce apre un campo <strong>del</strong>la significazione mai<br />

sfruttato prima, un campo di significazione che presagisce futuri sviluppi sul<br />

modo ungarettiano di intendere il concetto stesso: la memoria-luce dà la<br />

possibilità di vedere «fino agli ultimi limiti», addirittura fino a prima che<br />

l’uomo esistesse «e prima e prima».<br />

In Il poeta <strong>del</strong>l’oblio Ungaretti fa confluire passi già utilizzati nelle lezioni<br />

brasiliane, in particolare [Temi leopardiani: la solitudine umana] e Prima invenzione<br />

<strong>del</strong>la poesia moderna [Sul Canzoniere di F. Petrarca] che non è il caso di<br />

riprendere qui 175. Si è già osservato che l’idea di memoria, intesa come<br />

patrimonio di soluzioni artistiche tramandato nei secoli, resiste, nonostante<br />

Ungaretti ne tenti una complessa rielaborazione, e che intesa in questo modo<br />

il poeta l’aveva ripresa, per fare un esempio, nelle lezioni su Manzoni. Anche<br />

in questo articolo l’accezione ritorna:<br />

giunti a lui [Tasso] ci accorgiamo che l’italiano è lingua dotta, non solo nobilitata<br />

dall’esperienza propria di più secoli, ma recuperata intera la memoria dei suoi<br />

antichi studi, in possesso di tale energia da ritenersi capace di rendere semplici e<br />

favolose le proprie parole a furia d’artifizio, d’arrivare a fare cioè per letteratura<br />

quanto poteva un Dante scrutando le cose, sforzandole a incarnare un qualche suo<br />

concetto e a trasfigurarsi per grazia di una ingenuità ch’era vera e prodigiosa<br />

essendo ancora sacri i tempi e ricchi naturalmente di primitivo prestigio 176.<br />

175 Per districarsi nella moltitudine di rimandi interni, riutilizzi e riprese parziali sono utilissime<br />

le note che Paola Montefoschi, curatrice <strong>del</strong> volume mondadoriano Vita d’un uomo.Viaggi e lezioni,<br />

pospone ai testi pubblicati.<br />

176 GIUSEPPE UNGARETTI, Il poeta <strong>del</strong>l’oblio (1943), in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit.,<br />

pp. 398-422 : 400.<br />

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