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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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innocenza). Se alcuni tratti vanno persi, altri si chiariscono e si rafforzano,<br />

dando al sistema una mobilità che ha la fisionomia di una evoluzione, di una<br />

maturazione 4.<br />

Questa instabilità <strong>del</strong> significato dei termini è uno dei motivi che rendono<br />

non sempre immediato il contenuto degli scritti critici ungarettiani, ma è<br />

anche uno dei motivi <strong>del</strong> loro fascino 5. Ciò che rende ulteriormente<br />

complessa l’interpretazione dei concetti capisaldi <strong>del</strong>la critica ungarettiana è<br />

la loro malleabilità, la loro applicazione spesso originale, la loro notevole<br />

estensione, si pensi al concetto di memoria, per fare un esempio. L’impiego<br />

molteplice e vario che ne fa Ungaretti rende difficile, per ognuno di essi,<br />

stabilire fino a che punto l’interpretazione e l’uso <strong>del</strong>l’autore siano di natura<br />

estetica o storiografica o filosofica. Dice bene Machiedo: «La critica di U. è<br />

una sfida anche per la <strong>del</strong>icatissima traduzione terminologica imposta a chiunque<br />

non si lasci sopraffare e ne tenti un più preciso inquadramento teorico o/e<br />

storico-letterario» 6. Secondo questa indicazione, abbiamo deciso di non<br />

lasciarci sopraffare e di tentarne un più preciso inquadramento, almeno<br />

teorico. Per farlo abbiamo scelto di concentrare l’attenzione su due dei<br />

vocaboli che abbiamo elencato: memoria e innocenza, perché ci sembrano i<br />

più significativi e perché sono i due che ricorrono lungo tutta l’attività di<br />

critico, militante prima, accademico poi, a differenza di altri (durata e assenza,<br />

4 Tale evoluzione è, probabilmente, frutto di un atteggiamento che Machiedo definisce così:<br />

«Senza possedere denotazioni e connotazioni, U. ha studiato per anni, in maniera perseverante, il<br />

“dilatamento” semantico <strong>del</strong>la parola», MLADEN MACHIEDO, Riflessioni sull’Ungaretti critico, in Atti <strong>del</strong><br />

Convegno Internazionale su Giuseppe Ungaretti. Urbino 3-6 ottobre 1979, Urbino, 4Venti, 1981, I, pp. 355-<br />

365 : 363.<br />

5 Di Carlo parla di «carattere “frammentario”, dilatante, ma anche a volte approssimativo per<br />

eccesso di suggestione, <strong>del</strong>la “parola critica” ungarettiana [...] la sua indeterminatezza, la sua vaga<br />

indefinitezza»; inoltre dice che «la “parola critica” (e poetica) deve suggerire più che schematizzare<br />

(assolvere e condannare), attraverso la rilevanza religiosa <strong>del</strong>la sua polivalente “essenza”, nonoggettivata,<br />

smaterializzata, fatta non solo di elementi fonico-sonori, ma soprattutto semantici e<br />

significativi (sul piano etico oltre che espressivo), che sappiano conciliare le realtà col mistero,<br />

l’ideologia, la storia con la forma, il “verbo”, la sua metaforizzazione, per mezzo di una “parola”<br />

miracolosa, magica, sacra e tecnicamente inoppugnabile, e ordinatrice, geometrizzante, risolutiva,<br />

naturale, primitiva e insieme composita, simbolica, allusiva, dotata di un potere superiore che è di<br />

ordine metafisico, infernale e divino nello stesso tempo» (FRANCO DI CARLO, Ungaretti critico, cit., p.<br />

114 e 117-118).<br />

6 MLADEN MACHIEDO, Riflessioni sull’Ungaretti critico, cit., p. 358 (corsivo originale).<br />

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