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La memoria è qui, nel breve spazio di poche righe, dichiarata sinonimo di<br />

«umanità» e qualificata come memoria <strong>del</strong>l’antico. L’umanità dunque, intesa<br />

come essenza che definisce l’uomo, è il sapere prodotto, e Ungaretti lo fa<br />

coincidere con la memoria, vale a dire con il fondamento stesso<br />

<strong>del</strong>l’Umanesimo, che esalta sì la specificità <strong>del</strong>l’umano grazie alle lettere e alle<br />

arti, cioè alla sua produzione più alta, sofisticata, vicino al suo spirito ma, in<br />

ultima analisi, a tutto il suo sapere.<br />

In Prima invenzione <strong>del</strong>la poesia moderna [Sul Canzoniere di F. Petrarca] 140<br />

Ungaretti riusa, com’era da aspettarsi, il termine memoria insistendovi come<br />

facoltà che meglio di ogni altra identifica lo specifico umano e conferma<br />

l’omologia fra memoria e umanità. In apertura definisce, non a caso, Petrarca<br />

il «poeta per il quale non contano se non antichi e posteri, cioè se non<br />

fantasmi <strong>del</strong>la mente» 141 e, poco oltre, discutendo <strong>del</strong>la definizione di<br />

«umanità nel senso umanistico», aggiunge che<br />

Petrarca nella <strong>del</strong>icatezza <strong>del</strong> suo sentire vuole che, per onestate che la tempre la forma<br />

inviti leggiadramente la fantasia a mettere in moto nella memoria affetti e pensieri, a<br />

popolare d’umanità la solitudine <strong>del</strong>la mente e, com’è fatale, aderendo e dando<br />

risalto a vicende autobiografiche, a popolarla senza interruzioni di tempo e di<br />

luogo, sia l’umanità evocata o evocante, la Roma di Livio o quella di Cola, o S.<br />

Agostino o Laura 142.<br />

Il corsivo, nel testo, non è tanto spia di una particolare attenzione che il<br />

termine deve attirare, ma ci pare significativo che, ancora una volta, la<br />

memoria sia indicata come una àmbito «senza interruzioni di tempo e di<br />

luogo»: la dilatazione dei confini <strong>del</strong>la memoria, fino a renderla un’entità che,<br />

di fatto, è onnicomprensiva <strong>del</strong>l’agire umano, a questo punto, può dirsi un<br />

140 GIUSEPPE UNGARETTI, Prima invenzione <strong>del</strong>la poesia moderna [Sul Canzoniere di F. Petrarca]<br />

(1941?), in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., pp. 727-754.<br />

141 Ivi, p. 727.<br />

142 Ivi, p. 733 (corsivi originali).<br />

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