Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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disciplinare; il poeta, piuttosto sembra riferirsi ad un sapere indeterminato 137<br />
tutt’al più quel patrimonio umano di regole morali estetiche che lo aveva<br />
sedotto durante le vicende belliche e di cui abbiamo rinvenuto traccia in<br />
Innocenza e memoria, derivato dall’uomo in quanto specie vivente dotata di<br />
linguaggio e che, come tale, ha alle spalle una storia che l’ha forgiato. La<br />
tradizione rimane ancora un deposito di soluzioni, di scelte e di eventi ma<br />
essi non sono più solamente limitati al ristretto dominio letterario o artistico.<br />
In questa lezione, inoltre, memoria e innocenza tornano ad essere collegate<br />
da un rapporto di causa-effetto, come già in molti casi precedenti (anche se<br />
nelle lezioni universitarie è un caso piuttosto raro); ciò che vale la pena di<br />
notare è che il percorso che conduce dalla memoria all’innocenza è qui<br />
<strong>del</strong>ineato nitidamente: affinché la memoria si tramuti in innocenza è<br />
necessario il passaggio attraverso alcune stazioni intermedie: intensificazione,<br />
abolizione, sofferenza e sublimazione.<br />
Il testo <strong>del</strong>la lezione Il mito <strong>del</strong>l’antico in Leopardi 138 ha nel finale una<br />
digressione sul Petrarca, dove ancora una volta i due poeti sono messi a<br />
confronto su temi analoghi, secondo una prassi abituale per Ungaretti in sede<br />
critica; parlando <strong>del</strong> pensiero di Leopardi intorno all’opera di Petrarca<br />
scaturiscono alcune precisazioni sull’idea di memoria in quest’ultimo. Il<br />
passaggio richiama quello appena visto: Ungaretti ricorda ai suoi studenti che<br />
nel Petrarca l’idea di memoria si identifica con quella d’umanità e dà vita<br />
all’Umanesimo, che se non v’è nel Petrarca conoscenza <strong>del</strong>l’uomo, se non v’è sapere<br />
se non attraverso il passato, ed è perciò il sapere soffuso di malinconia perché è<br />
conoscenza <strong>del</strong> passato, ciò avviene perché il Petrarca vuol trarre dall’oblìo, vuol far<br />
risorgere alla memoria l’antico [...] perché l’eccellenza ebbe allora splendore 139.<br />
137 Ma che, in ogni caso, deve trasformarsi «nell’assoluto <strong>del</strong>l’immagine», come specifica subito;<br />
Ibidem.<br />
138 GIUSEPPE UNGARETTI, Il mito <strong>del</strong>l’antico in Leopardi, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni,<br />
cit., pp. 673-680.<br />
139 Ivi, p. 679-680.<br />
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