20.06.2013 Views

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Certo è che la memoria non può non essere collegata al sapere, essendo essa<br />

la fonte principale <strong>del</strong> sapere umano, che ha la sua manifestazione oggettiva<br />

nei tanti libri che occupano le biblioteche, ma anche nelle architetture <strong>del</strong>le<br />

città e poi negli usi dei popoli e via via in tutti quei segni concreti grazie a cui<br />

l’uomo tramanda la propria esperienza sotto forma di nozioni riproducibili.<br />

E se fino all’esperienza brasiliana la memoria ungarettiana era quasi sinonimo<br />

di ‘produzione letteraria tramandata’, nelle lezioni di docente, coerentemente<br />

con la rielaborazione che ne dilata i confini, la memoria non è solo il sapere<br />

letterario o, più latamente, artistico, che l’umanità ha saputo produrre bensì lo<br />

scibile umano nella sua interezza. I confini divengono ancora più labili,<br />

ancora più incerti, complice la generalizzazione indotta dalla mancanza di<br />

apposizioni qualificanti, una mancanza che nei primi scritti era compensata<br />

dal contesto, nel senso che era il contesto a lasciar intendere che il sapere, a<br />

cui la memoria rimanda, è un sapere limitato all’ambito letterario o artistico.<br />

Un esempio che chiarisce meglio si trova in Dante e Virgilio, dove Ungaretti<br />

propone un confronto tra le discese agli inferi nei due autori e, riferendosi a<br />

Dante, sostiene che<br />

compito <strong>del</strong> poeta di quei tempi sarà dunque quello [...] di costringere tutta la<br />

somma <strong>del</strong> sapere al quale si era allora giunti, a concentrarsi in immagini che<br />

potessero colpire i sensi e la fantasia come una nuova e più compiuta rivelazione.<br />

L’homo optimus era nato. Aveva riconquistato la memoria, aveva ritrovato il sapere,<br />

non doveva mancare la possibilità a quella memoria d’intensificarsi, di abolirsi, di<br />

soffrire e sublimarsi nell’innocenza e nell’assoluto di un’immagine 136.<br />

Riconquistare la memoria è anche riconquistare il sapere ma, qui, Ungaretti<br />

intende un sapere generico, infatti non è specificata né la qualità né il tipo di<br />

sapere, un sapere che certamente è svincolato da qualsivoglia àmbito<br />

136 GIUSEPPE UNGARETTI, Dante e Virgilio (1938-1942), in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni,<br />

cit., pp. 655-672 : 658.<br />

57

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!