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Petrarca, in esilio dal cielo, ma in esilio dal passato» 113: se la memoria ha<br />

sostituito la dimensione spirituale, il luogo da cui sentirsi esiliati non è più il<br />

cielo, collocazione tradizionale <strong>del</strong> divino, ma il passato, dominio <strong>del</strong>la<br />

memoria. Il discorso ungarettiano sembra ricollegarsi ad alcune affermazioni<br />

fatte già al tempo di Innocenza e memoria:<br />

A poco a poco nasce il sospetto che quel soprannaturale [che caratterizza la poesia]<br />

non sia che immagine <strong>del</strong>la natura. Mettiamo che il sospetto sia nato col Petrarca.<br />

Da quel momento [...] la poesia cessò d’essere verbo <strong>del</strong> Signore. Ogni oggetto<br />

tornò a prendere, insieme all’uomo, il suo carattere di creatura, e la divinità,<br />

allontanatasi, tornò a essere l’inconoscibile [...] l’uomo s’era chiuso nella sua<br />

profondità, la memoria 114.<br />

Dal momento in cui Petrarca ha fatto comprendere all’umanità il ruolo<br />

fondamentale <strong>del</strong>la memoria per la collocazione storica <strong>del</strong>l’uomo e per la<br />

comprensione <strong>del</strong> mondo 115, la dimensione memoriale ha sostituito quella<br />

spirituale; a tutto scapito, però, di quest’ultima, intesa come ingrediente <strong>del</strong>la<br />

vita comune e <strong>del</strong>la poesia. La degenerazione degli esiti <strong>del</strong>la svolta umanista<br />

iniziata da Petrarca porteranno, secondo Ungaretti – questo sembrerebbero<br />

suffragare, all’altezza di Innocenza e memoria, alcuni passaggi – a questo<br />

atteggiamento imperdonabile e <strong>del</strong>eterio.<br />

L’attenzione di Ungaretti per gli aspetti tecnici legati all’attività poetica è<br />

sempre vigile e non manca di manifestarsi. Nella lezione intitolata Sul sonetto<br />

<strong>del</strong> Petrarca: Quand’io son tutto vòlto in quella parte 116, nota che al poeta<br />

trecentesco basta modificare un tempo verbale, passare dal presente di<br />

usasse proprio la lezione <strong>del</strong> vescovo di Ippona per interpretare il poeta di Laura.<br />

113 Ibidem.<br />

114 GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

132.<br />

115 «Per il Petrarca non si tratterà più di un rapporto fra l’uomo e l’eterno, ma fra l’uomo e la<br />

propria umanità; con il Petrarca tutto è riportato a limiti temporali»; GIUSEPPE UNGARETTI, [Sui<br />

sonetti <strong>del</strong> Petrarca], in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 568.<br />

116 GIUSEPPE UNGARETTI, Sul sonetto <strong>del</strong> Petrarca: Quand’io son tutto vòlto in quella parte<br />

(1937), in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 573-583.<br />

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