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viene inserito nell’elenco dei poeti: «Platone è un poeta, un uomo che dà [...]<br />

una forma immortale alle idee <strong>del</strong>la sua memoria nelle quali l’universo s’è<br />

ordinato» 95. L’affermazione successiva, che la scoperta di Petrarca consiste<br />

nell’aver compreso che la lingua italiana è lingua «platonica» 96, aiuta poi<br />

l’autore a sostenere l’importanza specifica <strong>del</strong>la memoria per la lingua italiana,<br />

ed è coerente con le prime osservazioni fatte da Ungaretti, in apertura di<br />

lezione 97. L’associazione Petrarca-Platone-memoria è uno degli assi portanti<br />

<strong>del</strong> ragionamento poetico di Ungaretti, su cui sarà giocoforza tornare perché<br />

la teoria platonica <strong>del</strong>le idee è stata una <strong>del</strong>le suggestioni più feconde a<br />

mettere in relazione memoria e afflato <strong>del</strong> divino. L’importanza <strong>del</strong>la<br />

memoria per la lingua italiana è ribadita, poche righe dopo, con<br />

un’affermazione perentoria:<br />

Ogni lingua immedesima la memoria: qui sta anzi l’origine stessa <strong>del</strong> linguaggio [...]<br />

La letteratura italiana nel suo sviluppo rimarrà tutta dominata da questa sua<br />

responsabilità <strong>del</strong>le origini 98.<br />

Memoria come fondamento <strong>del</strong>la lingua stessa e responsabilità <strong>del</strong>le origini<br />

letterarie, ci suggeriscono che l’elaborazione <strong>del</strong> concetto di memoria<br />

conoscerà ulteriori sviluppi.<br />

In [Idea <strong>del</strong> tempo e valore <strong>del</strong>la memoria in Petrarca] Ungaretti riprende<br />

brevemente il discorso fatto su Jacopone sostenendo che «quando, per<br />

intervento <strong>del</strong>la memoria» egli potrà contemplare il suo amore, la conoscenza<br />

di tale amore potrà confonderla con la conoscenza <strong>del</strong>l’amore divino e<br />

95 Ivi, p. 515.<br />

96 Ibidem.<br />

97 Nell’àmbito <strong>del</strong>la dilatazione dei confini <strong>del</strong> concetto di memoria, si potrebbero aggiungere<br />

anche questi due brevi passaggi, il primo riferito alla scoperta di Petrarca che: «la lingua italiana [...]<br />

poteva dare corpo, bellezza immortale al mondo diventato memoria» e che, per il poeta di Arezzo, le<br />

opere d’arte «hanno da dare corpo alla memoria e così immortalarla», ivi, pp. 515 e 516.<br />

98 Ivi, p. 516.<br />

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