Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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seguenti affermazioni:<br />
Abbiamo visto poi come a Jacopone, quando la memoria può intromettersi fra la<br />
sua mente e la natura, e, allontanandolo dall’ossessione d’una natura spietata,<br />
placargli l’animo furente che il diversivo <strong>del</strong>l’azione non aveva accecato meno <strong>del</strong>la<br />
pazzia nell’orrendo e stupendo <strong>del</strong>irio <strong>del</strong> primo momento, – abbiamo visto come<br />
Jacopone, quando la memoria può, alla fine, placargli l’animo furente, e mostrargli<br />
l’oggetto caro <strong>del</strong>la sua gioventù, reso incorporeo, reso idea pura, reso l’idea<br />
immortale, di quel corpo dilettissimo d’un essere mortale, morto, che fu ogni bene<br />
per lui – abbiamo visto come a Jacopone, quell’oggetto terreno, per la meraviglia di<br />
poterne alla fine avere ricordo, e poterlo, nel ricordo, ansiosamente e dolcemente<br />
contemplare, si confonderà addirittura con l’immagine di Dio 92.<br />
Non è difficile, crediamo, scorgere in questo riferimento alla memoria alcune<br />
novità rispetto all’idea che Ungaretti aveva fino a questo momento espresso,<br />
incluse le conferenze su Vico. La memoria non è qui intesa come retroterra<br />
artistico e culturale; inoltre, qui, la memoria non è quel deposito che giace nei<br />
testi e nelle opere e che attende l’intervento <strong>del</strong>l’individuo per essere<br />
riattivato. È una memoria che interviene, che si intromette fra la mente e la<br />
natura <strong>del</strong> poeta ed ha la facoltà di modificarne la percezione e i sentimenti.<br />
Il cambiamento di prospettiva è notevole; la nostra ipotesi, facile da avanzare,<br />
è che una simile idea <strong>del</strong>la memoria, che non ha molto in comune con quanto<br />
Ungaretti ha espresso finora, sia stata arricchita da nuove letture. Un’ipotesi<br />
che trova sostegno nel passo successivo:<br />
Vedremo, in altre lezioni <strong>del</strong> nostro corso […], l’uomo non metterà molto tempo<br />
per arrivare a cercare, risolutamente, tutto il suo bene, tutto il suo concetto<br />
<strong>del</strong>l’universo nella memoria, senza neanche più fingersi ch’essa possa essere Dio 93.<br />
92 Ivi, p. 513.<br />
93 Ibidem.<br />
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