Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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Apollinaire, i maestri d’oltralpe – alla stregua di Petrarca e Leopardi per la<br />
poesia italiana, sono qui riletti alla luce <strong>del</strong>le sue personali categorie; è quindi<br />
facile intravedere in quell’«angoscia di purezza nell’espressione» una formula<br />
alternativa al tormento <strong>del</strong> poeta nello sforzo di giungere all’innocenza più<br />
volte nominata, qui collegata ad un «processo morale». Ciò che altrove era<br />
stato definito con il termine innocenza qui è nominato «purezza<br />
nell’espressione», nello scritto il sintagma è sostituito con «fantasia»; il<br />
risultato è molto differente, e lo si capisce bene, ma ci siamo ripromessi di<br />
parlarne nelle pagine dedicate all’influenza vichiana.<br />
In questa conferenza l’ultimo riferimento alla memoria compare quando<br />
Ungaretti esamina il modo di concepire il processo di creazione artistica da<br />
parte dei surrealisti, i quali commetterebbero l’errore di non considerare<br />
affatto la memoria, di non considerarla importante per l’atto creativo,<br />
preoccupandosi unicamente di cercare «un linguaggio che [sia] in diretto<br />
contatto coll’inconscio» 87. Essi sbagliano, sostiene Ungaretti, e i migliori,<br />
accortisi <strong>del</strong>l’errore, tornano a scrivere «quasi con preziosità e leziosità» 88. A<br />
parte l’ennesimo ribadire il nesso fra memoria e opera d’arte, il passo mette<br />
in evidenza che il poeta pensa alla tradizione come ad una messe di soluzioni<br />
esteticamente riuscite, e chi vi fa riferimento rischia di ottenere risultati fin<br />
troppo raffinati, ai limiti <strong>del</strong>l’affettazione. Ciò che è più evidente, ci pare, è il<br />
continuo riferirsi alla memoria intesa come tradizione normativa, come<br />
catalogo di mo<strong>del</strong>li; Ungaretti, alle soglie <strong>del</strong>l’esperienza brasiliana, riparte da<br />
questa interpretazione.<br />
Dunque, per riassumere i numerosi riferimenti che Ungaretti fa al concetto di<br />
memoria in questa conferenza su Vico, possiamo dire che: contro l’opinione<br />
di Croce, Ungaretti rivaluta l’idea <strong>del</strong>la memoria intesa come tradizione,<br />
luogo ipotetico di confronto tra autori contemporanei e passati. Il rapporto<br />
che certa cultura ottocentesca instaura con la memoria è, secondo Ungaretti,<br />
87 Ivi, p. 361.<br />
88 Ibidem.<br />
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