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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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quella di tradizione letteraria o, più ampiamente, artistica.<br />

Per quanto riguarda l’innocenza invece, se non mostra una fluttuazione di<br />

significati come il corrispettivo memoria, alcune sfumature di senso ci paiono<br />

significative. Essa è una sorta di condizione edenica, che restituisce uno stato<br />

di integrità all’animo umano, in cui l’individuo può fregiarsi <strong>del</strong>la purezza<br />

originaria poi perduta, uno stato di inconsapevolezza <strong>del</strong>le possibilità fornite<br />

da una natura che può rivelarsi assai meno compiacente e benigna di quanto<br />

non appaia ad uno sguardo superficiale. Ungaretti, che forse ha già letto le<br />

opere di Ludovico Muratori (lo farà sicuramente in seguito), sembra pensare<br />

all’innocenza caratteristica <strong>del</strong>l’interpretazione mitizzata <strong>del</strong> buon selvaggio 52;<br />

ma nei primi testi che abbiamo analizzato, il poeta si mostra avveduto che ad<br />

uno stadio simile di innocenza sono gli istinti a governare la condotta<br />

<strong>del</strong>l’uomo, ed essa non è solo purezza d’animo rispetto al male che<br />

caratterizza i tempi moderni. D’altro canto l’innocenza, quale connotato <strong>del</strong>la<br />

poesia, sembra corrispondere a sinonimi quali purezza, eleganza, semplicità.<br />

Possiamo concludere, temporaneamente, che entrambi i termini oscillano tra<br />

un’accezione che possiamo definire civile e un’accezione invece letteraria; la<br />

prima assume nei testi una valenza sociologica, poiché spesso Ungaretti si<br />

sofferma ad interpretare l’influenza reciproca di arte e società; la seconda ha<br />

invece una valenza estetica, in quei passi dove il poeta si pronuncia sulla<br />

riuscita artistica. Memoria in accezione sociologica sarà allora sinonimo di<br />

norme civili, di regole e comportamenti che sono alla base di una ordinata<br />

convivenza tra gli individui e tra i popoli; memoria in accezione estetica sarà<br />

invece sinonimo <strong>del</strong> retroterra culturale ed artistico accumulato nei secoli e<br />

patrimonio <strong>del</strong>la comunità che si esprime in un dato idioma. Innocenza<br />

52 Ungaretti fa risalire l’elaborazione <strong>del</strong> mito <strong>del</strong> buon selvaggio a Muratori e non a Rousseau,<br />

come l’opinione più diffusa voleva: «Rousseau pensa a un buon selvaggio americano, correttore <strong>del</strong><br />

costume, al quale già due secoli prima Montaigne in tanti pensieri dei suoi Essais quasi aveva pensato.<br />

Nel Settecento, vi aveva pensato certo un altro, il nostro Muratori con quel suo opuscolo Il<br />

Cristianesimo felice nelle missioni dei P. P. Gesuiti <strong>del</strong>l’Uruguay [...]. I Sansimoniani ancora citavano<br />

l’opuscolo e non è improbabile che la prima immagine <strong>del</strong> buon selvaggio, Rousseau la traesse da<br />

quell’opuscolo»; GIUSEPPE UNGARETTI, Leopardi alla Columbia University, in IDEM, Vita d’un uomo.<br />

Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi, Milano, Mondadori, 2000, pp. 1112-1122 : 1117-1118.<br />

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