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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Queste parole fungono da presentazione <strong>del</strong>le coordinate culturali, civiltà<br />

pagana e civiltà cristiana (rappresentate da due termini-simbolo, ragione e<br />

mistero, che rimandano ai valori di riferimento entro cui si iscrive lo sforzo<br />

poetico <strong>del</strong>l’autore), di una conferenza costruita come un excursus nella<br />

tradizione letteraria italiana; una conferenza che termina con una esplicita<br />

dichiarazione di poetica 520.<br />

Tale duplice componente <strong>del</strong>l’essenza umana, intesa come qualità che<br />

distingue l’individuo da ogni altro essere creato, è richiamata anche nel<br />

passaggio che riportiamo qui sotto, nel quale filosofia e scienza<br />

rappresentano l’insieme <strong>del</strong> sapere laico (a cui si potrebbero ascrivere Vico o<br />

Bergson, in rappresentanza <strong>del</strong>le conoscenze filosofiche), mentre l’altro<br />

insieme, <strong>del</strong>la sapienza religiosa o mistica, a cui ricondurre l’irriducibilità <strong>del</strong>la<br />

natura umana e la sua sacralità (in cui annoverare il messaggio biblico e<br />

cristiano, con i suoi interpreti, Agostino su tutti), contribuiscono a<br />

predisporre l’unità <strong>del</strong>la persona:<br />

C’è chi vuol conoscere per sapere e capire, per misurare e giudicare, ed è il<br />

conoscere <strong>del</strong>la filosofia, e <strong>del</strong>la scienza. E c’è chi vuol conoscere per credere, e dai<br />

suoi amori e dai suoi odi, dai suoi rimorsi e dalle sue perplessità, dai suoi entusiasmi<br />

e dalle sue depressioni, dalla sua felicità e dal dolore gli verranno le rappresentazioni<br />

<strong>del</strong>la mente, nelle quali crederà, dietro alle quali si getterà a corpo perduto, perché<br />

gli verranno dal fondo <strong>del</strong>la sua natura, e quindi non potranno non essere veritiere,<br />

e sacre. Da una parte l’uomo sapiente, dall’altra l’uomo religioso, quale al Leopardi<br />

pareva di vedere nella società romana primitiva, o in quella greca precedente<br />

Socrate 521.<br />

L’uomo sapiente e l’uomo religioso simbolizzano così, nell’esempio portato<br />

da Ungaretti, le due possibili incarnazioni <strong>del</strong>la doppia radice <strong>del</strong>la cultura<br />

520 «È dunque questo poeta, un poeta religioso? Lo è!»; ivi, pp. 321-322.<br />

521 GIUSEPPE UNGARETTI, Il mito <strong>del</strong>l’antico in Leopardi, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni,<br />

cit., pp. 674.<br />

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