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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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altre caratteristiche ad essa variamente collegate: naturalezza, proprietà,<br />

eleganza, grazia, purezza; caratteristiche che Ungaretti ha mutuate dagli autori<br />

cui ha sempre fatto riferimento. La sacralità <strong>del</strong>la parola originaria, quindi<br />

anche l’innocenza che contribuisce a determinare, ha due radici: una affonda<br />

nella tradizione filosofica (Vico, Bergson e Platone) e nell'elaborazione <strong>del</strong><br />

concetto di memoria che a quell'innocenza ci deve condurre; l’altra affonda<br />

nella tradizione religiosa (Bibbia, Padri <strong>del</strong>la Chiesa, mistici). Tali radici, a loro<br />

volta, trovano alcune sintonie nei tratti in comune con il pensiero platonico.<br />

La teoria <strong>del</strong>la reminiscenza, infatti, prevede che le anime, una volta lasciato il<br />

corpo, tornino in seno all’Idea, tornino alle origini 517. Questo paradigma<br />

platonico ha avuto molta fortuna, come si sa, fornendo qualche motivo al<br />

pensiero cristiano prima e, sotto varie forme, influenzando il pensiero<br />

filosofico occidentale poi, tra cui anche le teorie vichiane.<br />

La commistione di queste radici, la loro coesistenza negli scritti ungarettiani<br />

<strong>del</strong>l’ultima parte <strong>del</strong>la vita 518, è indicata, come spesso accade, da una<br />

dichiarazione che ha la funzione di segnalare ai commentatori una pista da<br />

seguire. Ungaretti è consapevole che il suo tentativo di ottenere una lingua<br />

sacra, di recuperarne l’innocenza, è condizionato da questa duplice radice.<br />

Ungaretti, circa la distanza fra civiltà pagana e cultura cristiana, che, in realtà,<br />

collaborano alla edificazione <strong>del</strong>la civiltà occidentale (che qui egli chiama<br />

«mediterranea») nell’unità <strong>del</strong>la persona, in Poesia e civiltà (testo <strong>del</strong> 1936) ha<br />

parole significative:<br />

La civiltà mediterranea, la nostra, la vostra civiltà nella sua estensione, ha<br />

incominciato coll’andare sino alle sponde <strong>del</strong>l’Indo, ha formato l’Europa e questo<br />

517 Platone, Fedro (249, 250), in IDEM, Opere, Bari, Laterza, 1974, I, pp. 757-759.<br />

518 Brose sostiene che Ungaretti si pose quale meta «la perfetta armonia tra tutte le sue poesie,<br />

varianti, saggi e autocommenti (un’armonia intrinseca), come pure un’armonia estrinseca tra la Vita<br />

d’un uomo e le due grandi epiche occidentali, La Bibbia e l’Eneide», MARGARET BROSE, Ungaretti e<br />

l’autocommento, cit., p. 299; più oltre la commentatrice parla di «doppio sentiero – classico e cristiano –<br />

attraverso cui Ungaretti ritornò alla tradizione nel Sentimento», il luogo in cui «si fonde la tradizione<br />

classica con quella biblica» sarebbe La Terra Promessa, ivi, p. 314 e 322.<br />

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