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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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ad interessi particolari, non immune da scopi prestabiliti (che, probabilmente,<br />

è una nota polemica riferita ancora all’uso <strong>del</strong>la psicanalisi in arte); cosa<br />

intenda Ungaretti quando parla di affidare il ruolo <strong>del</strong>l’oracolo all’innocenza<br />

è difficile dire. In ogni caso, in quel «domani» le lusinghe <strong>del</strong>la «paurosa, e<br />

materna» innocenza saranno vane, perché rimessa al suo «posto oscuro»,<br />

nella memoria. Torna qui l’accezione positiva <strong>del</strong>la memoria, la sua funzione<br />

ordinatrice e regolatrice (quasi di contenimento, come fosse un argine alla<br />

smodatezza che può caratterizzare i comportamenti umani), ma si rende<br />

anche più chiaro l’attributo quasi belluino <strong>del</strong>l’innocenza che, come ogni<br />

stadio originario, non è solo sinonimo di purezza e di verginità morale.<br />

L’aggiunta finale al testo B chiarisce che le lusinghe di questo stato semi-<br />

edenico saranno vane poiché saremo tornati a «quel rapporto fulmineo che si<br />

stabilisce tra ispirazione e visione, [e] non sarà più invocata nemmeno<br />

l’intercessione di emblemi»; in questo stato caratterizzato dalla «lucidità più<br />

folle» non sarà necessaria la mediazione di simboli, quali gli dei <strong>del</strong>l’Olimpo<br />

che aveva precedentemente citati. In quel domani carico di memoria sarà<br />

ristabilito il rapporto primigenio tra l’uomo e il divino e l’arte non sarà che<br />

l’espressione più genuina <strong>del</strong> binomio ispirazione/visione 24.<br />

L’importanza di questo testo risiede in alcune caratteristiche: abbiamo già<br />

richiamato che è l’esordio <strong>del</strong>la coppia di termini innocenza e memoria.<br />

Esordio non assoluto, visto che in alcuni scritti precedenti si trovano già dei<br />

fugaci riferimenti, ma il fatto che il testo stesso abbia per titolo la diade e che<br />

essa venga posta al centro <strong>del</strong>le questioni dibattute, per non dire <strong>del</strong>l’esplicita<br />

affermazione di poetica in esso contenuta, giustifica la sua collocazione tra i<br />

testi importanti <strong>del</strong>l’autoesegesi ungarettiana. Un’altra prova, per quanto<br />

indiretta, è da vedersi nella triplice versione in cui è riportato nel volume: tra<br />

tutti i testi contenuti è l’unico che può vantare questo privilegio 25; inoltre è il<br />

24 «e Gesù e l’Addolorata, non saranno più che soste <strong>del</strong>la nostalgia»; ivi, p. 134. La nostalgia è<br />

qui riferita a Dio, al rapporto diretto che l’uomo, in particolare il poeta, vuole ristabilire con Dio.<br />

25 «U. scrisse tre versioni di questo testo. Si è ritenuto opportuno riportarle tutte e tre, dato il<br />

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