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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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nell’elaborare la Scienza Nuova prima: subito dopo la dedica, infatti, Vico<br />

propone un breve sommario di ognuno dei cinque libri che compongono<br />

l’opera e, in testa a questi sommari, pone un’Idea <strong>del</strong>l’opera che illustra come,<br />

nelle pagine successive, «si medita una Scienza d'intorno alla natura <strong>del</strong>le<br />

nazioni, dalla quale è uscita l’umanità <strong>del</strong>le medesime, che a tutte cominciò con le<br />

religioni e si è compiuta con le scienze, con le discipline e con l’arti» 490. Nel<br />

corso <strong>del</strong>l’esposizione <strong>del</strong>l’opera Vico però spiega anche come intende la<br />

lingua <strong>del</strong>l’età degli dei, in una formulazione diversa – più sintetica e semplice<br />

– rispetto a quella che leggiamo nella Scienza Nuova 1744 dove i medesimi<br />

concetti risultano distanziati e sparsi per le sopravvenute diverse esigenze<br />

argomentative e strutturali. Il § 303 <strong>del</strong>la Scienza Nuova prima infatti recita:<br />

Anzi senza religioni non sarebbono nate tra gli uomini né meno le lingue per quello<br />

che sopra si è ragionato: che non possono gli uomini avere in nazion convenuto se<br />

non saranno convenuti in un pensiero comune di una qualche divinità. Onde<br />

dovettero le lingue necessariamente incominciare appo tutte le nazioni d’una spezie<br />

divina. Nel che, come abbiamo nel capo antecedente dimostro per l’idee, così qui<br />

troviamo che per le lingue si distinse l’ebrea da quella <strong>del</strong>le genti: che l’ebrea<br />

cominciò e durò lingua d’un solo Dio 491.<br />

Per Vico, dunque, le origini sono fortemente connotate dal divino e, come<br />

legge anche Battistini nei luoghi che abbiamo citato, propone il ritorno alle<br />

origini, ai mo<strong>del</strong>li antichi, per rivitalizzare una tradizione che, nelle opere<br />

letterarie a lui coeve, dimostra di languire e di essere incapace di proporre<br />

opere al passo con i tempi. Questa idea <strong>del</strong> ritorno alle origini per<br />

ringiovanire la propria lingua, per ridonarle innocenza, è uno dei punti fissi<br />

anche <strong>del</strong>l’estetica ungarettiana, come è ormai noto. In uno dei passi a<br />

commento <strong>del</strong> Discorso storico di un Italiano intorno alla poesia romantica (uno dei<br />

490 GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., p. 979 (corsivo nostro).<br />

491 Ivi, p. 1127.<br />

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