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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Ungaretti, dunque, fa risalire a Vico e alla sua opera la prima correlazione <strong>del</strong><br />

tema <strong>del</strong>le origini al linguaggio, proponendo il pensatore come colui che, per<br />

primo, affronta il tema nel suo nodo decisivo, colui che diffonde l’idea per<br />

cui solo la parola può conservare la rivelazione <strong>del</strong>le origini. Poche pagine<br />

dopo torna sull’argomento ed è anche più esplicito:<br />

Molte volte nella storia noi osserviamo che lo spirito umano, sentendosi vecchio,<br />

tende a rinnovarsi, tende a ringiovanire, e vi tende facendo in un modo o nell’altro<br />

lo sforzo di riavvicinarsi alla natura. Come sia stato crudo questo sforzo nel ’700, e<br />

nel pensiero e per gli avvenimenti che ha preparato, ne avremo un’idea fermandoci<br />

brevemente sulle conseguenze nel mondo <strong>del</strong>la cultura <strong>del</strong> concetto vichiano <strong>del</strong>le<br />

origini. Per esempio, l’importanza che il Condillac dà nella sua filosofia, alla<br />

sensazione, dimostra come si preoccupi di mettere a contatto diretto <strong>del</strong>la natura il<br />

pensare, di rendere fisico il pensare. Ora non è senza importanza il fatto che toccata<br />

l’idea di natura, si presenti, in Condillac, come già in Vico, l’idea <strong>del</strong>le origini e che<br />

quest’idea si connetta subito all’idea di linguaggio. Che il Condillac nel linguaggio<br />

vedesse un’invenzione <strong>del</strong>l’uomo e non un dono soprannaturale, come il Manzoni,<br />

non ha importanza. E non ha importanza che il Condillac non sapesse come il Vico<br />

abbracciare in una medesima legge di dinamismo biologico la storia degli individui e<br />

dei popoli e dimostrare il principio <strong>del</strong>l’identità d’ogni sviluppo umano; e rimanesse<br />

chiuso e perplesso nel suo psicologismo. L’importante è che col Vico, il linguaggio<br />

torni a legarsi all’idea di natura e origini. Così poteva nascere il Romanticismo, ma,<br />

come s’è già detto, non per colpa di Vico: per colpa dei suoi immediati interpreti.<br />

Come s’è già detto, il suo pensiero doveva aspettare la fine <strong>del</strong>l’800 per<br />

incominciare ad essere esattamente inteso, come il Leopardi doveva aspettare il<br />

dopoguerra per essere veramente capito 475.<br />

lezioni, cit., p. 601.<br />

475 Ivi, p. 603; sono argomenti anticipati in una lezione precedente, anch’essa dedicata a<br />

Manzoni: GIUSEPPE UNGARETTI, Scrittura, linguaggio e lingua in Manzoni, in IDEM Vita d’un uomo.<br />

Viaggi e lezioni, cit., p. 592.<br />

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