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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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ed esaltata al punto da farne pretesto di scandaglio dei misteri <strong>del</strong>l’ambito<br />

umano; ed una considerazione positiva, quando le viene riconosciuta una<br />

funzione civile, di salvaguardia di quei valori umani che dovrebbero impedire<br />

agli uomini di farsi la guerra. D’altro canto non andrà dimenticato che nella<br />

parte di A poi caduta, la memoria viene considerata come un deposito a cui<br />

le coeve teorie sul sogno contendono il ruolo di bacino di esperienze, stimoli,<br />

motivi, bacino da cui l’arte può attingere; mentre quelle teorie affidano<br />

all’inconscio tale ruolo di deposito. Questo ruolo positivo assegnato alla<br />

memoria, intesa, ripetiamo, come custode di esperienze, è destinato a<br />

ritornare cospicuamente nella teoria critica ungarettiana.<br />

Per quanto riguarda l’innocenza, dopo averla nominata come uno dei<br />

contributi più significativi <strong>del</strong>la letteratura ottocentesca, che ha avvertito «una<br />

speranza inappagabile d’innocenza», Ungaretti afferma di sapere com’è fatta:<br />

nell’assenza <strong>del</strong>la memoria, <strong>del</strong>la sua funzione ordinatrice e regolatrice degli<br />

istinti umani, spiega, l’uomo regredisce ad uno stato pre-civilizzato («non<br />

contava più che l’istinto»), brutale, in cui il rifiuto <strong>del</strong>le possibilità attivate<br />

dalla cultura contemporanea fa comprendere al poeta come un uomo possa<br />

aggrapparsi ad un’immagine divina costruita con occhi di vetro, regredire ad<br />

una condizione semi-primitiva. A questo stadio <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong> pensiero<br />

ungarettiano l’innocenza è, fondamentalmente, una forma di<br />

inconsapevolezza considerata solo nei suoi risvolti positivi: di purezza,<br />

d’ingenuità, di semplicità. L’innocenza non è «un’aspirazione filosofica» ma<br />

una «esperienza diretta», quasi un’esperienza mistica <strong>del</strong>la realtà. Le frasi finali<br />

<strong>del</strong>l’articolo rimangono le più difficili da decifrare: nelle previsioni <strong>del</strong> poeta<br />

verranno tempi migliori, saranno vanificati i tentativi di «affidare la parte <strong>del</strong><br />

burattino alla memoria, e all’innocenza quella <strong>del</strong>l’oracolo» 23. La memoria<br />

ridotta ad un simulacro agito da fili ne lascia intuire un uso pilotato, piegato<br />

(1929), in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 188-197 : 196 (corsivo nostro).<br />

23 GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

134.<br />

19

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