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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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comune matrice vichiana. «<br />

Non può essere” aveva dettato [Leopardi] “che la natura incorrotta, che il primitivo,<br />

che la candida semplicità, che la lezione de’ poeti antichi non v’abbia inebbriato<br />

mille volte di squisitissimo diletto” 467<br />

ove la «candida semplicità» altro non è che l’innocenza, come poi verrà<br />

ribattezzata da Ungaretti. Circa il rinnovamento <strong>del</strong>la lingua all’insegna<br />

<strong>del</strong>l’innocenza è il professore sottolinea che<br />

la canzone petrarchesca e l’ode dorica non scompariranno mai <strong>del</strong> tutto dai Canti<br />

leopardiani, ma gradatamente vi rimarranno come un’eco di giovanezza tanto più<br />

incantevole quanto più, eliminando ogni traccia di servile, insensato e inespressivo<br />

calco, essa verrà resa evidente dall’elegante evocazione da parte di una lingua<br />

consapevole che invecchiando ogni giorno di più, senza tregua si diversifica 468.<br />

La «giovanezza», altro vocabolo che denuncia il retroterra vichiano, ma anche<br />

leopardiano, di Ungaretti, è un’altra connotazione <strong>del</strong>l’innocenza, così come<br />

tutte le volte che si sono avute, nella storia <strong>del</strong>la letteratura italiana, <strong>del</strong>le riforme<br />

fondate su un ritorno metrico a Pindaro, a Orazio o a non so chi, a conti fatti, non<br />

ne abbiamo ricavato se non il solito endecasillabo o altri nostri versi tradizionali, ma<br />

ai quali era stato tolto, come nelle Odi barbare, non so quale naturalezza e fatalità<br />

storica 469.<br />

Cosa intenda qui Ungaretti con «fatalità storica» è difficile dire:<br />

probabilmente l’essere l’opera riuscita in un determinato tempo, il suo essere<br />

467 GIUSEPPE UNGARETTI, Rapporto con il Petrarca e introduzione al commento <strong>del</strong>l’«Angelo Mai», in<br />

IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 856<br />

468 Ivi, p. 862.<br />

469 GIUSEPPE UNGARETTI, Sulla metrica <strong>del</strong> Leopardi, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit.,<br />

pp. 889-890.<br />

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