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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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secondaria: per recuperare l’innocenza è necessario tornare alle origini; ecco<br />

come lo dice in alcune righe scritte nel 1943:<br />

Memoria e innocenza sono gl’inscindibili termini <strong>del</strong>la poetica <strong>del</strong> Leopardi. La<br />

bellezza d’un cielo, d’una foglia, d’una fonte ci colpiscono perché una verità<br />

millenaria, in cui crediamo, ci sorge dal cuore nell’inattesa parola che la canta. Giove<br />

e Venere e Marte sono divinità perite, chi lo contesta? Chi parla e che importa di<br />

nomi momentanei? Non si tratta più d’un sapere, o d’un rito, ma <strong>del</strong> moto<br />

originario <strong>del</strong> nostro sentimento e <strong>del</strong>la nostra fantasia da riscoprire nei tempi che<br />

furono quelli <strong>del</strong>la loro grazia. Con quale libertà, così iniziato, poteva avvicinare gli<br />

oggetti e udire le parole che li evocavano: oggetti e parole tornati familiari, pieni<br />

d’allusioni e confidenze, ora che poteva, risalendo la sicura strada non più smarrita,<br />

distinguere dalle adulterazioni l’impeto che li aveva via via ravvivati e arricchiti 441.<br />

L’affermazione, ancorché esplicitamente riferita a Leopardi, è implicitamente<br />

un autocommento: basti notare l’esordio sotto l’egida <strong>del</strong> binomio memoria-<br />

innocenza. Nel moto originario <strong>del</strong> nostro sentimento e <strong>del</strong>la nostra fantasia<br />

è iscritta una verità millenaria, sostiene Ungaretti, ed è la bellezza degli<br />

oggetti e <strong>del</strong>le parole a farcela avvertire, così come essi la suggerivano ai<br />

nostri orecchi nei tempi <strong>del</strong>la grazia, cioè quando l’uomo poteva ancora<br />

godere di un rapporto genuino (innocente, potremmo dire con termine<br />

ungarettiano) con gli oggetti e le parole che componevano il mondo. Per<br />

recuperare questo rapporto è però necessario risalire fino alle origini,<br />

recuperare la familiarità con la realtà ed eliminare le «adulterazioni» che<br />

intorbidano il dialogo poeta-oggetti. Questo argomentare lascia trasparire<br />

l’influenza di Vico rielaborata da quella interpretazione <strong>del</strong>la poetica<br />

romantica che insiste sulla nostalgia per il mondo antico che, per alcuni anni,<br />

era stata tipica anche di Leopardi. L’importanza <strong>del</strong>le origini di una lingua,<br />

441 GIUSEPPE UNGARETTI, Immagini <strong>del</strong> Leopardi e nostre, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi,<br />

cit., p. 434; ma queste parole richiamano, si sarà notato, alcune affermazioni di Innocenza e memoria,<br />

che è <strong>del</strong> 1926.<br />

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