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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Per tutto ciò dobbiamo cominciare da una qualche cognizione di Dio 432.<br />

La nuova scienza che Vico vuole rifondare deve quindi regredire fino<br />

all’epoca in cui gli uomini cominciarono a «umanamente pensare», per risalire<br />

a quella «scienza de’ poeti teologi» che fu la prima organizzazione <strong>del</strong> sapere<br />

umano. La questione <strong>del</strong>le origini, dunque, pone anche una questione di<br />

metodo, esige la scelta di uno strumento adeguato, che Vico individua<br />

nell’etimologia 433. L’opzione è indubbiamente indicativa: con essa Vico tenta<br />

di risalire le epoche alla ricerca di una verità che, nella sua ipotesi, è iscritta<br />

nella lingua. Infatti giustifica l’uso <strong>del</strong>l’etimologia, inteso come metodo per<br />

ricuperare le origini <strong>del</strong>le vicende umane, poiché:<br />

sì fatte allegorie [le mitologie] debbono essere l’etimologie de’ parlari poetici, che ne<br />

dassero le loro origini tutte univoche, come quelle de’ parlari volgari lo sono più<br />

spesso analoghe. E ce ne giunse pure la diffinizione d’essa voce “etimologia”, che<br />

suona lo stesso che “veriloquium”, siccome essa favola ci fu definita “vera narratio” 434.<br />

L’etimologia è dunque veriloquio, esattamente come i miti, ossia le allegorie<br />

con cui i primi uomini si davano spiegazioni sui fenomeni <strong>del</strong> mondo antico,<br />

sono narrazione vera 435. Come dice Pagliaro: «Vico guarda alla lingua nel suo<br />

momento genetico, e, perciò, all’assunzione <strong>del</strong> significato al significare, cioè<br />

a quel certo momento <strong>del</strong>la coscienza umana che diventa ‘fatto’ nella lingua<br />

[...] egli insiste su quel momento creativo, in cui il segno, cioè sintesi di<br />

432 GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., p. 546-547 (corsivo originale); questa citazione corrobora<br />

anche l’accenno fatto poco sopra, circa la correlazione tra poesia e morale nei popoli antichi, come<br />

la pone Vico.<br />

433 «Al metodo etimologico, quale viene configurandosi nel De Antiquissima, come ricerca<br />

dunque <strong>del</strong>l’interpretazione che <strong>del</strong>le cose è stata data all’atto <strong>del</strong>la loro nominazione, Vico resterà<br />

sempre fe<strong>del</strong>e, tentando, con etimologie errate o no, di risalire al significato originario»; DONATELLA<br />

DI CESARE, Parola, lògos, dabar. Linguaggio e verità nella filosofia di Vico, «Bollettino <strong>del</strong> Centro di Studi<br />

Vichiani», 22-23 (1992-1993), p. 263.<br />

434 GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., p. 587.<br />

435 «in forza d’altri princìpi qui scoverti di mitologia, che vanno di séguito agli altri princìpi qui<br />

ritruovati <strong>del</strong>la poesia, si dimostra le favole essere state vere e severe istorie de’ costuni <strong>del</strong>le<br />

antichissime genti di Grecia»; GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., p. 419.<br />

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