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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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Nell’apertura di A Ungaretti fa riferimento, poi caduto, ad un articolo di<br />

pochi giorni prima, Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo 16, dove aveva<br />

discusso «<strong>del</strong> subisso <strong>del</strong>la memoria» 17. In particolare l’Ottocento qui è visto<br />

come «il secolo presuntuoso <strong>del</strong>la memoria. Accatastando memorie gli pareva<br />

di strappare il segreto anche a Dio» 18; qui ‘memorie’ è sinonimo di reperti<br />

archeologici, vista la grande diffusione che ebbe l’archeologia nel XIX secolo,<br />

e il loro accumulo è un’attività connotata negativamente, presuntuosa<br />

appunto, se l’intenzione è quella di chiarire un segreto che pertiene solo a<br />

Dio. In B questo passo è ripreso e così diluito:<br />

la presunzione <strong>del</strong>l’uomo è tale nell’Ottocento, che mette sull’altare la propria<br />

memoria. È il secolo <strong>del</strong>la filologia, <strong>del</strong>l’archeologia, <strong>del</strong>l’antropologia,<br />

<strong>del</strong>l’etnologia, <strong>del</strong>la filosofia. Il globo è frugato. Non gli lasciano un dito d’oscurità.<br />

È il secolo dei fiutatori di mummie e degl’ingegneri 19.<br />

Questa affermazione ci aiuta a chiarire quale sia il vizio in cui cadde la poesia<br />

nell’Ottocento, evidentemente un uso distorto <strong>del</strong>la memoria, a causa<br />

<strong>del</strong>l’eccessivo e morboso ricorso alle discipline storiche, che sono discipline<br />

che scavano nella memoria <strong>del</strong>l’uomo, all’esaltazione che questo secolo ne<br />

fece. Una morbosità che ha fatto scandagliare il globo senza lasciargli «un<br />

dito d’oscurità», che ha avuto la presunzione di frugare il più recondito<br />

mistero ma che, soprattutto, ha fatto mettere la memoria su un altare per<br />

adorarla come fosse un sostituto <strong>del</strong>la divinità. Con la memoria si può avere<br />

anche un rapporto negativo, se è ridotta ad una sorta di idolo, a cui gli uomini<br />

sacrificano il loro genuino rapporto con il divino, che è essenzialmente<br />

16 GIUSEPPE UNGARETTI, Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo (1926), in IDEM, Vita d’un<br />

uomo. Saggi e interventi, cit., p. 123-128.<br />

17 GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

129.<br />

18 GIUSEPPE UNGARETTI, Dall’estetica all’Apocalisse o i denti di Zimbo, cit., p. 125.<br />

19 GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

133.<br />

17

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