Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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civilizzazione, come accadeva presso i popoli antichi, determina la svolta che,<br />
con le definizioni <strong>del</strong>lo Zumbini, tradizionalmente si identifica nel passaggio<br />
dalla fase etichettata ‘pessimismo storico’ alla fase <strong>del</strong> ‘pessimismo cosmico’.<br />
Uno dei motivi che determinano l’invalidazione <strong>del</strong> tema, sotto il profilo<br />
poetico, è quindi lo svelamento <strong>del</strong>la sua inconsistenza, <strong>del</strong>la sua natura<br />
illusoria, certificata dallo studio dei testi. In Ungaretti, invece, il mito <strong>del</strong>la<br />
felicità dei primi uomini, un’eredità leopardiana-rousseauiana, resiste fino alla<br />
fine <strong>del</strong>la sua carriera letteraria (si vedano i cenni nel Discorsetto su Blake, la cui<br />
revisione ultima è <strong>del</strong> 1965). Nella riflessione ungarettiana, il tema può<br />
continuare a mantenere una sua validità così a lungo nel tempo perché<br />
assume connotazioni che lo avvicinano ad un ideale religioso, che ricorda da<br />
vicino l’Eden <strong>del</strong>la religione cristiana, ciò che non avviene nelle riflessioni <strong>del</strong><br />
poeta di Recanati. La differenza non è di poco conto ed è ciò che giustifica la<br />
sua stabilità all’interno <strong>del</strong> sistema di valori poetici – ma fatti propri anche<br />
dall’uomo – scelti da Ungaretti.<br />
Per tornare alle relazioni che legano il pensiero di Ungaretti a quello di Vico,<br />
va detto che quest’ultimo non sostiene l’ipotesi di un’epoca <strong>del</strong>le origini in<br />
cui gli uomini godevano di una sapienza innata, a cui sembra talvolta alludere<br />
il primo; alla riposta sapienza e alla sublime saggezza il filosofo sostituisce<br />
l’irrazionalità, l’istinto, la violenza, la ferocia, la stupefatta barbarie dei<br />
primitivi bestioni. Tale convinzione è ben lontana dalla convincimento<br />
ungarettiano che l’età <strong>del</strong>le origini fosse un’età caratterizzata da una<br />
condizione semi-edenica; in ogni caso una poetica incentrata sul connubio<br />
memoria-innocenza prevede inevitabilmente, come abbiamo detto, il<br />
recupero <strong>del</strong>le origini e la loro indagine. Precisamente qui si evidenzia una<br />
<strong>del</strong>le influenze <strong>del</strong>la lezione vichiana, anche se corroborata dagli esempi di<br />
Leopardi e Petrarca; tutti questi autori, che hanno avuto tanta influenza sulla<br />
poesia di Ungaretti, esaltano le età passate, in modi ovviamente differenti, ma<br />
con la costante <strong>del</strong>l’indagine dei testi antichi e <strong>del</strong>l’amore per la filologia.<br />
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