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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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La nostra opinione, però, è che Ungaretti trae dall’opera di Vico altri<br />

importanti suggerimenti, non solo dall’idea di memoria che in essa rinviene<br />

quanto da alcune idee di fondo che strutturano l’opera stessa. La memoria,<br />

come abbiamo detto, nelle teorie di Vico non assume mai una funzione tale<br />

che si renda necessario studiarla sistematicamente, infatti il filosofo<br />

napoletano non va mai oltre un rapido cenno; però essa è profondamente<br />

implicata, come abbiamo visto, con la vita dei primi uomini e rimanda<br />

direttamente al mondo <strong>del</strong>le origini; essa, infatti, connota significativamente<br />

la vita dei primi uomini, dei primi poeti.<br />

Anche in Ungaretti il tema <strong>del</strong>la memoria è strettamente implicato con il<br />

recupero <strong>del</strong>le origini: «Dalla memoria all’innocenza, quale lontananza da<br />

varcare; ma in un baleno» 422, anche se in modo molto diverso rispetto a Vico.<br />

Un tema, quello <strong>del</strong>le origini, caro anche a Leopardi, dalle cui pagine, con<br />

ogni probabilità, Ungaretti l’ha desunto, compresa la carica di nostalgia con<br />

cui il movimento romantico l’aveva declinato e che in Vico è assente. Il<br />

contributo personale di Ungaretti a questo tema, l’evoluzione originale a cui<br />

la sua riflessione lo condurrà consiste, secondo noi, nell’aver posto l’accento<br />

sulla difficoltà <strong>del</strong>la risalita (che è difficoltosa lo dice anche Vico, pur senza<br />

insistervi come fa Ungaretti) 423, risalita da effettuarsi tramite la memoria ma,<br />

soprattutto, consiste nell’aver <strong>del</strong>ineato le implicazioni religiose, consiste nella<br />

declinazione religiosa con cui Ungaretti interpreta questo tema. Risalire al<br />

primo tempo, al tempo <strong>del</strong>le origini, per quanto difficile, è necessario<br />

affinché si possa recuperare l’innocenza, come si deduce dall’ultima citazione<br />

riportata. Come Ungaretti abbia tentato di giustificare teoricamente il<br />

422 GIUSEPPE UNGARETTI, Ragioni d’una poesia, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

760.<br />

423 «dovendo noi incominciare a ragionare da che quelli incominciaron a umanamente pensare;<br />

[...] per rinvenire la guisa di tal primo pensiero umano nato nel mondo <strong>del</strong>la gentilità incontrammo<br />

l’aspre difficultà che ci han costo la ricerca di ben vent’anni, e [dovemmo] discendere da queste<br />

nostre umane ingentilite nature a quelle affatto fiere ed e immani, le quali ci è affatto niegato<br />

d’immaginare e solamente a gran pena ci [è] permesso d’intendere»; GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit.,<br />

pp. 546-547, ma anticipato anche a p. 440 (nella Spiegazione <strong>del</strong>la dipintura) e ribadito a p. 572.<br />

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