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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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ci paiono significative:<br />

dall’impresa <strong>del</strong>l’uomo sull’esterno alla sua impresa d’umanizzare le cose, di farne<br />

sostanza <strong>del</strong> proprio essere e propria ragione d’essere, dalla fantasia che non è se<br />

non risalto <strong>del</strong>la reminiscenza, occhio <strong>del</strong>l’ingegno: poesia, al giudizio che è l’occhio<br />

<strong>del</strong>l’intelletto, la parola è così collocata nel suo valore originario, epico e politico 413.<br />

In queste frasi rimarchiamo due indizi pertinenti; il primo: la fantasia è<br />

considerata da Ungaretti «risalto <strong>del</strong>la reminiscenza», come se la fantasia<br />

fosse qualcosa che emerge da uno sfondo, che è rievocazione, quindi<br />

memoria; inoltre essa è paragonata all’«occhio <strong>del</strong>l’ingegno», ma i tre termini<br />

memoria, fantasia e ingegno sono gli stessi che Vico mette in relazione nel<br />

passo che abbiamo citato sopra; in cui la memoria, quale facoltà principale<br />

<strong>del</strong>la mente umana, di volta in volta, può agire per recuperare, alterare o<br />

riordinare i ricordi.<br />

Sarà da notare che gli scritti in cui si osserva una maggiore ricorrenza <strong>del</strong><br />

termine fantasia, oppure l’attribuzione di una cospicua importanza teorica,<br />

sono tutti posteriori alla metà degli anni Trenta; questo fatto, a parer nostro,<br />

segnala che nella prima metà di quel decennio Ungaretti legge Vico con<br />

attenzione inedita, come abbiamo già ipotizzato, lettura da cui attinge<br />

l’importanza <strong>del</strong>la fantasia nella creazione artistica, attribuendole un valore<br />

che tornerà ad essere richiamato anche negli scritti successivi all’esperienza<br />

brasiliana. Infatti, in Immagini <strong>del</strong> Leopardi e nostre, tentando di stabilire «il<br />

sentimento di durata nel vocabolario romantico» 414 a partire dal Discorso storico<br />

di un italiano intorno alla poesia romantica 415 di Leopardi, sostiene: «una cosa<br />

UNGARETTI, Lingua, linguaggio e mito in Manzoni, in IDEM, Vita d’un uomo. Viaggi e lezioni, cit., p. 602.<br />

413 Ibidem.<br />

414 GIUSEPPE UNGARETTI, Immagini <strong>del</strong> Leopardi e nostre, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi,<br />

cit., p. 432.<br />

415 Il titolo esatto <strong>del</strong> Discorso, come è noto, non contempla l’aggettivo ‘storico’ ma anche questo<br />

classico lapsus freudiano la dice lunga sull’influenza esercitata dal pensiero vichiano nelle riflessioni di<br />

Ungaretti; il quale, quando deve inquadrare in prospettiva storica il fenomeno letterario ricorre<br />

spesso alle teorie <strong>del</strong> filosofo napoletano; un caso esemplare è la lezione intitolata Concetto di storia e<br />

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