20.06.2013 Views

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ulteriormente rimaneggiato per la rivista bolognese. Le due redazioni<br />

risultanti, quella in italiano e quella in francese, non sono tra loro<br />

significativamente differenti, se si esclude una pagina <strong>del</strong>la versione in<br />

francese (non rilevante ai fini <strong>del</strong> nostro discorso) in cui Ungaretti mette a<br />

confronto Leopardi e Mallarmé. Più importa notare che in B sono aggiunte<br />

alcune osservazioni, in apertura e in conclusione, in cui Ungaretti esplicita<br />

alcuni passi che in A erano rimasti solo accennati; inoltre il tono complessivo<br />

<strong>del</strong>l’articolo pare più ponderato, meno legato all’occasione, essendo caduti<br />

alcuni riferimenti a fatti contingenti (ad un articolo precedentemente<br />

pubblicato; alla polemica sull’impiego artistico <strong>del</strong>le teorie freudiane; e il<br />

riferimento al cattolicesimo che, nel contesto, non trovava adeguata<br />

giustificazione). La versione B è cioè più meditata e focalizzata sulle questioni<br />

inerenti l’arte; dal nostro punto di vista è perciò più utile, in riferimento ai<br />

contenuti che vogliamo appurare.<br />

Rileggere le aggiunte può quindi aiutarci a chiarire alcuni passi; per esempio:<br />

la questione <strong>del</strong>l’«arte come elusione», <strong>del</strong>l’arte che non sa più annodare<br />

relazioni col divino, in B è ben altrimenti spiegata: esisteva un tempo in cui i<br />

poeti potevano facilmente rappresentare il soprannaturale e la poesia era<br />

«inno d’abbandono in Dio», col Petrarca nasce il sospetto che la natura non<br />

sia l’immagine stessa di Dio, di conseguenza la sua rappresentazione non fu<br />

più così semplice: «La poesia cessò d’essere verbo <strong>del</strong> Signore» 15. La divinità<br />

fu allora allontanata fino a divenire inconoscibile e solo dalla memoria<br />

potevano giungere apparizioni <strong>del</strong>la natura che un tempo si era contemplata;<br />

questo gioco di riflessi sarebbe la gabbia, la «profondità» entro cui l’uomo è<br />

rinchiuso, la sua memoria. I poeti, cercando di manifestare la loro religiosità<br />

senza speranza, dovettero perciò rivolgersi all’Olimpo pagano, dove i simboli<br />

<strong>del</strong>la creazione erano già bell’e pronti, trasformando così la poesia in<br />

strumento di distrazione.<br />

15 GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p.<br />

132.<br />

16

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!