Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore
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Qual’era [sic] il difetto <strong>del</strong> Cubismo? Faceva appello alla memoria: l’oggetto<br />
ricostruito in tutto il suo tempo storico; e gli toglieva fantasia, rendeva cioè<br />
quell’oggetto astratto e arido; faceva appello alla fantasia per intuire come in tutto<br />
quel suo tempo storico avesse vissuto, e gli toglieva la memoria, togliendogli<br />
qualsiasi segno <strong>del</strong> suo perire e dimenticando così che un oggetto è avvinto a noi e<br />
c’ispira per quel dato particolare che ci ha toccato improvvisamente una volta per<br />
sempre, che rimasto nella nostra memoria, sollecita la nostra fantasia a ricostruirlo<br />
miticamente in tutta la sua e nostra storia insieme confuse.<br />
Il futurismo era, molto più umanamente, colpito dalla macchina: mito <strong>del</strong>la velocità<br />
mito <strong>del</strong>la simultaneità. In realtà la macchina porta in sé un contenuto di memoria<br />
umana: molti millenni di sforzi progressivi in una data direzione; ed essa stessa è un<br />
mo<strong>del</strong>lo di costruzione armoniosa che dimostra a quale punto di disciplina può<br />
arrivare la fantasia quando voglia nell’espressione arrivare a comporsi in un insieme<br />
di sicuro effetto<br />
ma il futurismo ha sbagliato, conclude Ungaretti: infatti,<br />
Se vi applico il criterio estetico vichiano quest’arte è non arte: perché prende la<br />
macchina nella sua brutalità, e non aspetta che la memoria l’abbia trasfigurata in<br />
fatto moralmente conoscibile, perché prendendola nella sua brutalità non aspetta<br />
che la fantasia possa soccorrere la memoria a trasfigurarla in mito 398.<br />
Le teorie di Vico dunque suggeriscono un «criterio estetico» che, nella<br />
interpretazione di Ungaretti, stabilirebbe il bilanciamento <strong>del</strong>le componenti<br />
memoria e fantasia nella realizzazione <strong>del</strong>l’opera d’arte. Dalle dichiarazioni<br />
contenute in questa conferenza, però, in particolare nella conclusione, si<br />
evince ancora che le due facoltà <strong>del</strong>la mente umana devono collaborare alla<br />
creazione <strong>del</strong>l’opera d’arte, che esse hanno una funzione attiva in tale<br />
processo di creazione, così come Vico riteneva che memoria e fantasia (e<br />
398 Ivi, p. 356-358 (corsivo nostro).<br />
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