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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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sbagliando (secondo Ungaretti). Ciò che ci interessa è mettere in evidenza la<br />

consapevolezza <strong>del</strong> poeta che i termini memoria e fantasia sono strettamente<br />

implicati, nelle teorie vichiane come nella sua riflessione sull’arte e che egli<br />

non esita ad impiegarli in polemica con il più influente critico letterario <strong>del</strong><br />

tempo. Un argomento, quello <strong>del</strong>le teorizzazioni vichiane, che Ungaretti<br />

doveva considerare particolarmente efficace, dal momento che poche righe<br />

oltre insiste: «Quando Croce non bada alla memoria nella sua estetica cade<br />

nello steso errore cartesiano contro il quale Vico s’era eretto» 395; e in un altro<br />

punto <strong>del</strong>la conferenza ribadisce – in modo tale da far pensare che la<br />

conferenza abbia come obiettivo polemico, pur non dichiarato, proprio le<br />

teorie di Croce : «Tutta la polemica letteraria moderna, come si diceva da<br />

principio tende a superare l’incompiutezza <strong>del</strong>l’estetica crociana, restituendo<br />

al precetto vichiano i suoi termini di memoria e di fantasia» 396.<br />

Nella stessa conferenza, chiarendo quali sarebbero i meccanismi che<br />

trasformano i grandi fatti storici in fatti prima epici e poi mitici, Ungaretti<br />

ricorre ancora alla coppia di termini memoria e fantasia:<br />

Perché questi fatti [epici] siano espressi dalla poesia occorrerà che prima la memoria<br />

se li nomini e ci fantastichi su, e quando, per questa elaborazione <strong>del</strong>la memoria e<br />

<strong>del</strong>la fantasia, verranno intuiti dalla mente nella loro verità reale, alla mente stessa<br />

allora appariranno come miti [...] e allora verranno dall’espressione poetica resi<br />

oggettivi 397.<br />

Memoria e fantasia dunque sono due momenti diversi <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong>la mente<br />

umana ma strettamente connessi, per esempio, nell’elaborazione<br />

mitopoietica; la collaborazione <strong>del</strong>le due facoltà però è indispensabile,<br />

suggerisce Ungaretti, nella realizzazione <strong>del</strong>l’opera d’arte:<br />

395 Ivi, p. 346.<br />

396 Ivi, p. 352.<br />

397 Ivi, p. 354.<br />

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