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Ungaretti nell’ultima fase <strong>del</strong>la sua vita. È un discorso che riprenderemo più<br />
avanti: per ora focalizziamo l’attenzione sull’idea vichiana di memoria, i cui<br />
tratti spesso si confondono con la fantasia 386, in una commistione che ha<br />
lasciato qualche eco negli scritti ungarettiani. Vediamo dove e con quali<br />
effetti.<br />
Abbiamo già detto che la rilettura di Vico è da situarsi nella prima metà degli<br />
anni Trenta. Un indizio che sostiene questa testi è la comparsa, nell’articolo<br />
Dostojevski e la precisione – datato 1935 ma che riprende il precedente, <strong>del</strong> 1922,<br />
intitolato A proposito di un saggio su Dostojevski –, <strong>del</strong> termine fantasia:<br />
ma vorrei dire che la logica in un’opera d’arte precede perfino la fantasia, se logica e<br />
fantasia non si generassero a vicenda; ma vorrei dire che tutto quel potere<br />
d’evocazione <strong>del</strong>la realtà, quel potere magico di restituire per sempre, muovendo la<br />
fantasia, un momento <strong>del</strong>la realtà, l’arte l’ottiene principalmente per una sua forza<br />
geometrica 387.<br />
Ungaretti, rielaborando lo scritto di tredici anni prima, aggiunge nelle pagine<br />
finali il brano che abbiamo citato; in questo passo la restituzione <strong>del</strong>la realtà<br />
(memoria) e la fantasia sono connesse nella poesia (l’arte) e quel potere di<br />
evocare la realtà (ancora memoria) che è facoltà <strong>del</strong>l’arte è ottenuto per una<br />
«forza geometrica» 388. Il termine fantasia, associato spesso alla memoria,<br />
386 Battistini parla di equazione tra memoria e fantasia: «l’equazione, non ancora pienamente<br />
accettata nel De Ratione III [...] viene fissata nel De antiquissima [...] e ribadita nelle susseguenti<br />
Polemiche»; ANDREA BATTISTINI, Note, in GIAMBATTISTA VICO, Opere, cit., p. 1531; nonostante Vico<br />
sembri porre questa equazione, che si evincerebbe anche dalla nostra citazione, la non univocità <strong>del</strong>le<br />
espressioni, riscontrabile più volte nella Scienza Nuova, non ci suggerisce di prendere una posizione<br />
così netta, a meno di circoscriverla agli scritti indicati da Battistini.<br />
387 GIUSEPPE UNGARETTI, Dostojevski e la precisione, in IDEM, Vita d’un uomo, saggi e interventi, cit.,<br />
p. 52.<br />
388 Non sarà da trascurare che Vico in più punti <strong>del</strong>la sua Scienza Nuova fa riferimento alla<br />
geometria, sia in senso negativo, per opporsi ad un metodo di indagine scientifica, all’epoca molto in<br />
voga e mutuato da Cartesio, sia in senso positivo, per intendere un sistema filosofico autosufficiente;<br />
come suggerisce al lettore quando espone gli obiettivi <strong>del</strong>la Scienza Nuova: «Così questa Scienza<br />
procede appunto come la geometria, che, mentre sopra i suoi elementi il costruisce o ’l contempla,<br />
essa stessa si faccia il mondo <strong>del</strong>le grandezze; ma con tanto più di realità quanta più ne hanno gli<br />
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