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Visualizza/apri - Università Cattolica del Sacro Cuore

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poeti: Leopardi e Mallarmé. Una speranza d’innocenza che è figlia<br />

«<strong>del</strong>l’illusione d’aver abbracciato il tempo infinito». Del resto le questioni che<br />

muovono la poesia degli «artisti <strong>del</strong> primo Novecento» 13 sono proprio<br />

l’innocenza e la memoria. L’innocenza è qualcosa di conosciuto, continua il<br />

poeta, di esperito negli anni di guerra e di «rivolgimenti», mentre la memoria<br />

pare svanita, incapace degli effetti benefici che le vengono solitamente<br />

attribuiti, essendo l’uomo costretto a fidarsi unicamente <strong>del</strong>l’istinto, la vita<br />

ridotta a semplice oggetto. In queste condizioni l’uomo cerca la meraviglia<br />

nel sogno; e se, complici alcune teorie in voga, come la neonata psicanalisi di<br />

Freud, alcuni pensano di fondare l’arte «sopra immagini venute in mente<br />

senza volere» (stoccata polemica al Surrealismo) altri impiegano<br />

positivamente queste teorie per «allargare all’intelligenza il campo<br />

d’esplorazione e in conseguenza arricchire la memoria». Grazie all’opera di<br />

alcuni, quindi, la memoria viene svalutata, intesa come bagaglio di esperienze<br />

o stimoli o motivi a cui attingere; sennonché «il rifiorire attuale <strong>del</strong><br />

cattolicismo non indica che la memoria sta ormai rivendicando ogni suo<br />

diritto?». Anche per questo il futuro <strong>del</strong>l’arte, nelle previsioni di Ungaretti, è<br />

roseo e non si potrà «affidare la parte <strong>del</strong> burattino alla memoria, e<br />

all’innocenza quella <strong>del</strong>l’oracolo». Una volta ricondotta l’innocenza<br />

nell’oscuro <strong>del</strong>la memoria, conclude, le lusinghe saranno vane.<br />

Di questo testo, che per comodità sigliamo ‘A’, esistono altre due versioni:<br />

una ancora in italiano, che chiamiamo ‘B’, pubblicata qualche mese dopo,<br />

nell’ottobre <strong>del</strong> ’26 su «L’Italiano» di Bologna, e una in francese (sigla ‘C’)<br />

pubblicata su «La Nouvelle Revue Française», il primo novembre <strong>del</strong>lo stesso<br />

anno. Secondo le ipotesi di Rebay e Diacono 14, il testo sarebbe stato<br />

modificato prima per la destinazione francese e solo in un secondo momento<br />

13 Perifrasi per riferirsi alla propria opera: emerge qui per la prima volta il vezzo di indirizzare a<br />

ipotetiche terze persone osservazioni che, in realtà, sono affermazioni di valore autoesegetico:<br />

GIUSEPPE UNGARETTI, Innocenza e memoria, in IDEM, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., p. 130.<br />

14 LUCIANO REBAY e MARIO DIACONO, Note. Scritti letterari 1918-1936, in GIUSEPPE<br />

UNGARETTI, Vita d’un uomo. Saggi e interventi, cit., pp. 904-907.<br />

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